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Bologna
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051 352330 FAX 051 370971
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Orpheus Glance
dal 17/1/2001 al 20/1/2001
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17/1/2001

Orpheus Glance

Link, Bologna

Riparte l'attivita' teatrale del Link Project sotto il nuovo marchio XING. Per inaugurare l'attivita' 2001 che vedra' interventi dislocati nella citta' di Bologna, verra' aperto all'occasione un nuovo spazio, un capannone industriale dell'ex mercato ortofrutticolo, che ospitera' 'Orpheus Glance' la produzione teatrale realizzata da Motus con il supporto di Bologna 2000.


comunicato stampa

Motus.
Regia: Enrico Casagrande;
Elaborazione drammaturgica: Daniela Nicolò;
Con: Dany Greggio, Cristina Negrini, Enrico Casagrande, Tommaso Maltoni e Mackita;
Suono: Enrico Casagrande, Massimo Carozzi.

Una coproduzione C.R.T. Centro di Ricerca per il Teatro, Milano. In collaborazione con Bologna 2000, E.T.I., Festival Santarcangelo, Infinito Ltd Torino, Cankarjev Dom Lubiana.

Riparte l'attività teatrale del Link Project sotto il nuovo marchio XING. Per inaugurare l'attività 2001 che vedrà interventi dislocati nella città di Bologna, verrà aperto all'occasione un nuovo spazio, un capannone industriale dell'ex mercato ortofrutticolo, che ospiterà "Orpheus Glance" la produzione teatrale realizzata da Motus con il supporto di Bologna 2000.

Orpheus Glance - Motus.
Cantare in verità è certo altro respiro. Spirare a nulla. Un soffio nel dio. Un vento.
(R. M. Rilke)

Non temo l'abisso, scendo in esso. Rischio. Vado là dove non so, oltre lo specchio, scendo e ti guardo. Ora nella violenza dell'attimo che arresta, comprendo, vedo la nudità del volto, l'essere senza protezione, l¹orrore dello svelamento. Non ti avrò mai, ora so. Mai. Ora posso tornare. Là, dove il mio canto triste incanta e pervade, là nello spazio del desiderio, nei salotti borghesi delle attese e delle separazioni, sui palcoscenici abbaglianti a farmi divorare dagli sguardi.

Orfeo, il mitico, cupa rockstar dell'inframondo, mette in bilico le certezze, vive in simbiosi con il qui e l'ora del teatro e l'intervallo, la pausa, il deep nothing dell'imprevedibile.

Tutto esplode nella morte di Euridice: un blues struggente e malinconico invade la sala e si diffonde poi silenzio denso e sonoro, svuotamento del palco dell'anima; ha inizio lo spettacolo: la dissoluzione dell'eroe. Il tempo intimo e solitario, della perdita, accolto dalle mura domestiche, va lentamente destrutturandosi, si fa sogno/incubo/ossessione che corrode progressivamente la linea di separazione fra visibile ed invisibile: fra teatro e cinema. Tutto precipita e si infrange sino alla inevitabile discesa di Orfeo verso Euridice, verso la Morte o verso entrambe?

Poi l'incontro.

Se si è giunti al Deserto dove regna l'assenza di rapporto, dove il vuoto immenso si fa più vuoto: là bisogna "uccidere il compagno o lasciarsi uccidere", per riconoscere, per verificare la sua presenza, ecco il "puro rapporto". Questo movimento è il rischio stesso. La parola è racchiusa fra la violenza che dà la morte e l'incanto dell'impossibilità di morte, fra la "violenza del desiderio impaziente di Orfeo" ­ che dà la morte- e la "dismisura della passione di Orfeo che lo rende infinitamente morto". Nello spazio di questa duplice violenza, che pare acquietarsi per un momento, come puro movimento immobile. Risiede Orpheus Glance.

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