Il progetto in questa mostra presenta in scala ridotta l'interno di un teatro che rimanda alla scena adottata a Bruxelles. Il video e i disegni esposti propongono paesaggi e soggetti che alludono, spesso ironicamente, alle vicende e ai protagonisti dell'opera.
Nel corso del 2005, inaugurando la stagione teatrale dell'Opera di Bruxelles,
William Kentridge ha curato le scene e la regia del Flauto magico di Wolfgang
Amadeus Mozart, nell'ambito di un'iniziativa promossa dalla Fondazione Teatro San
Carlo di Napoli, dall'Opera di Lille e dal Teatro di Caen. Il progetto proposto in
mostra alla galleria Lia Rumma di Napoli, Preparing the Flute, presenta in scala
ridotta l'interno di un teatro che rimanda alla scena adottata a Bruxelles.
La
struttura presenta una serie di quinte progressive che scandiscono prospetticamente
lo spazio e fanno da cornice al video proiettato sulla parete di fondo. Il video e i
disegni esposti in mostra propongono paesaggi e soggetti che alludono, spesso
ironicamente, alle vicende e ai protagonisti dell'opera di Mozart.
In questo modo,
alle tematiche giA presenti in altri lavori di Kentridge - come il leone in gabbia,
le metamorfosi che trasformano gli oggetti in animali, le linee tratteggiate che
diventano sentieri luminosi. - si affiancano molti altri elementi relativi alla
storia. Il teatro diviene cosA- una sorta di "scatola magica" in continua
trasformazione, a partire dall'iniziale scenario roccioso sul quale si
materializzano immagini riferite all'antico Egitto, ai suoi templi, alle piramidi e
agli obelischi. Il richiamo alla civiltA egizia A¨ un simbolico rimando al
raggiungimento della conoscenza e della saggezza che costituisce uno dei punti
chiave proposti dal Flauto magico. Al termine del libretto di Mozart, infatti, il
giovane protagonista Tamino per ottenere la Saggezza sarA condotto proprio davanti a
un tempio. E cosA-, in riferimento alle prove che dovrA subire il personaggio
principale, il video ideato da Kentridge, mostra prima un tempio dedicato alla
Saggezza, poi uno alla Ragione e infine uno alla Natura. Sempre in relazione alla
conoscenza va ricondotto il grande occhio, un altro soggetto che ritorna spesso sia
nei disegni che nel video. In altri casi, i forti contrasti tra luci e ombre,
definiscono e chiariscono la vera natura di alcuni personaggi. La scena, ad esempio,
diventa una grande stanza buia in rapporto alla malefica Regina della Notte, mentre
si trasforma in un'esplosione di luce in relazione al misterioso Sarastro.
GiA dagli anni Settanta William Kentridge ha mostrato un grande interesse per il
teatro e per il cinema, lavorando come regista, scrittore, scenografo e attore. Tra
i numerosi e piA¹ noti progetti teatrali ai quali si A¨ dedicato negli ultimi tempi si
colloca le Confessioni di Zeno, ispirato al romanzo di Italo Svevo, messo in scena
nel 2002 con la combinazione di una proiezione video, di attori reali e di ombre
riflesse e il Ritorno di Ulisse ispirato all'opera di Claudio Monteverdi, proposto
in piA¹ occasioni a partire dal 1999, con marionette, animazioni e performance dal
vivo. Tra i piA¹ noti progetti video si colloca, invece, Medicine Chest un film
animato proiettato all'interno di un armadietto di medicinali.
La proiezione video e i disegni che compongono Preparing the Flute sono ottenuti
attraverso la consolidata tecnica ideata dall'artista che consiste nel registrare
con immagini fotografiche le diverse evoluzioni subite dai suoi disegni. Le
immagini, che presentano tracce evidenti delle modifiche subite, poste in sequenza
danno vita alle animazioni finali.
William Kentridge, nato a Johannesburg nel 1955 dove vive e lavora, ha preso parte
negli ultimi anni alle principali esposizioni di arte contemporanea, come Documenta
a Kassel nelle edizioni del 1997 e del 2002 e la Biennale di Venezia del 1993 e del
1999. Ha, inoltre, tenuto numerose mostre personali nei piA¹ prestigiosi musei del
mondo come il Palais des Beaux Arts di Bruxelles, il Museum of Modern Art di New
York, l'Hirshhorn Museum and Sculptur Garden di Washington e il Museum of
Contemporary Art di Chicago. La sua prima retrospettiva in un museo italiano si A¨
tenuta nel 2004 al Castello di Rivoli, per poi proseguire in un percorso itinerante
che ha toccato i musei di DAOsseldorf, Sydney, MontrA(c)al e Johannesburg.
Immagine: GIVE + TAKE, 2001. Suite of 8 etchings, cm 31x45 each
Inaugurazione MercoledA- 16 Novembre 2005, ore 17.00 - 21.00
Galleria Lia Rumma Napoli, via Vannella Gaetani, 12
Orario galleria: dal martedA- al venerdA- dalle ore 16.30 alle ore 19.30 - gli altri
giorni su appuntamento