Galleria Omnia Tempora
Torino
via Borgo Dora 23/d
011 5213771
WEB
Carlo Del Corso
dal 6/12/2005 al 9/1/2006

Segnalato da

Edoardo Di Mauro




 
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6/12/2005

Carlo Del Corso

Galleria Omnia Tempora, Torino

Luci, segni e sogni. Nella sua iconografia immagini essenziali ispirate ad un vasto campionario zoomorfo; scelte dall'artista per la loro carica simbolica. La 'magia' della luce al neon, con cui Del Corso realizza le sue sagome, vuol essere un tramite per far intuire la profondita' della dimensione astrologica


comunicato stampa

Luci, segni e sogni

A cura di Edoardo Di Mauro

Il toscano trapiantato a Torino Carlo Del Corso e' un indiscusso maestro nell’uso e nelle molteplici applicazioni di uno strumento tecnologico duttile e primario come la luce al neon.
Accanto ad una attivita' tra l’artigianale e l’imprenditoriale avente come referente principale l’arcipelago della pubblicita' e della comunicazione Del Corso diviene, fin dalla seconda meta' degli anni ’60, amico e sodale di vari protagonisti di quella stagione artistica : galleristi d’avanguardia come Franz Paludetto, Giorgio Persano e Tucci Russo e numerosi artisti tra i piu' significativi dell’epoca, tutti legati all’area del Concettuale, che con la luce al neon intrattenne un rapporto di proficua collaborazione, adoperandola come prezioso ausilio per le installazioni che caratterizzano quella fase. Tra gli artisti va citato in primo luogo Mario Merz, con cui Del Corso stabilisce un rapporto quasi simbiotico, concretizzando le idee di quello che e' stato il principale esponente dell’Arte Povera e ponendo al suo servizio la capacita' di materializzare con il neon le sue argute elaborazioni concettuali , rispetto alle frasi ed alle citazioni, cosi come per la celebre serie dei numeri di Fibonacci, elemento centrale nella poetica dell’artista recentemente scomparso.

Da un decennio circa Carlo Del Corso si e' messo in proprio, dando corpo ad una febbrile attivita' artistica, sempre caratterizzata dall’ausilio imprescindibile del neon. Dopo una prima fase in cui l’attenzione si e' rivolta verso la simbologia letteraria e l’archetipo, la magia e l’inconscio, come nella serie dedicata al tema de “I letterati e lo sciamano", ispirata all’opera di uno studioso delle antiche mitologie religiose come Ellemire Zolla ed alla spiritualita' trascendente degli Indiani d’America, che influenzo' a sua volta la controcultura psichedelica degli anni ’60 e ’70, ed una forte e mai scemata attrazione per la religione e la scrittura dell’antico Egitto, in cui il collante assemblativo costituito dal neon stabilisce uno stimolante connubio tra pre e post modernita', senza dimenticare frequenti incursioni nell’ambito delle arti applicate e del design, attualmente Del Corso e' approdato ad una definitiva maturazione compositiva. Le sue installazioni si sono liberate dal retaggio artigianale, seppure sempre d’alto livello, che inevitabilmente, stante la storia professionale dell’artista, caratterizzava i primi cicli. L’opera si configura adesso agile e pronta ad invadere lo spazio con il ritmo visivo e la magia evocativa impartita dal neon. L’iconografia e' decisamente indirizzata verso un nucleo assortito di immagini e sagome nitide ed essenziali ispirate ad un vasto campionario zoomorfo, scelto per la sua forte carica simbolica ed allusiva della situazione contemporanea, tesa alla ricerca di un piu' equilibrato ritmo biologico, in cui la tecnologia possa essere davvero, nella sua immaterialita' ed economia formale, strumento per innalzare la qualita' della vita e non solo invasivo dispositivo mediale. In questo senso, per l’ennesima volta, la luce del neon e' tramite linguistico prezioso per indicare la volonta' di ricerca di un rapporto utile e fecondo tra artificio e natura.

Nuova ed azzeccata tappa del percorso attuale dell’artista e' questa personale, intitolata “Luci, segni e sogni", allestita presso la galleria Omnia Tempora di Nino Dell’Aquila, collezionista ed innamorato dell’arte di ogni tempo e ogni luogo, che dovrebbe conoscere nei prossimi mesi piu' ampio sviluppo spaziale nell’ex cimitero di San Pietro in Vincoli.

Il soggetto scelto da Del Corso per questa ennesima rappresentazione, i segni dello zodiaco, e' quanto mai consono al suo stile dal punto di vista formale ma soprattutto concettuale, essendo evidente l’attenzione verso la dimensione dell’archetipo. Sin dalla remota antichita' l’astrologia si e' posta l’obiettivo di indagare sull’influsso degli astri, visti come simbologie con caratteristiche divine, nelle vicende degli uomini e, piu' in generale, sulle trasformazioni di ogni elemento della natura terrestre. Questa dottrina, all’oggi spesso vilipesa oltre misura dai seguaci di un razionalismo estremo confinante con la paranoia, ha avuto notevole dignita' filosofica ad esempio nella concezione stoica della ciclicita' del divenire e dell’eterno ritorno, riflessione estremamente aderente al percorso dell’arte e della cultura, non a caso fu nella stagione ellenistica che si inauguro' la pratica della citazione, mentre piu' avanti, con il tramite di Plotino, si affermo' una interpretazione di impronta neoplatonica, meno deterministica, per la quale i moti degli astri sarebbero in sostanza segni o indizi significativi di eventi possibili. Questa ipotesi, tralasciando i successivi sviluppi post medievali, tra Rinascimento esoterico e Ottocento positivista, mi pare la piu' consona per una valutazione serena dell’astrologia nella dimensione contemporanea, sulla scia dei suggerimenti offerti dalla psicologia junghiana, secondo cui i segni dello zodiaco non sono interpretabili in chiave scientifica, ma vanno intesi come archetipi dell’inconscio collettivo. La “techne'" di Carlo Del Corso e la magia della luce al neon sono tramiti ideali per intuire la profondita' della dimensione astrologica.
Edoardo Di Mauro, novembre 2005.

Inaugurazione: Mercoledi' 7 dicembre 2005, dalle 18 alle 21.30

Galleria Omnia Tempora
via Borgo Dora 23/d - Torino

Orario: tutti i giorni festivi compresi orario 9-13 16-20.

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