Galleria Planetario
Trieste
Via F. Filzi, 4
040 639073 FAX 040 369103
WEB
Ubaldo Bartolini
dal 2/6/2005 al 6/8/2005
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Ubaldo Bartolini



 
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2/6/2005

Ubaldo Bartolini

Galleria Planetario, Trieste

La Memoria infedele. L'evoluzione dell'artista e' passata per una presa di coscienza del senso di panico e magia insito nella natura: un mondo fatto di sentieri, valli, colline, monti, cipressi e piccole figure umane, in cui gli elementi cercano continuamente di fondersi per effetto di nebbie, albe o tramonti.


comunicato stampa

La Memoria infedele

Ritenuto da molti il maggiore paesaggista italiano odierno, Ubaldo Bartolini si è sempre distinto per lo spessore creativo ed il caratteristico linguaggio. La lenta ed ininterrotta contemplazione di Bartolini è come una calma poesia recitata nel paesaggio romano: il movimento lento e grave dell’artista stende il colore come una pelle cromatica, trasfigurando oggetti ed ambienti in vere e proprie tonalità di luce. Le sue viste ariose sono pari a sculture luminose in cui il sensibile non si percepisce mai direttamente, ma emerge invece da un lavoro occulto ed un ricordo interiore filtrato dall’immaginazione. L'osservazione di Bartolini è un percorso verso orizzonti lontani, simile a quello dei suoi piccoli viandanti e lavandaie. Lo stesso artista, quando dipinge, si immedesima nelle piccole figure che valle dopo valle raggiungono nuovi territori: entrando nel paesaggio con il suo sguardo emotivo, può dipingere l'idea della spazialità aperta.

I lavori di Bartolini si riallacciano alla nascita della rappresentazione del paesaggio come genere indipendente: vi si possono scoprire sia riferimenti ai manieristi del ‘500 che agli artisti dell'Europa settentrionale presenti in Italia nel ‘600. L'evoluzione della sua arte è passata per una presa di coscienza del senso di panico e magia insito nella natura: un mondo fatto di sentieri, valli, colline, monti, cipressi e piccole figure umane, in cui gli elementi cercano continuamente di fondersi per effetto di nebbie, albe o tramonti. Nella continua giravolta di orizzonti agitati come un mare in burrasca, masse rarefatte che straripano fino ai bordi della tela, sentieri a strapiombo, emerge una "natura" irrazionale del paesaggio, che porta a momenti di intensa elevazione emotiva e spirituale.

Nato a Montappone (AP) nel 1944, Bartolini vive a lavora tra Roma e Macerata. Ha fatto parte del movimento d’arte Concettuale degli anni 70 e si è poi gradualmente spostato verso il genere "visionario”. L'arte pittorica di Bartolini nasce infatti dall'azione concettuale, dai paesaggi dipinti sui pennelli degli anni settanta, in cui il pennello paradossalmente non dipingeva l’immagine, ma la riceveva. Dal 1982 è diventato uno dei protagonisti del recupero della tradizione pittorica paesistica e vedutistica italiana, unendosi al gruppo di Italo Mussa "Pittura Colta" e al movimento "anacronista", in cui ha riacceso la passione per i maestri storici del paesaggismo. E' stato invitato alla XLI Biennale di Venezia nel 1984 e alla XI Quadriennale d'Arte di Roma nel 1986, e ha esposto sue opere a Dallas, Los Angeles, Washington, New York, Toronto, Madrid, Londra, Adelaide, Tokio, Amman, Beirut, Il Cairo. Dal 1992 in poi Bartolini, come scrive Maurizio Calvesi, "ha creato nuovi prototipi (tra mentali e sensibili) di paesaggio, che nessuna relazione hanno con la consueta matrice impressionista, ma attingono un grado di astrazione nell’evocazione del naturale e in un sovvertito richiamo ai tagli classici". Bartolini si è dedicato di recente anche a stupendi mobili dipinti, a dimostrazione di essere un artista che sovverte incessantemente le proprie fonti, ricordando allo spettatore che i paesaggi onirici da lui creati vanno sempre interpretati da una sensibilità moderna.

Vernice: Venerdì 3 giugno 2005 – ore 18.30

Galleria Planetario
Arte Moderna e Contemporanea
Via Filzi 4 - Trieste
Orario: da lunedì a venerdì ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00, sabato ore 10.00-13.00

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