Galleria d'Arte Moderna - GAM
Torino
via Magenta, 31
011 4429518, 011 4429595 FAX 011 4429550
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Mangiami
dal 23/11/2000 al 3/12/2000
011 5629911
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Segnalato da

Daniela Matteu



approfondimenti

Paolo Grassino



 
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23/11/2000

Mangiami

Galleria d'Arte Moderna - GAM, Torino

Sul piano alimentare viene tracciata una netta distinzione tra uomini e dei: i primi ricevono la carne perché hanno bisogno, per vivere, di vivande periture come perituri sono essi stessi; i secondi hanno il privilegio degli aromi, dei profumi, delle sostanze incorruttibili che costituiscono i nutrimenti superiori riservati alle potenze immortali. La frontiera in relazione agli animali è meno netta, perché uomini e animali hanno in comune il bisogno di mangiare: insieme soffrono di quella fame che è segno della morte.


comunicato stampa

Mostra di Paolo Grassino.

Sul piano alimentare viene tracciata una netta distinzione tra uomini e dei: i primi ricevono la carne perché hanno bisogno, per vivere, di vivande periture come perituri sono essi stessi; i secondi hanno il privilegio degli aromi, dei profumi, delle sostanze incorruttibili che costituiscono i nutrimenti superiori riservati alle potenze immortali. La frontiera in relazione agli animali è meno netta, perché uomini e animali hanno in comune il bisogno di mangiare: insieme soffrono di quella fame che è segno della morte.
(Marcel Detienne, 1977)

La Videoteca GAM continua il ciclo dedicato alle interrelazioni tra video e altri linguaggi artistici presentando in questo secondo appuntamento due nuove opere di Paolo Grassino: una video proiezione e un pannello-mosaico, composto da linee di spugne colorate. L'artista torinese ha già lavorato col video e con le spugne, ma per la prima volta la sua opera stringe un rapporto diretto tra questi due filoni della sua ricerca artistica. Il mosaico è un'opera di grandi dimensioni (3m X 5m).

Raffigura un branco di cervi gialli giunti sul proscenio, a fissare l'osservatore con orbite bianche, deserte d'ogni espressione di vita. Nel bianco lattiginoso di quegli occhi Grassino ha immerso la telecamera. In profondità vi ha trovato immagini, scontornate e solarizzate, che di quel bianco si nutrono come fosse la vera sostanza di un colore che si da sempre come negativo di un'immagine di realtà e vita.

Grassino in mangiami ha ripensato il luogo artistico della 'natura morta' partendo dal linguaggio desolatamente decorativo dei poster e delle cartoline con scene di natura che imperversavano nelle case e nelle edicole trent'anni fa. Tra l'inespressione analgesica di quel decorativismo naturalistico e l'aggressività visiva di mangiami, si apre lo spazio della ricerca che nell'opera di Grassino si propone attraverso i codici della caccia. Il video si sviluppa dall'inquadratura di un cane, dal particolare dei suoi occhi e dall'apertura della sua bocca, in cui sono iscritti la tensione e il desiderio, di liberarsi nello scatto della rincorsa, di incominciare la ricerca. Cane e cervi, l'uno affianco agli altri, sono in egual misura prede e cacciatori. Tra di loro si rimanda la voce di sfida e di preghiera: mangiami.

Non importa che il cervo sia da sempre l'immagine della caccia nobile, preda reale per eccellenza per tutto il medioevo e oltre. Non importa che il cane sia invece l'incrocio di un lupo e di chissà quante altre razze. Nella loro sfida, come nella loro preghiera, agisce un unico istinto e un'unica necessità, quella di darsi all'inseguimento per giungere agli itinerari che conducono ai confini. A questo serviva la caccia nell'antichità. Agronomoi erano detti i giovani cacciatori ateniesi. Il loro esercizio cinegetico fissava i confini col mondo animale e aveva luogo in quello spazio di ambiguità dove i giovani erano chiamati a incarnare tanto l'incertezza del passaggio quanto la finale e risolutiva delimitazione dei confini sia col mondo animale, sia con lo spazio della trasgressione. È tale spazio che Paolo Grassino si spinge a perlustrare.

Abbandonato il compito di tracciare rassicuranti confini, esaspera il movimento delle immagini video fino a trasformare il nostro orizzonte in un vortice di linee in cui il cercare e il perdersi, l'inseguire e il fuggire si confondono. Mangiami diviene allora l'imperativo della omofagia, della non-legge del mondo animale e dello spazio della trasgressione, in cui animale mangia animale, in cui il desiderio ultimo è quello di divorare se stessi. Se è necessario sciogliere al fine la metafora: l'omofagia non è che la legge della ricerca artistica.

Grassino non immagina solamente un'arte fuori dalle regole, ma ricerca una nuova forma di cinismo. La sua arte deve essere capace di cibarsi di mille maestri e mille stimoli, capace di farsi bastarda, come egli stesso ama dire, fino a perdere un pezzettino della propria identità ad ogni nuovo morso. Come i cinici invitavano i giovani a cibarsi dei propri genitori, rodendone il capo sull'altare sacrificale per annullare il proprio corpo nella bestialità, così la cultura Techno che emerge dalle immagini video di Grassino porta all'annullamento del proprio corpo e del proprio io in un'unica onda sonora che fugge correndo vorticosamente lungo la linea di confine.

Orario - tutti i giorni - dalle 15 alle 19 - chiuso il lunedi'.

Videoteca GAM - secondo piano - via Magenta 31 - Torino - Tel: 011 4429597

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