La Memoria infedele. L'evoluzione dell'artista e' passata per una presa di coscienza del senso di panico e magia insito nella natura: un mondo fatto di sentieri, valli, colline, monti, cipressi e piccole figure umane, in cui gli elementi cercano continuamente di fondersi per effetto di nebbie, albe o tramonti.
La Memoria infedele
Ritenuto da molti il maggiore paesaggista italiano odierno, Ubaldo Bartolini si è sempre distinto per lo spessore creativo ed il caratteristico linguaggio. La lenta ed ininterrotta contemplazione di Bartolini è come una calma poesia recitata nel paesaggio romano: il movimento lento e grave dell’artista stende il colore come una pelle cromatica, trasfigurando oggetti ed ambienti in vere e proprie tonalità di luce. Le sue viste ariose sono pari a sculture luminose in cui il sensibile non si percepisce mai direttamente, ma emerge invece da un lavoro occulto ed un ricordo interiore filtrato dall’immaginazione. L'osservazione di Bartolini è un percorso verso orizzonti lontani, simile a quello dei suoi piccoli viandanti e lavandaie. Lo stesso artista, quando dipinge, si immedesima nelle piccole figure che valle dopo valle raggiungono nuovi territori: entrando nel paesaggio con il suo sguardo emotivo, può dipingere l'idea della spazialità aperta.
I lavori di Bartolini si riallacciano alla nascita della rappresentazione del paesaggio come genere indipendente: vi si possono scoprire sia riferimenti ai manieristi del ‘500 che agli artisti dell'Europa settentrionale presenti in Italia nel ‘600. L'evoluzione della sua arte è passata per una presa di coscienza del senso di panico e magia insito nella natura: un mondo fatto di sentieri, valli, colline, monti, cipressi e piccole figure umane, in cui gli elementi cercano continuamente di fondersi per effetto di nebbie, albe o tramonti. Nella continua giravolta di orizzonti agitati come un mare in burrasca, masse rarefatte che straripano fino ai bordi della tela, sentieri a strapiombo, emerge una "natura" irrazionale del paesaggio, che porta a momenti di intensa elevazione emotiva e spirituale.
Nato a Montappone (AP) nel 1944, Bartolini vive a lavora tra Roma e Macerata. Ha fatto parte del movimento d’arte Concettuale degli anni 70 e si è poi gradualmente spostato verso il genere "visionarioâ€. L'arte pittorica di Bartolini nasce infatti dall'azione concettuale, dai paesaggi dipinti sui pennelli degli anni settanta, in cui il pennello paradossalmente non dipingeva l’immagine, ma la riceveva. Dal 1982 è diventato uno dei protagonisti del recupero della tradizione pittorica paesistica e vedutistica italiana, unendosi al gruppo di Italo Mussa "Pittura Colta" e al movimento "anacronista", in cui ha riacceso la passione per i maestri storici del paesaggismo. E' stato invitato alla XLI Biennale di Venezia nel 1984 e alla XI Quadriennale d'Arte di Roma nel 1986, e ha esposto sue opere a Dallas, Los Angeles, Washington, New York, Toronto, Madrid, Londra, Adelaide, Tokio, Amman, Beirut, Il Cairo. Dal 1992 in poi Bartolini, come scrive Maurizio Calvesi, "ha creato nuovi prototipi (tra mentali e sensibili) di paesaggio, che nessuna relazione hanno con la consueta matrice impressionista, ma attingono un grado di astrazione nell’evocazione del naturale e in un sovvertito richiamo ai tagli classici". Bartolini si è dedicato di recente anche a stupendi mobili dipinti, a dimostrazione di essere un artista che sovverte incessantemente le proprie fonti, ricordando allo spettatore che i paesaggi onirici da lui creati vanno sempre interpretati da una sensibilità moderna.
Vernice: Venerdì 3 giugno 2005 – ore 18.30
Galleria Planetario
Arte Moderna e Contemporanea
Via Filzi 4 - Trieste
Orario: da lunedì a venerdì ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00, sabato ore 10.00-13.00