Quasi ad Oriente - Acqueforti e cere molli. ''In Margherita Benetti resta essenziale l'elemento figurativo, il quale nella sua astrazione diventa calligrafia, sublimazione della figura in linguaggio e la sua opera nel suo complesso una narrazione''. Giorgio Di Roberto
Quasi ad Oriente - Acqueforti e cere molli
" Quasi ad Oriente .." non è solo illustrazione di un viaggio, di alcuni luoghi, ma il ricreare un'ambiente, un sentimento, un'immersione, una ricerca di tracce in bilico tra realtà , memoria, sogno.
"Forse ad Angkor non andrò mai; esso resterà comunque l'approdo fantastico di tanti sentieri che non so da dove abbiano avuto inizio e se da là ritornino o se di là passino soltanto..
...Entrando e uscendo dalle Città d'oro tracce alessandrine giungono quasi alle Porte di Persepoli..
La Persia è un filo colorato che si disegna e ridisegna a chiudere e a riaprire. Qui la trama della sua leggenda appare in tutta la bellezza della sua idea più profonda, i colori creano la forma stessa. In Persia il disegno astratto ha uno splendore vertiginoso (R.Byron 1933)," scriveva Margherita Benetti nella presentazione di una sua mostra.
Probabilmente le stesse immagini create da Margherita si sarebbero potute creare con il computer, con l'aiuto di Photoshop, copia, incolla, taglia, ingrandisci, dissolvi, contrasta, colore, brush, rigenera ecc., ma Margherita è di altri tempi, ha la necessità della lastra di zinco o di rame, in quanto materia, in cui le tracce, i fili, le linee vengono incise; la cera che si lascia facilmente imprimere con trame rubate da foglie, pietre, oggetti della memoria; l'acido che, come un acceleratore del tempo, dissolve, pulisce, erode, un po' più da una parte, meno da un'altra; l'inchiostro, nero o colorato, comune alla scrittura, sottolinea ed esprime il pensiero; la carta, secondo la sua grana, grammatura, colorazione, è il supporto ideale per riceverlo; la pressatura al torchio è l'atto finale, l'imprimitura, il the end.
Il suo viaggio ad Oriente è stata una ricerca dello spirito orientale, un itinerario nel quale da un fatto concreto, ad esempio un paesaggio, un albero, una costruzione, con successive astrazioni Margherita ha estratto simboli e segni essenziali per creare un linguaggio personale, difficile da decifrare; stesso itinerario che, portato all'estrema conseguenza, è accaduto a Klee nei suoi viaggi in Oriente.
In Margherita Benetti resta comunque essenziale l'elemento figurativo, il quale nella sua astrazione diventa calligrafia, sublimazione della figura in linguaggio e la sua opera nel suo complesso una narrazione.
Giorgio Di Roberto Studio DR - Consulenze e servizi per l'arte contemporanea
Inaugurazione: 19 novembre ore 18.00
Studio Dr Arte Contemporanea
via Angelo Brunetti 43 - Roma