Fiorile Arte
Bologna
via Nosadella 37/D

L@peCorina smarrita
dal 27/11/2000 al 16/12/2000
051 331676

Segnalato da

Patrizia Campani




 
calendario eventi  :: 




27/11/2000

L@peCorina smarrita

Fiorile Arte, Bologna

La mostra, a cura di Edoardo Di Mauro, presenterà un lavoro creato da Enrico Michieletto appositamente per Fiorile Arte. L'installazione occuperà l'intero spazio della galleria, proponendo un gioco di rimandi tra superfici verticali ed orizzontali.


comunicato stampa

Mostra di Enrico Michieletto.

A cura di Edoardo Di Mauro.

Un recente saggio dell'acuto e prolifico studioso di estetica Mario Perniola, intitolato "L'arte e la sua ombra", di cui ho appena iniziato la lettura, pone in essere una serie di osservazioni in merito alle varie contraddizioni caratterizzanti la fenomenologia globalizzata degli eventi artistici contemporanei, annunciata ma ancora controllabile negli anni'80, acuitasi a partire dallo scorso decennio.

Tra coloro che rivendicano l'autonomia dell'arte senza neppure crederci fino in fondo, e quelli che praticano una opposizione più che altro virtuale nei confronti del "sistema", tramite un'immersione ludico-comportamentale nel flusso del reale e della comunicazione, Perniola individua una "zona d'ombra", una sorta di scia lasciata dall'apparire incessante dei vari simulacri d'arte, in cui questa manifesta la sua attuale ragion d'essere.
Spostandoci sul piano, di necessità maggiormente pragmatico, su cui si svolge, per la maggior parte del tempo a disposizione, l'attività di chi, tutto sommato, crede ancora nella funzione di una critica militante, lavoro che spesso sottrae tempo all'elaborazione necessaria di riflessioni estetiche di più ampio respiro, credo di poter affermare, pur condividendo la tesi di Perniola sull'esistenza, in arte, di una sorta di "bipolarismo", di avere costantemente denunciato, sulla base dell'esperienza "diretta", e con tenacia incessante nel trascorso decennio, la concreta presenza, particolarmente in Italia, di numerose individualità il cui lavoro, pur diverso e talvolta antitetico, individua l'esistenza certa di una possibile "terza via".

Un panorama eclettico di personalità, la cui caratteristica comune è costituita dalla produzione di opere ed azioni in cui il disincanto e la polemica nei confronti della crescente superficialità e mercificazione dell'esistente si abbina alla capacità di proporre analisi spesso approfondite e mai banali, in cui è ancora vivo un margine non secondario di spazio concesso alla rivendicazione di una manualità non fine a sé stessa, ma sempre tesa verso la progettualità. In questo ambito mi pare si possa ascrivere il lavoro di Enrico Michieletto, nel quale mi sono di recente imbattuto.

Elemento centrale dell'articolato operare di Michieletto è il rapporto speculare tra l'uomo e la sua controparte animale, rapporto analizzato con modalità raffinate ed originali, rispetto alle pratiche con cui le componenti zoomorfe vengono rappresentate in arte di questi tempi, quasi sempre con una prassi tra il lugubre e lo spettacolare, si veda, tra gli altri, l'esempio degli animali sezionati in formalina di Damien Hirst, o lo sconcertante, in tutti i sensi, cavallo appeso di Cattelan.

In Michieletto il tutto viene ribaltato in una dimensione di rigore antropologico, rispetto al rapporto che millenarmente intercorre tra l'uomo e le varie specie animali, con lui competitrici nell'acquisizione di spazi e risorse vitali, avvantaggiate da maggiori doti di agilità e forza fisica, ma alla fine soccombenti in virtù della capacità umana di trasmissione del sapere su base prima orale, poi scritta, e dalla sempre più ampia e raffinata dotazione di "protesi" extraorganiche.

Nelle opere di Enrico Michieletto, complesse sintesi di pittura, installazione e performance, questo assunto non ha la pretesa di manifestarsi con seriosità scientifica, ma viene proposto con toni tenui e, nella costruzione delle immagini bidimensionali, sapientemente decorativi. I lavori recenti vedono la rappresentazione predominante di uno stereotipo animale preciso, quello della pecora, visto nella dimensione emblematica di mitezza e di protezione, nei confronti della specie umana, col tramite della donazione del vello.

Questo simbolo viene arricchito dall'immissione di elementi tratti dalla narrativa popolare, come il rapporto atipico con un ape, qui citato, ed ironicamente contraddetto dal vestimento della pecora, intarsiato con elementi decorativi che paiono tratti dalla tradizione aniconica orientale, spesso giacente in pose aggressive e pugnaci. L'installazione proposta a Fiorile Arte si articola su più piani, atti a convergere in una lettura unitaria, comprendenti elementi parietali e collocati a suolo, e su di una performance finale, che coinvolgerà il pubblico, inducendolo a partecipare ed a riflettere sui temi che l'artista evoca con il suo lavoro.
(Edoardo Di Mauro)

Orario - dal mercoledi' al sabato - dalle 16 alle 19.

Fiorile Arte - via Nosadella 37 - Bologna - Tel: 051 331676

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