Galleria Forni Silvia Mainardi
Maxwell Doig, Iain Faulkner, Suart Luke Gatherer, Christopher Thompson. Molte sono le affinita' che legano questi artisti, non ultima la scelta di utilizzare il linguaggio figurativo. Hanno scelto infatti di utilizzare la pittura, la piu' antica delle tecniche, per rappresentare la piu' contemporanea delle realta': frammenti di vita quotidiana piu' che mai legati al presente.
Maxwell Doig, Iain Faulkner, Suart Luke Gatherer, Christopher Thompson
E' il secondo appuntamento di questa nuova stagione espositiva dedicato alla figurazione internazionale: prima la Spagna ed ora la Gran Bretagna, rappresentata da quattro giovani pittori, tre inglesi e uno scozzese, di grande talento.
Molte sono le affinit che legano questi artisti, non ultima la scelta di utilizzare il linguaggio figurativo nella convinzione che l'arte contemporanea non passi solo attraverso le tecniche piu' 'eccentriche. Doig, Faulkner, Gatherer e Thompson hanno scelto infatti di utilizzare la pittura, la piu' antica delle tecniche, per rappresentare la pi contemporanea delle realta': frammenti di vita quotidiana, piu' che mai legati al presente. Il lavoro di questi artisti e' indubbiamente lo specchio dell'epoca in cui viviamo e l'ineccepibile realismo con cui la rappresentano rivela atmosfere smaccatamente anglosassoni, salvo l'esotismo di alcune tele di Doig, Maxwell Doig nasce a Huddersfield nel 1966. Formatosi alla Manchester School of Art prima e alla Slade School of Art poi, ha vinto il prestigioso premio Villiers David Prize nel 1997.
Cio' che piu' colpisce dell'opera di Doig la prospettiva inusuale, o meglio, le strane angolazioni dalle quali viene osservato il soggetto riprodotto. Questi punti d'osservazione "obliqui" enfatizzano la quiete, l'immobilita'dei soggetti rappresentati. Non vi e' alcun movimento, le figure sembrano assorte in una silenziosa riflessione e profonda introspezione o, piu' semplicemente, colte in un momento di piacevole relax. Doig analizza la figura umana in rapporto con lo spazio e l'interazione di luce e ombra sembra dare risalto alla "trama" del dipinto. La tecnica di Doig consiste infatti nell'utilizzare velature di colore ad olio alternate ad impasti a base di sabbie per poi intervenire sulla materia con graffi e raschiature in modo tale da rendere la superficie del quadro simile al soggetto rappresentato, ossia al legno, sul quale sono spesso adagiate le sue figure.
Iain Faulkner nasce nel 1973 a Glasgow, dove si diploma alla School of Art nel '96. Nonostante la giovane eta', ha gia' ottenuto importanti successi di pubblico in particolare con le ultime quattro mostre a Londra e New York.
Faulkner ha scelto il linguaggio figurativo per rappresentare frammenti di quotidianit ove protagonista e' la figura. Un evidente distacco emotivo lascia emergere il solo aspetto narrativo poich Faulkner non aspira a comprendere la realta' ma a trafiggerla, ad appuntarla. I soggetti sono quindi figure colte in momenti qualsiasi della loro esistenza, inserite in interni, in prossimit delle vetrine dei negozi, in coda per il taxi, oppure colte in momenti di intimita', una coppia che brinda per una riccorenza o che con uno scambio di sguardi davanti ad una tazza di caff si comunica un'imminente rottura. In ogni caso le figure non costituiscono mai il punto focale dell'opera quanto piuttosto risultano essere semplici protagonisti dell'azione presa in esame. Non si tratta quindi forzatamente di un'analisi della condizione umana, ma semplicemente della raffigurazione di un preciso istante, l'indagine di uno dei tanti fotogrammi che compongono la nostra quotidianita'.
Suart Luke Gatherer nasce nel 1971. Cresciuto in Scozia ma per met olandese, Gatherer si diploma nel 1995 al College of Art di Edimburgo. I suoi dipinti coinvolgono l'osservatore in modo inusuale e cioe' sembrano permetterci di assistere, inosservati, ad una situazione ambigua. I personaggi sembrano intrappolati in situazioni dalle quali vogliono evadere, situazioni ambigue che abitualmente provocano una sensazione di disagio nell'osservatore. L'uso del colore, spesso violento e fortemente contrastato, contribuisce a conferire ulteriore drammaticit alla scena. Immerse sempre nell'oscurita' di interni o di notturni, le figure emergono grazie all'uso della luce mirato ad evidenziarne la teatralit. I personaggi osservano la luce, girando le spalle all'ombra, all'oscurita', alll'ignoto. La narrazione non porta mai ad una conclusione, tutto viene lasciato in sospeso, al fine di creare una maggiore ambiguita'.
Christopher Thompson nasce a Grimsby, England, nel 1969. Una formazione alla Norwich School of Art e alla Royal Academy Schools gli fornisce assoluta padronanza della tecnica attraverso la quale esprime e sviluppa temi di tutti i giorni, decisamente contemporanei. I suoi soggetti sono infatti figure del nostro tempo, spesso ritratti di amici e conoscenti dell'autore, sui quali sembra puntare un obiettivo che scruta e indaga nell'intimita' della persona, ci che fa di lui un ritrattista straordinario. Un suo recente ritratto all'attore inglese Peter Postlethwaite e' stato acquisito dalla collezione della National Portrait Gallery di Londra. I suoi dipinti ci invitano ad immaginare i pensieri dei soggetti ritratti: li rappresenta avvolti dal silenzio, quasi assenti, contemplativi, riflessivi. La sua ricerca conduce infatti ad un'indagine introspettiva del soggetto, raffigurato abitualmente su fondi scuri e avvolto da un alone di mistero dagli accenti quasi "noir".
Catalogo della mostra con testo introduttivo di Edward Lucie-Smith
Immagine: Maxwell Doig, 'Figure reading on floor boards'
Inaugurazione: 17 dicembre ore 18.00
Galleria Forni
Via Farini, 26 - Bologna
Orari: h 9,30-13 e 16-19,30; chiuso luned mattina e festivi; ingresso libero