Santuari di Maria SS. dei Miracoli
Mussomeli (CL)
Via P. Emiliani Giudici
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Domenico Provenzani
dal 8/9/2005 al 15/9/2005
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Domenico Provenzani



 
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8/9/2005

Domenico Provenzani

Santuari di Maria SS. dei Miracoli, Mussomeli (CL)

Segni nell'area nissena agrigentina. Convegno di Studi e mostra delle opere su tela del pittore palmese a conclusione dei lavori di restauro della volta del Santuario.


comunicato stampa

Segni nell'area nissena agrigentina

A conclusione dei lavori di restauro della volta del Santuario Mariano di Mussomeli si terrà il Convegno di Studi e relativa mostra in sito delle opere su tela del pittore palmese Domenico Provenzani, organizzato dal Comitato Ager Sicanius. I lavori di studio sull’autore e la sua epoca nel contesto siciliano del Settecento, avranno inizio il venerdì 9 Settembre 2005 alle ore 16.00 presso la Chiesa di Maria SS. dei Miracoli..
Il Convegno vedrà la presenza di autorevoli storici dell’arte e studiosi. Sono previsti interventi di Francesco Paolo Amico, Rosalba Panvini, Angelo Barba, Mariny Guttilla, Giacomo Cumbo, Calogero Barba, Biagio Alessi, Giuseppe Incaglio, Anna Maria Schmidt e Giovanna Comes.

Il dipinto voluto dai Frati Domenicani rappresenta Il trionfo della fede cattolica sull’eresia ripreso da un prototipo di Francesco Solimena (Canale di Serino,1657 - Barra, 1747) eseguito nella sagrestia di San Domenico Maggiore di Napoli nel 1709.

Il dipinto mussomelese, è stato realizzato prendendo spunto da un’incisione dell’epoca stampata in molte copie da Francesco La Marra. La stampa calcografica in possesso del Provenzano o Provenzani come si firmò negli ultimi anni della sua vita, faceva parte dell’album-catalogo del pittore che comprendeva diversi autori di scuola romana e napoletana di fama europea.
L’intervento di restauro conservativo ha ridato luce a un lavoro pittorico tra i più vasti e complessi eseguiti dal pittore palmese Domenico Provenzani e aiuti attorno al 1770 nell’entroterra siciliano.
L’affresco della volta fu realizzato sotto l’Ordine domenicano dei Padri Predicatori di Mussomeli, vero centro di potere culturale e religioso a partire dal 1724. In quell’anno fu fondato l’Ordine domenicano a Mussomeli che si mantenne fino alla soppressione degli Ordini Religiosi del 1866 attuate con le cosiddette leggi eversive emanate dallo stato italiano post unitario.

Segni nell'area nissena agrigentina

Il vasto ciclo decorativo degli affreschi delle pareti e della volta del Santuario Mariano Mussomelese è opera del noto pittore palmese Domenico Provenzani, nato a Palma di Montechiaro il 20 settembre 1736, morto il 29 gennaio 1794. Il padre Calogero Rosario Provenzano (Palma, 1680- 1749), fu un valente intagliatore del legno e un mediocre pittore.
Figlio d’arte dopo la morte del padre a tredici anni, fu avviato alla pittura dal signore di Palma, il principe Don Ferdinando Tomasi di Lampedusa (1697-1775).

Nel 1750 fu messo inizialmente a bottega presso il Cavaliere Gaspare Serenario (1707-1759), gran pittore palermitano e in seguito presso il pittore Vito D’Anna (Palermo, 1718-1769).

Questo periodo di formazione tecnica e artistica, sicuramente durato non meno di cinque anni, gli lascerà il segno dell’arte dei due maestri, segni riscontrabili in certi modi di strutturare la composizione, sviluppare il disegno, applicare il colore e rendere il panneggio a campitura tonale quasi cartonata.

Del pittore risulta poco indagata la vasta attività di abile ritrattista di cui si conoscono alcuni ritratti su tela di personaggi dei vari ordini religiosi sparsi per l’isola dove l’artista prestò servizio artistico.

Degno di nota per equilibrio compositivo e per la resa psicologica del personaggio è il ritratto del P. Priore fra Vincenzo Biondolillo (Mussomeli, 1710-1794), conservato nella sagrestia dell’ex convento dei domenicani di Mussomeli. Inoltre sono da ricordare i ritratti dei vescovi agrigentini Mons. Andrea Lucchesi Palli (1692-1768), Mons. Antonio Lanza (1728-1775) e di Mons. Antonio Cavaleri (1719-1791) oggi conservati nel Palazzo Vescovile di Agrigento.

La pittura a fresco nel Settecento siciliano trova la massima espressione in alcuni pittori formatisi in ambienti artistici extraisolani che portarono nell’isola i più innovativi modi pittorici in uso a Roma e Napoli da maestri di chiara fama.
Tra questi nomadi e attivi pittori isolani, che dal Barocco conducono verso il Rococò e aprono la porta del Neoclassicismo, particolare ruolo hanno avuto in Sicilia, Antonio Grano, il fiammingo Guglielmo Borremans, Vito Vasta, Gaspare Serenario, Gioacchino Martorana, Gaspare Fumagalli, Filippo Tancredi, Olivio Sozzi, Filippo Randazzo, Vito D’Anna, Giuseppe Crestadoro, Letterio Paladino, i fratelli Manno e moltissimi altri che hanno decorato i maggiori complessi religiosi e le maggiori ville dell’aristocrazia siciliana.

Il Provenzani, per le numerose testimonianze pittoriche lasciate nella Sicilia sud-occidetale e centrale, a diritto si può includere assieme ai summenzionati artisti tra i migliori artisti siciliani del Settecento. Diverse sono le città dove si conservano le opere del pittore palmese, come Agrigento, Licata, Naro, Mussomeli, Delia, Alessandria della Rocca.

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