Giovanni Romano
Bruno Ciliento
Massimiliano Caldera
Elena Ciarli
Raffaella Bianchi
Philippe Daverio
Napoleone e il Piemonte. L'esposizione, suddivisa in 4 sezioni, si propone di ripercorrere la sorte delle opere di alcuni dei piu' significativi artisti piemontesi dei secoli XV e XVI, sottratte dalle loro sedi originarie durante il periodo napoleonico.
Napoleone e il Piemonte
DEPARDIEU NAPOLEONICO AD ALBA
Incontri, cinema, musica intorno all'Imperatore
"Il mio peso in Nutella e tartufi". Questa la simpatica condizione che Gérard Depardieu ha posto ai divertiti dirigenti della Fondazione Ferrero di Alba per partecipare, il prossimo 23 settembre, al primo degli incontri preparatori della grande mostra Napoleone e il Piemonte. Capolavori ritrovati che la stessa Fondazione e la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico del Piemonte proporranno dal 29 ottobre al 27 febbraio nella sua sede di Alba.
L'esposizione ripercorrerà la sorte delle opere di alcuni dei più significativi artisti piemontesi dei secoli XV e XVI, sottratte dalle loro sedi originarie durante il periodo napoleonico e avrà una intera prima sezione dedicata proprio all'Imperatore francese e alla sua Campagna d'Italia.
La presenza di Depardieu, accanto a Ernesto Ferrero, non è casuale. L'attore francese si è misurato più volte con il personaggio napoleonico, sia in teatro che in televisione e ha finito con l' "immedesimarsi" nel Corso, come simpaticamente afferma.
Ad Alba, Depardieu racconterà delle sue frequentazioni con Napoleone e lo farà nel modo intelligentemente ironico che lo contraddistingue
Napoleone e il Piemonte. Capolavori ritrovati è un evento espositivo promosso e organizzato dalla Fondazione Ferrero e dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico del Piemonte, in collaborazione con il Professor Giovanni Romano.
L’esposizione, allestita ad Alba, negli spazi della Fondazione Ferrero, dal 29 ottobre 2005 al 27 febbraio 2006, si propone di ripercorrere la sorte delle opere di alcuni dei più significativi artisti piemontesi dei secoli XV e XVI, sottratte dalle loro sedi originarie durante il periodo napoleonico.
Come è noto, grande fu l’interesse di Napoleone per le opere d’arte italiane, e quelli che un tempo furono dei veri e propri furti d’arte, sono in parte alla base della nascita di alcuni musei stranieri, in particolare il Louvre.
Le spoliazioni francesi furono sistematiche e si trattò della più colossale trasmigrazione di patrimonio artistico della storia, secondo una pianificazione che ebbe il suo stratega soprattutto nel barone Dominique Vivant Denon, definito “l’occhio di Bonaparte†e direttore del Musée Napoléon: l’Italia venne privata di parti importantissime del suo patrimonio artistico-devozionale, approfittando spesso della soppressione dei principali ordini religiosi.
Per quel che riguarda il Piemonte, una vera e propria indagine sistematica sul patrimonio artistico disperso in quel periodo non era mai stata svolta: l’occasione della mostra ha fornito l’opportunità di colmare tale lacuna, realizzando uno “screening†sull’intero territorio regionale.
Un contributo alla ricerca proviene anche dagli studi di alcuni eruditi del Settecento, come il barone albese Giuseppe Vernazza.
A lui si devono molti notizie sulla situazione delle opere dei Primitivi in epoca pre-napoleonica, come è emerso dalla monografia e dal convegno, entrambi promossi dalla Fondazione Ferrero nei mesi scorsi.
L’esposizione prevede quattro sezioni. La prima, storica, sarà dedicata ai personaggi che ebbero parte nelle vicende piemontesi di quegli anni: Napoleone, Paolina Bonaparte e Camillo Borghese, governatore del Piemonte; Menou, Jourdan, Soult, luogotenenti di Bonaparte.
Sono qui raccolti ritratti in pittura e scultura provenienti da Nizza, da Versailles, dal Louvre, da Sèvres e dal Museo Canova di Possagno.
La seconda sezione illustrerà con alcuni esempi (tra cui un dipinto del Guercino) il recupero di opere d’arte portate in Francia e rientrate in Italia dopo il 1815, grazie all’intervento diretto di Lodovico Costa, allievo dell’albese Vernazza.
Una terza sezione offrirà al pubblico la possibilità di vedere di nuovo riunite insieme dopo lungo tempo tavole di polittici smembrati, in seguito alle soppressioni napoleoniche: è il caso del polittico di Antoine De Lohny, le cui parti provengono dal Museo Mayer van der Bergh di Anversa, da una collezione privata di svizzera e dalla Galleria Sabauda di Torino; o del polittico cosiddetto di San Silano, opera di Gaudenzio Ferrari, diviso fra quattro diverse sedi.
