L'artista utilizza materiali di sintesi o cosiddetti 'poveri'. Polistirolo e latex come sapone o carta, le permettono di trasformare il reale da un 'questo esiste' a un 'questo potrebbe essere'. Le sue installazioni, in un rapporto limite con l’informe, donano alla materia un carattere antropomorfo.
Personale
Perche' rivolgersi al pensiero, al concetto, quando si puo' far agire e reagire col proprio istinto?
In un rapporto di fusione -ma ambiguo- verso la natura, Virginie Combel mima e mediatizza il suo rapporto col mondo per mezzo di materiali di sintesi o di materiali cosiddetti << poveri >>, al livello degli incontri e della sensazione che nasce al loro contatto. Polistirolo, resina, latex le permettono di trasformare il reale in simbolo, da un << questo esiste >> a un << questo potrebbe essere >>.
Sapone, carta, legno, pigmento, tessuto si legano all’elemento naturale, incarnazione della pura sensazione. Cosi', poiche' i materiali che Virginie utilizza sono permeabili ai cambiamenti, sono psicologicamente efficaci.
Dal pavimento al soffitto, ella occupa lo spazio come ci si appropria di una stanza. Sospesi e leggeri, o sdraiati e pesanti gli elementi si snodano, mescolando l’ascensione alla caduta. In qualche modo, Virginie manipola << << il morbido e le sue forme >>, ella imbriglia e lascia pendere la materia che finisce la sua corsa al suolo, annodato e snodato…
In un rapporto limite con l’informe, ella dona alla materia un carattere antropomorfo e resta fedele alla figurazione che ci circonda : un tricheco di carta di piu' di due metri si sdraia per terra, delle api pesanti planano nel vuoto, mentre un gruppo di mobili in cascata ricorda un solaio mal sistemato.
Galerie du Tableau
37, rue Sylvabelle - Marseille