Altern'Art
Monfalcone (GO)
vicolo Dessenibus, angolo via Bixio
338 6045489 FAX 0481 411576

Daniela Frausin
dal 6/12/2005 al 30/12/2005
0432 526107

Segnalato da

Pamela Calligaris




 
calendario eventi  :: 




6/12/2005

Daniela Frausin

Altern'Art, Monfalcone (GO)

Invito a sognare. Mostra organizzata in collaborazione con l'Associazione isontina Traduefiumi e con il Gruppo78 di Trieste. "Un diario per immagini astratto/informali che di volta in volta accolgono presenze materiali diverse, che si configurano attraverso elaborazioni tecniche diverse. Dall'acquerello, magistrale, sicuro nelle gioiose stesure, ai dipinti, ai light-box, all'incisione" Maria Campitelli


comunicato stampa

Invito a sognare

A cura di Maria Campitelli

in collaborazione con GRUPPO78 (Ts) Associazione Culturale TRADUEFIUMI (Monfalcone)

E' un inverno caldo e avvolgente, tutto al femminile, quello che lo spazio espositivo multisensoriale monfalconese Altern'art dedica agli appassionati d'arte contemporanea. Dopo le originalissime opere di "fototessitura" di Giuliana Balbi tocca ad un'altra donna far emozionare il pubblico, Daniela Frausin. La mostra, organizzata in collaborazione con l'Associazione isontina Traduefiumi e con il Gruppo78 di Trieste, sara' inaugurata Mercoledi' 7 dicembre alle 18.00 e la presentazione portera' la firma della critica d'arte Maria Campitelli.

Daniela Frausin e' nata a Muggia (ts) il 19 giugno 1954. Dopo aver frequentato il liceo scientifico, si iscrive alla Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' di Trieste. Conclude gli studi universitari con una tesi di laurea in Storia della Critica d'Arte. Contemporaneamente frequenta il corso libero di figura tenuto da Nino Perizi al Museo Revoltella (1974-1978) e il corso di grafica di Mirella Sbisa' (1976-1979). E' stata titolare di Cattedra in Storia dell'Arte. Attualmente frequenta la Scuola Internazionale di Grafica a Venezia. Ha esposto a Trieste, Lubiana, Venezia, Milano.

"L'astrazione di Daniela Frausin e' la proiezione di percorsi interni, di tumulti dell'anima, come della personale percezione del visibile e dell'invisibile. Un diario per immagini astratto/informali che di volta in volta accolgono presenze materiali diverse, che si configurano attraverso elaborazioni tecniche diverse. Dall'acquerello, magistrale, sicuro nelle gioiose stesure, ai dipinti, ai light-box, all'incisione. I colori, i segni, i materiali si compongono, si accumulano, si rincorrono, si sovrappongono, formando un intenso linguaggio visivo che raccoglie e traduce sensazioni, visioni dell'artista; impressioni del reale trapassate dall'emozione, dalla memoria, in ogni modo da una particolare lettura delle cose del mondo." e ancora scrive di lei la Campitelli: "Di fronte a queste opere - siano esse dipinte e assemblate ad altri materiali, o stampate - si puo' sognare".

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Daniela Frausin nasce a Muggia presso Trieste il 19 giugno 1954. Dopo aver frequentato il liceo scientifico, si iscrive alla Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' di Trieste. Conclude gli studi universitari con una tesi di laurea in Storia della Critica d'Arte. Contemporaneamente frequenta il corso libero di figura tenuto da Nino Perizi al Museo Revoltella (1974-1978) e il corso di grafica di Mirella Sbisa' (1976-1979). E' stata titolare di Cattedra in Storia dell'Arte. Attualmente frequenta la Scuola Internazionale di Grafica a Venezia.

Hanno scritto di lei:

Serena Bellini, Sergio Brossi, Maria Campitelli, Stefania Carrozzini, Enzo Cirone, Maurizio Ferraris, Gianluca Marziani, Carlo Milic, Sergio Molesi, Arturo Carlo Quintavalle, Laura Safred, Enzo Santese, Gianfranco Sgubbi, Giorgio Trevisan.

