Cinque artisti italiani cutting edge esprimono la loro idea sul Made in Italy attraverso opere in cui si utilizzano media artistici differenti (video, installazioni, fotografia, pittura)
Art&Fashion Made in Italy
La crisi del Made in Italy nella moda è oggetto di numerose discussioni e tavole rotonde. Se ne parla sin troppo in certi casi, cercando di capire le cause profonde di questa crisi e, soprattutto, quali siano le possibili vie d’uscita.
Dalle ultime sfilate di Milano Collezioni si è sentita l’esigenza di difendere il ruolo del “Made in Italy†come cavallo di battaglia contro le “invasioni asiaticheâ€, rendendo onore alle tecniche, alle persone che hanno creato il mito di questo “fare artistico italianoâ€.
Oggi più che mai si deve rilanciare il Made in Italy, attraverso lo sviluppo e l’innovazione di prodotti e di servizi, continuando a supportare i mille talenti del nostro territorio. “Scommettere sul Made in Italy vuol dire scommettere sulla nostra capacità di continuare ad offrire al mondo piccole felicità ed emozioni quotidianeâ€.
In questo processo l’arte e la creatività hanno sempre avuto e continueranno a giocare un ruolo fondamentale, nell’innovare e nel saper comunicare in modo sempre inedito ed efficace.
Cinque artisti italiani visualizzano la loro idea del “Made in Italyâ€: la creatività come fattore comune all’arte e alla moda
Abbiamo chiesto a cinque artisti italiani cutting edge di poter esprimere la loro idea sul Made in Italy attraverso opere in cui si utilizzeranno media artistici differenti (video, installazioni, fotografia, pittura). L’evento “CrossOver. Art&Fashion Made in Italy†vedrà la partecipazione di Adriano Persiani, artista bolognese che crea abiti-scultura e arredi stravaganti, a cavallo tra un gusto barocco e kitsch, realizzati in materiali poveri e quotidiani. Icone pregne di memoria storica e dalle forme bizzarre che sbalordiscono per l’esuberanza estetica e l’incoerenza materica. Sempre nel segno di un interesse per le suppellettili di casa, sono i dipinti di Andrea Ventura che ritraggono sovente muti scenari d’interni e di arredamenti, sospesi in una singolare commedia metafisica.
Vanno in direzione opposta le performance di Maurizio Rabino che esplora il rapporto arte e moda attraverso le trame-ordito delle acconciature imprigionate nella creta: forme a metà tra scultura e tableux vivant, poi documentate da immagini fotografiche. Un interesse verso il corpo e la fusione/confusione tra le identità , quella maschile e femminile, un tema continuamente esplorato dai fashion designer e anticipato da sociologi (vedi il caso, vero o presunto del metrosexual).
Su questa linea di confine, tra apparenza e realtà , fisico-metafisico, si muove il lavoro di Marco Giovani, che propone immagini stampate su tela in cui il concetto stesso di identità sembra quasi svanire, giocando su sottili paradossi visivi: la realtà spesso inganna l’occhio, apparendo “diversaâ€, quasi surreale, a seconda dei punti di vista. L’artista propone una serie di “Aliensâ€, figure in apparenza ri-vestite, uomini come manichini e mummie: forse la moda e il corpo sono diventati una prigione da cui è difficile liberarsi. Chiude il percorso lo sguardo attento e assolutamente ironico delle immagini fotografiche scattate da Luca Vannulli, artista che cattura gli sguardi dei passanti di fronte alle vetrine di negozi: una sorta di teatro, talora comico, talora anche cinico, che documenta le reazioni della società di fronte al consumismo imperante.
Una mostra che, attraverso punti di vista differenti, intende lanciare un segnale positivo, un segno visibile della creatività italiana a sostegno della moda, che dall’arte ha sempre tratto spunti e ispirazione.
Galleria Stragapede e Perini
Viale Filippetti, 41 - Milano