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Christiana Galanopoulou



 
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14/7/2005

World City Dance

Palazzo Ducale, Andria (BT)

Nell'ambito del Festival Internazionale Castel dei Mondi. Citta' ideale, citta' globale. La manifestazione e' dedicata al rapporto del teatro, delle arti sceniche e delle arti visuali con i nuovi media. A cura di Christiana Galanopoulou.


comunicato stampa

Nell'ambito del Festival Internazionale Castel dei Mondi. Citta' ideale, citta' globale

a cura di: Christiana Galanopoulou

Le rappresentazioni della città ideale sono sempre state uno specchio delle concezioni politiche artistiche e filosofiche. I greci hanno la fortuna di aver ereditato la visione di Platone e gli italiani le rappresentazioni delle città dipinte da Mantegna, o quelle di Canaletto, o ancora le più recenti “Città invisibili” di Calvino.

E’certo deludente che la realtà non si sia mai avvicinata alle visioni poetiche, e che sia così difficile vivere nelle città come concretamente sono, ma possiamo ugualmente riconoscere due prospettive positive in questa relazione.

La prima, che esiste sempre una componente di poesia nella città, che dipende da come ciascuno la vede. Se, per esempio, chiudi gli occhi per un attimo nella notte, e lasci che le luci delle auto si mescolino in una composizione di punti di colore, allora potrai di sicuro cogliere la magia che la città offre gratuitamente.

Alcuni, come Chiyuiki Kojima, fanno proprio così, in Night Jam, lasciandosi meravigliare dall’immagine poetica della città e chiedendosi: ho mai immaginato la mia città ideale, diversa da questa, quella dove vivo?

La seconda, che vivere in una città, nonostante la sua sporcizia, il rumore e tutte le difficoltà e le durezze, rappresenta ancora una ispirazione per la visione di città ideali. Come nel caso di Mariella Nestora Batt.low, per cui l’insostenibile situazione di Atene prima dei Giochi Olimpici del 2004, è stata una fonte di ispirazione per concepire un’Atene ideale, in cui la gente, gli animali e le piante potrebbero vivere in pace e con calma, come se vivessero in una città sotto l’oceano.

La memoria è poesia, come ha detto una volta Chris Marker. La nostra memoria nella città, la trasforma un uno spazio che è diverso ai nostri occhi, trasmette la sua immagine atttraverso il prisma della nostra esperienza passata, la vestono dei nostri sentimenti. La città non è mai la stessa per due persone. Ci si potrebbe infatti chiedere: viviamo nella città così come è o come ci immaginiamo che sia in rapporto ai nostri ricordi? Troviamo l’immagine poetica della città vista attraverso la memoria in We got old di Rachel Davis.

Qualcuno di noi trova difficile immaginare la propria vita al di fuori delle megalopoli contemporanee, con i ritmi urbani, la facciata multiculturale e i suoi angoli bui, con il rumore e la mancanza di comunicazione, come la dipinge Ethem Ozguven’s, in Delirium.
Le città globali circoscrivono la vita dei loro abitanti, come fa la Berlino multilinguistica di (left)between us di Luc Dunberry. La città divora i suoi figli, e li trasforma in cannibali, perchè non possono comunicare in altro modo, ma lasciano ugualmente uno spazio perchè i sentimenti crescano.

TTV Festival

Il festival è uno dei più autorevoli del panorama internazionale tra quelli dedicati al rapporto del teatro, delle arti sceniche e delle arti visuali con i nuovi media, grazie alla continuità delle attività (con il 2004 ha raggiunto la diciassettesima edizione), alla qualità dei programmi presentati, alla ricchezza dei rapporti internazionali, all’ indipendenza e alla qualità delle giurie.

Un grande impegno è stato speso con successo per la promozione degli autori italiani all’estero: dal 1995 (e specialmente negli anni 2001-2005 con diversi programmi presentati a Londra, Parigi, Giakarta, New York, Atene, Toronto, Oslo e Monaco) numerosi festival e istituti internazionali di cultura hanno presentato i programmi del festival riccionese.

Palazzo Ducale - Andria

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