La quarta sezione, la più ampia, è dedicata alla “musealizzazione†ovvero alla sistemazione di opere piemontesi in collezioni permanenti di musei italiani e stranieri di prestigio. Vi compaiono esemplari di pittori primitivi di grande valore come il trittico di Donato De Bardi del Metropolitan, la Madonna di Hans Clemer, ora al Museo Bardini di Firenze; un Defendente Ferrari proveniente dallo Staatliche Museen di Berlino e la cosiddetta Madonna Contini, anch’essa di Defendente, conservata agli Uffizi; e ancora Gandolfino da Roreto, Martino Spanzotti, Gerolamo Giovenone e altri artisti.
Mostra curata dal Comitato organizzativo Fondazione Ferrero, Bruno Ciliento, Massimiliano Caldera, Elena Ciarli, Raffaella Bianchi.
Comitato scientifico: Giovanni Romano, Carla Enrica Spantigati, Bruno Ciliento, Barbara Fioravanti, Guido Gentile, Massimiliano Caldera, Marina Sapelli Ragni,
Egle Micheletto, Michela Di Macco, Lucetta Levi Momigliano.
Allestimento progettato da Danilo Manassero.
Il programma di incontri collaterali alla mostra "Napoleone e il Piemonte. Capolavori ritrovati" prevede, dopo la serata del 23 settembre, un incontro in novembre con un altro "malato di "napoleonite", il critico d'arte di origine alsaziana Philippe Daverio, il cui fratello si chiama proprio Napoleone e che non manca mai di dedicare una puntata del suo Passepartout all'imperatore francese; e ancora, in dicembre, una serata con Gianni Rondolino, docente di storia del cinema presso l'Università di Torino, capitale del cinema.
L'incontro preluderà a un cineforum "napoleonico", con proiezione di pellicole storiche e recenti dedicate al condottiero corso, interpretato negli anni da decine di celebri attori.
In programma anche una serie di concerti dell'epoca napoleonica, scelti ad hoc per individuare i rapporti di Napoleone con l'arte musicale, tra cui la celeberrima: "Sinfonia Grande intitolata Bonaparte" ovvero la Sinfonia "Eroica" di Beethoven. Il compositore, portavoce musicale degli ideali dell'Illuminismo e del Romanticismo, dedicò inizialmente la sua Terza sinfonia a Napoleone, fremente partecipe agli ideali di democrazia nati con la rivoluzione francese. Il frontespizio recitava "Sinfonia Grande intitolata Bonaparte, del Sig. Ludwig van Beethoven"; ma quando Napoleone, si fece incoronare imperatore, Beethoven, come riporta la fedele cronaca dal suo amico ed allievo Ferdinand Ries, strappò adirato il frontespizio della partitura con la dedica a lui rivolta, vedendo in quell'incoronazione il tradimento dei valori propugnati. La dedicata iniziale a Napoleone Bonaparte, venne rimpiazzata in "Sinfonia Eroica composta per festeggiare il sovvenire di un grande Uomo" e dedicata, nell'edizione data alle stampe a Londra nel 1806, al principe mecenate Joseph Max Lobkowitz.
Nonostante i gusti di Napoleone tendessero alla semplicità dell'ascolto e quindi di una struttura musicale essenziale, la musica di Beethoven e la terza Sinfonia Eroica in particolare, rimangono le armonie simboliche della relazione e del travaglio di Napoleone e della sua epoca.
Con La Sinfonia Eroica (nel 200° Anniversario della Prima esecuzione), nella prima delle tre serate musicali, verranno eseguite anche la "Marche funèbre pour la mort du General Hoche" di G. Paisiello e, ancora di L.v. Beethoven, l'Overture "Le Creature di Prometeo".
Il programma della Stagione Napoleonica continuerà con altre due serate dedicate a compositori del medesimo ambito.
Ufficio stampa: Studio Esseci; Tel: 049/663499
Vernice per la Stampa: 28 ottobre alle ore 11
Inaugurazione: 29 ottobre
Fondazione Ferrero
Strada di mezzo 44 - Alba (Cuneo)
Orari di apertura: giorni feriali dalle 15.00 alle 19.00; giovedì dalle 15.00 alle 22.00 con ingresso gratutito. Sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00 con ingresso gratuito.
La Mostra resterà chiusa nei giorni 24, 25, 31 dicembre 2005 e 1 gennaio 2006.
Per gruppi e scuole di ogni ordine e grado la Mostra verrà aperta al mattino dalle 9.00 alle 12.30 nei giorni feriali (dal lunedì al venerdì) con prenotazione obbligatoria.
Per prenotazioni e visite guidate: Itinera Servizi Turistici S.c.r.l.
Tel: 0173/363480
itinera@piemonteitinera.net