Fedele d'Amore. Le raffigurazioni femminili dell'artista traggono origine da riproduzioni fotografiche o da immagini pubblicitarie di riviste di moda, sulle quali interviene con una tecnica a gessetto. Una sorta di affresco moderno che permette di operare velature e sovrapposizioni che vanno a nascondere gli attribuiti contemporanei della donna.
Fedele d'Amore
Una serie di ritratti di donne (o Madonne) che nascono dal desiderio dell’artista di rappresentare figure archetipiche partendo dalla contemplazione di figure contemporanee attraverso un processo di trasformazione estetica.
La ricerca artistica di Barbara Giorgis si muove in direzione del recupero delle radici di spiritualità presenti nelle rappresentazioni della modernità .
“Le raffigurazioni femminili dell’artista traggono origine da riproduzioni fotografiche o da immagini pubblicitarie di riviste alla moda, sulle quali l’artista interviene con una tecnica a gessetto unica eppure tramandata fin dai tempi più antichi, un procedimento formale assimilabile a una sorta di affresco moderno che permette di operare velature e sovrapposizioni tonali a volte lievi, a volte più dense, che vanno a nascondere gli attribuiti contemporanei della donna. Un colore prevalente, blu cobalto o rosso carminio, oro luccicante o argento livido, riveste come un manto il capo della fanciulla e ne incornicia il volto geometrico per esprimere l’ideale di un’astratta perfezione formaleâ€.
Il taglio compositivo, alla base della fotografia contemporanea di moda, mantiene memoria della posa frontale e degli stilemi presenti nell’iconografia antica, che la Giorgis rivela e svela nel processo di trasfigurazione sensibile dell’immagine umana, ponendola sotto una luce che ne fa risaltare tutte le virtualità sovrumane ed eterne.
Le figure ieratiche della Giorgis utilizzano spesso una cromia dorata, oppure giocano sul contrasto tra sfondo nero e particolari figurativi luminosi, come tramite per il passaggio da uno stato di oscurità allo stato luminoso dell’apparizione.
Le immagini archetipiche, che risentono di rimandi e citazioni in tutta la storia dell’arte, non vengono comprese e restituite nel loro originario contesto linguistico, ma divengono segni di un universale linguaggio quasi metastorico o sovrastorico, il linguaggio iconico dei “Fedeli d’amoreâ€.
(Chiara Canali).
Galleria Aus18
Via Ausonio 18 - Milano