Chernobyl, Fall Out Infinito
Chernobyl, Fall Out Infinito
Il lavoro esposto è una sintesi di quaranta fotografie in bianco e nero (accompagnate da un filmato con interviste), realizzate dalla reporter romana tra l’autunno del 2004 e l’inverno del 2005 grazie all’amichevole collaborazione di Progetto Humus Legambiente Solidarietà , e dedicate principalmente alla Bielorussia, uno dei paesi maggiormente colpiti dal fall-out radioattivo di Chernobyl.
I fatti: nella notte tra il 25 e il 26 Aprile 1986 il reattore n. 4 della Centrale Nucleare di Chernobyl esplode a causa d’un esperimento condotto in modo irresponsabile dai tecnici in servizio. Il nocciolo del reattore, a contatto con l’aria, inizia a bruciare sprigionando vapori, gas, grafite e una radioattività stimata in 20 milioni di Curie, circa 200 superiore volte alla bomba di Hiroshima. Nel tentativo di minimizzare e contenere l’incidente i soccorsi alla popolazione partono dopo due giorni, in una totale impreparazione a far fronte a così alte concentrazioni di radioattività . Circa 200.000 persone vengono evacuate dall’area intorno alla Centrale e trasferite altrove mentre vengono inviate squadre di liquidatori che dovranno radere al suolo i villaggi più colpiti dalle radiazioni e “intombarli†sotto cumuli di terra e sabbia. Intanto, intorno al reattore, viene costruito un sarcofago di cemento e acciaio che tuttora contiene circa 150 tonnellate di combustibile nucleare instabile. Le stime della ricaduta radiottiva a macchia di leopardo, ancora oggi ufficiose, parlano di un’area contaminata di 155.000 km2 che ha interessato 9 milioni di persone tra Russia, Ucraina e soprattutto Bielorussia, dove s’è riversata il 70% della radioattività coprendo circa un quinto del territorio. I decessi per cause riconducibili a Chernobyl sarebbero circa 200.000 e oltre 3 milioni le vittime dirette e indirette. Il sarcofago, oggi costantemente monitorato, presenta preoccupanti cedimenti strutturali. e il pericolo Chernobyl, tutt’altro che terminato, è “contenuto†da una struttura sempre più precaria.
Il lavoro, ispirato al libro Preghiera per Chernobyl, di Svetlana Aleksievic, vuol dare un volto alle persone che da vent’anni combattono contro un mostro impercettibile che ha cambiato la loro esistenza. Daria de Benedetti ha intrapreso un viaggio fatto di volti, storie, terre e villaggi abbandonati. Il reportage narra ricordi lontani ma ancora vivi e mostra interni avvolti nel buio, metafora della rassegnazione, paura e sofferenza che avvolge coloro che cercano di sopravvivere. Il lavoro ci fa entrare nella realtà di chi quotidiananmente convive con la contaminazione del cibo e della terra, di chi ha visto sparire interi villaggi, degli anziani (che sono tornati alle proprie case, all’interno della zona di esclusione), dei bambini che vivono negli internati e negli ospedali e di tutti coloro che non dovrebbero essere dimenticati.
La mostra è realizzata in occasione dell’XI Biennale Internazionale di Fotografia di Torino
A fare da corollario alla mostra, verrà organizzata una Tavola rotonda cui parteciperanno tra gli altri, Daria de Benedetti e Massimo Bonfanti (Progetto Humus)
Sabato 1 ottobre ore 15.00 - Photoikon Via Porporati 9 Torino
Tre serate saranno invece dedicate alla performance “Preghiera per Chernobyl. Letture d’attore†con Oliviero Corbetta, Luisa Ziliotto, Daniela Vassallo e Cristina Giolitti. Testi tratti dal volume omonimo di Svetlana Aleksievic.
13 – 22 settembre e 1 ottobre ore 18.00 – Photoikon Via Porporati 9
Info Organizzazione
Associazione Comitato Girotondo
Federico Manassero 328.7828309
Photoikon
Via Porporati 9 - Torino
Orari: da martedì a venerdì 15.00 – 19.00
Sabato e domenica 10.00 – 19.00
Chiuso: lunedì
Ufficio Stampa:
Daniela Trunfio - fond.foto.stampa@libero.it
Arianna Bandinu – photoikon.press@fastwebnet.it