Fotografie e 3 video di performance. Nella Basilica San Giorgio Maggiore tele di German Portal che adottano la forma di uno stendardo
Le fotografie di Désirée Palmen ci colpiscono subito, al primo sguardo. Sono immagini che catturano giocosamente l’attenzione e poi fanno pensare. La serie di lavori esposti in Galleria prende infatti spunto da un’ordinanza già in vigore in Olanda e presto in attuazione anche in Italia che lede la libertà dell’individuo. Tale provvedimento si serve di migliaia di telecamere distribuite e nascoste nel territorio per monitorare di continuo gli spazi pubblici. Una forma di controllo sociale rigorosa e intransigente, pressochè ineludibile. Al cospetto di tale costrizione non ci resta che l’ingegno e come nel caso della Palmen la creatività . L’artista inizia così il suo lavoro: originale, ricco ed ingegnoso. Attraverso la realizzazione di costumi parzialmente dipinti con le immagini dell’ambiente a cui si frappongono, l’artista permette al soggetto che li indossa di eludere la vigilanza. Sfugge lo sguardo crudele del cacciatore, capace di nascondersi, preda vincente. Il fenomeno del mimetismo animale giunge in soccorso all’uomo e per un attimo torniamo liberi di essere noi stessi. In mostra oltre alle fotografie saranno presenti tre video che nascono da performance realizzate a partire da questo stesso tema.
(CS)
Désirée Palmen (nata a Maasbracht, Olanda, 1963) vive e lavora a Rotterdam. Una delle artiste più interessanti e innovative della giovane scena europea, il suo lavoro – fotografia e performance – viene presentato a Venezia in anteprima per l’Italia. Sarà anche presente a Venezia nel festival di live performance “Reactionâ€, 10 e 11 giugno, un Evento Collaterale ufficiale della 51a Biennale di Venezia.
La mostra di Désirée Palmen è prodotta da Nuova Icona con il sostegno dell’Ambasciata Reale dei Paesi Bassi, Roma; in collaborazione con l’associazione Plug, Venezia.
Nuova Icona Gallery
454 Giudecca
30133 Venezia
Fermata "Palanca"
vaporetto/motoscafo lines 81 / 82 / 41 / 42
Germán Portal
Basilica San Giorgio Maggiore
Germán Portal (spagnolo, nato a Montevideo, Uruguay, 1979) vive e lavora a Barcellona. La sua pittura è stata esposta per la prima volta nel 2000. Si presenta a Venezia con lavori recenti. Il suo lavoro – una appassionata difesa della pittura – viene presentato in anteprima per l’Italia.
Negli antichi anditi del convento benedettino di S.Giorgio, la pittura di Portal presenta una riflessione sul ruolo della pittura nel tempo presente, attraverso la rivisitazione di antiche forme (gli stendardi) o addirittura la copia dall’antico. Nelle parole dell’artista: “l’insieme dei lavori ha un carattere edificante e di revisione. E’ il risultato di una investigazione e ricerca su un sistema di referenzeâ€. Questa ricerca di referenze estetiche e culturali, costruisce un sistema di complesse relazioni interne all’opera dell’autore e di relazione con il corpo dell’arte più in generale. Le opere sono raggruppate secondo unità tematiche:
STANDARD
Il titolo dato a questo gruppo di lavori si riferisce alla sua forma di presentazione. Si tratta di tele che adottano la forma di uno stendardo, un gagliardetto o un arazzo. La pittura adotta la forma di un “falsoâ€. Potrebbe trattarsi anche del contrario, ovvero, dell’ originale. In questo gruppo di opere c’è una simpatia per la forma di rappresentazione usata in altre pratiche artistiche. In ogni caso c’è una manifesta importanza data alla essenza formale in detrimento della concettuale. In definitiva, quest’ ultima, non và al di là dei limiti della pittura.
REFERENCIA
Le referenze (questa stessa parola serve come titolo per la maggioranza delle opere) sono diverse, tanto estetiche come culturali. Da bandiere, decorazioni e stendardi di uso civile e militare di diverse epoche.
SESIONES
ha un intenzione di creare sequenze su un argomento concreto. Appare, in tutti i lavori, uno sfondo del mondo del Vicino Oriente attraverso scene della vita contemporanea. C’è un interesse per l’arabesco, come mezzo per affrontare i soggetti rappresentati. Non c’è intenzione di generare discorsi sociali nè politici. La scelta casuale (e “personaleâ€) dell’argomento, viene dalla ricerca nell’ immaginario collettivo e individuale, come occorre nell’ caso dell’ Howitzer’s tapestry (Arazzo dell’obice). In Untitled#1,2 la pittura presenta una trasformazione dalla calligrafia al nulla.
FIGURA/COPY
(Don Sebastián de Morra)Questa serie di lavori presenta una investigazione formale sulla figura. S’impostano come differenti visioni di una stessa forma, la figura umana. Anche qui si dovrebbe accennare ad una ricerca di referenze, in questo caso nella pittura classica e contemporanea. In mostra è una copia di un’opera di un maestro della pittura: DonSebastián de Morra, di Velázquez. La scelta viene da un interesse “personale†ed estetico. La copia pretende costituire un genere o sub-genere, dove primeggia il recupero dello spirito dell’ originale al di sopra della ripetizione della forma. C’è, soprattutto, una intenzione di aggiornare l’originale nell’ essenza formale della copia, più che una rivisita o nuova versione del modello. Il ritratto di un nano buffone, va alla ricerca del singolare (quasi grottesco), il “reale†inteso come cronaca o documento di un fatto, una situazione o un atto.
Mostra è prodotta da Nuova Icona in collaborazione con l’associazione Plug, e l’Abbazia di San Giorgio Maggiore, Venezia
Immagine: Desirée Palmen, 2001. 100 x 150 cm foto