I colori, i segni, i materiali si compongono, si accumulano, si rincorrono, si sovrappongono, formando un intenso linguaggio visivo che raccoglie e traduce sensazioni, visioni dell'artista; impressioni del reale trapassate dall'emozione, dalla memoria, in ogni modo da una particolare lettura delle cose del mondo.

L'astrazione di Daniela Frausin e' la proiezione di percorsi interni, di tumulti dell'anima, come della personale percezione del visibile e dell'invisibile. Un diario per immagini astratto/informali che di volta in volta accolgono presenze materiali diverse, che si configurano attraverso elaborazioni tecniche diverse. Dall'acquerello, magistrale, sicuro nelle gioiose stesure, ai dipinti, ai light-box, all'incisione.

I light-box racchiudono nella scatola di luce gli oggetti piu' disparati, allusivi e simbolici, racconti metaforici che investono l'essenza della vita, come "maschile", "femminile", o sintomatiche ed ineffabili "allergie" che assillano l'umanita', sia nel concreto che per traslato. L'incisione e' stata perlustrata di recente, con rinnovato entusiasmo, e la conseguente creazione di un proprio studio fornito di torchio. La combinazione di segni, evocazioni del visibile, la qualita' materica dei supporti e dei materiali aggiunti - come le duttilissime veline che mediano, variamente stropicciate, la comunicazione delle forme e delle immagini, stabilendo nuove relazioni con il contesto - formano la struttura portante di un eloquio ininterrotto che si snoda libero in un processo di costante trasformazione. Le veline possono mediare un fondale, arricchendolo di impreviste vibrazioni luminose ("danza di luce" su plexiglas, 1977), come avvolgere delle rose secche che, con echi disseminati in tutta la superficie, scandiscono, ad esempio, in quattro diverse versioni, il ritmo di stagioni. I rosa si librano sull'azzurro misterioso in "primavera", il blu oltremare, vibrante di guizzi luminosi, domina in "estate", l'"autunno" risucchia foglie e piume, l'"inverno" emette argentei bagliori di ghiaccio, frammisti ai rosa lividi dei tramonti dicembrini. Colore dunque e materia, slancio compositivo e apparente improvvisazione di un magma di elementi che s'incontrano e scontrano per creare un tracciato corrispondente al "percepito" dallo sguardo e dall'anima, o riconducibile ad un'aura culturale, in particolare letteraria come in "Museo di Proust". La mano traccia il segno sul metallo, scava nel legno - nelle recenti esperienze di incisione - inseguendo percezioni paesistiche fotografate prima nella mente che con lo scatto meccanico; con la tecnica del carborundum si arricchiscono di debordanti qualita' pittoriche. La variabilita' tecnica permette all'artista di coniugare per vie differenziate il proliferare di immagini, di intrecci segnici e di emozioni che si sommano nel suo lavoro creativo. Di fronte a queste opere - siano esse dipinte e assemblate ad altri materiali, o stampate - si puo' sognare. Il pensiero corre oltre: l'opera e' uno stimolo, come lo era a partire dai grandi del secolo scorso, da Klee, Kandinsky, e poi da tutta la stagione informale. Davanti ad uno sgocciolamento di Pollock, ad un'esplosione cromatica di Scialoja, si mette in moto il meccanismo del sogno, dell'invenzione creativa da parte dell'osservatore che integra l'opera con la propria partecipe adesione, lasciandosi trascinare da essa, lontano dai conflitti, dalle tensioni, dalle paure di un mondo sull'orlo dell'abisso.

Inaugurazione: mercoledi' 7 dicembre alle ore 18.00

Spazio Espositivo Altern'art
vicolo Dessenibus - Monfalcone (Go)

Orari: giovedi', venerdi', sabato 17.00 - 19.30

IN ARCHIVIO [5]
Guido Coletti
dal 9/4/2009 al 21/5/2009

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