Una panoramica sull'incisione. La mostra permette di sperimentare da vicino le sensazioni trasmesse da un genere artistico antico, con una sua specificita' e un alto grado di complessita' tecnica.
Una panoramica sull'incisione
Questa esposizione permette di sperimentare da vicino le profonde sensazioni trasmesse da un genere artistico antico e importante, con una sua specificità intensa ed un alto grado di complessità tecnica, fondato su un elaborato processo artigianale che le moderne tecniche di riproduzione tendono a svilire, semplificare e impoverire. Svuotato di senso il ruolo storico di documentazione, illustrazione, copia, riproduzione e variazione, con un’evoluzione simile alla pittura, l’incisione è oggi spinta a superare l’obbedienza mimetica, la regolarità del tratteggio fitto e sistematico per affrontare direttamente e autonomamente la vertigine del foglio bianco con la forza del sentimento e il coraggio della ricerca.
Per chi ne conosca i segreti e la pratichi con l’intento di vivere il presente nella sua impegnativa complessità , come queste tre artiste che hanno in comune la formazione presso la prestigiosa scuola del Bisonte di Firenze, l’incisione offre un’infinita possibilità di sperimentazione, di sovrapposizione di tecniche e varianti di stampa, con risultati originali ed imprevedibili. Spiccano, in questi lavori, il gusto per l’aspetto materiale, fisico ed aggressivo dell’incisione; la tensione dinamica al corpo a corpo col foglio; l’amore per il tratto netto e secco, che marca il contrasto tra il bianco della carta ed il nero del segno; la sovrapposizione di più tecniche nei fogli, a dimostrazione di una sicura conoscenza degli aspetti più sottili, direi quasi chimici, della pratica; la sensibilità romantica e libertaria per la natura e gli agenti atmosferici, di cui gli inchiostri e gli acidi, quasi in possesso di una volontà propria, rappresentano gli equivalenti.
Naturalmente poi le singole personalità aggiungono tratti distintivi: Erico vince la sfida del vuoto contrapponendo, in uno spazio così arioso e prospettico da sembrare una quinta teatrale, l’autorità e l’ordine di una lenta cascata di segni sottili a drammatiche macchie, selvagge esplosioni di vita tenute a freno a fatica. I lavori di Simona sono sempre metaforicamente en plain air, manifestano un’acuta sensibilità verso gli agenti atmosferici, la cui azione incessante, capricciosa e imprevedibile simboleggia l’incertezza delle condizioni esistenziali, la pericolosa felicità del nomadismo. Kristina affronta il vuoto con cautela e sottigliezza, pochi determinanti segni che attraversano lo spazio da una parte all’altra come esploratori che marcano un territorio ostile ed ignoto, ma destinato ad essere sottomesso alla forza di volontà dell’artista.
In tutti questi fogli, si ripete il miracolo dell’arte: il vuoto, minaccia perenne del non senso della vita, si riempie di bellezza, che è speranza e salvezza per tutti noi. Enrico Formica
Portrait cafe'
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