Le stanze di Doralice. La produzione dell'artista spazia dalla ceramica alla grafica, dalle fusioni in bronzo ai vetri, dai gioielli alle case. Egli e' pittore, scultore, ceramista, orafo, decoratore; dipinge tele e vetrate, realizza terracotte, crea gioielli e oggetti di uso quotidiano.
Le stanze di Doralice
Una mostra singolare, a Palazzo Mediceo di Seravezza, dal 15 ottobre al 27 novembre 2005, riassume l’universo incantato e colorato dell’artista poliedrico Antonio Barberi, nato a Forte dei Marmi, dove vive e lavora.
La produzione di Barberi non si ferma solo alla pittura, ma spazia dalla ceramica alla grafica, dalle fusioni in bronzo ai vetri, dai gioielli alle case. Egli è pittore, scultore, ceramista, orafo, decoratore; dipinge tele e vetrate, realizza terracotte, crea gioielli e oggetti di uso quotidiano. Con un originale accostamento di colori e con la fantasia trasforma le case in vere opere d’arte e le riempie di allegria intervenendo su vetri, pavimenti, pareti, soffitti, mobili, lavandini, ed altro.
“Io penso a me stesso – scrive - non tanto come a un artista quanto piuttosto a una specie di missionario: i missionari cercano di portare alla gente la parola di Dio, la salvezza dell’anima; io in questo lungo tempo ho cercato di dedicarmi agli altri portando fantasia e creatività . Questo nostro è un mondo distratto, spesso superficiale (…). Ho pensato che allo spirito delle persone giovi molto la poesia, la bellezza delle cose e l’arte, la pittura la scultura la musica. Le persone che praticano l’arte, che la seguono e l’apprezzano, possono diventare più buone, più sensibili, migliori insomma. Così cerco di fare arte per gli altri (..)â€.
Propiziano il suo avvio alla pittura, agli inizi degli anni sessanta, artisti celebri - come Mino Maccari, Ernesto Treccani, Achille Funi, Carlo Carrà , Ugo Guidi - che in quel periodo frequentavano il colorificio di Forte dei Marmi del suo Nonno: nel retrobottega, dove venivano realizzati i colori, si discuteva di arte.
Agli inizi dell’attività Barberi è attento alle più significative istanze culturali del 900, e la sua pittura risente delle influenze del neo-espressionismo post-cubista e della nuova figurazione. Poi, progressivamente, egli acquisisce un’assoluta autonomia di linguaggio.
Alla fine degli anni ’70, Barberi sente l’esigenza di sperimentare altre tecniche e passa alla xilografia e alla ceramica, conservando una fantasia ed un’energia creativa che sembrano uscite dalle fiabe. E’ il periodo della produzione delle ceramiche, dove sono protagonisti animali onirici, fantastici, realizzati con una singolare mescolanza di colori.
“La Mostra di Seravezza - spiega il Sindaco Enrico Mazzucchi - è dedicata all’amatissima nipote Doralice, il cui mondo bambino sembra compenetrare la sensibilità di Antonio Barberi dilagando con i simboli, i segni, gli oggetti, gli animali che vanno ad animare le sue figurazioni, a riempire le stanze di cui si compone tutta la fantastica casa del sogno in cui l’artista versiliese vive e opera rimanendo, per un prodigio d’amore e di poesia, eternamente giovaneâ€.
Vi sono esposte, oltre ad un consistente numero di dipinti in rappresentanza di poiù di trent’anni di pittura, numerose ceramiche ed una selezione di gioielli, sculture, vetrofusioni, mobili e pannelli decorati.
“Tele, sculture, ceramiche, tessuti, mobili, gioielli – aggiunge Danila Giovannetti assessora alla cultura di Seravezza - sono gli elementi guida nel percorso di una mostra rivolta ad un pubblico ampio ed intergenerazionale. Il mondo poeticamente fatato di Barberi sa parlare, con diversi livelli di lettura, ai bambini e agli adulti, attraverso soggetti e oggetti fluttuanti o sorprendentemente emergenti in o dalla favola buona della realtà che Barberi raffigura in tutto il suo lavoroâ€.
Inaugurazione: 15 ottobre
Palazzo Mediceo
via XXIV Maggio 22 - Seravezza (LU)
Orari: 15-19,30 (chiusa lunedì)
Ingresso: € 5,00 (ridotto € 3,00) (include la visita al Museo Lavoro e Tradizioni Popolari della Versilia storica).