Galleria 18
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Artisti veneti
dal 16/12/2005 al 7/1/2006

Segnalato da

Galleria d'arte 18




 
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16/12/2005

Artisti veneti

Galleria 18, Bologna

Collettiva cui partecipano 21 artisti. Una mostra che porta varie esperienze: fotografia, pittura figurativa, concettuale e materica. Sono artisti di diversa eta', tutti provenienti dal triangolo d'oro che comprende le province di Rovigo-Treviso-Padova. Interpreti delle stagioni della vita e di scenari quotidiani che portano a Bologna la loro ricerca sulla memoria dei luoghi, sulle nostre radici e identita'.


comunicato stampa

Collettiva

Stili e caratteristiche diverse, uniscono i 21 artisti che dal 17 e fino all’8 di gennaio esporranno le loro opere, negli spazi bolognesi della Galleria d’Arte 18. Una mostra che conclude l’anno e da' il benvenuto al nuovo.

“E’ sicuramente un puro caso che una collettiva riunisca artisti di una sola regione d’Italia: il Veneto."


21 artisti per 21 forme diverse di rappresentare la verita' del mondo che osserviamo. Una collettiva che porta varie esperienze artistiche: dalla fotografia alla pittura figurativa, concettuale e materia. Sono artisti di diversa eta', tutti provenienti dal triangolo d’oro che comprende le province di Rovigo-Treviso-Padova. Artisti che portano a Bologna la loro ricerca sulla memoria dei luoghi, sulle nostre radici e identita'

Siamo di fronte ad una rassegna ricca di proposte che possono suggerire un “concorso" di idee per rilanciare quella pittura minore, fatta di carattere, di personalita', di ambienti, di “verita'", di “originalita'", di forme non artificiali, di fervida e incontaminata immaginazione. Una ricerca-azione della memoria dei luoghi di appartenenza, delle tradizioni che si fanno immagini e rivelano, in modo inequivocabile, il genius loci delle nostre radici e delle nostre identita'.

Gli artisti veneti di questa Collettiva sembrano avere fiducia nell’arte come espressione e comunicazione ed il loro senso di “verita'" e' nel saper dare vita alle ombre delle idee…
Franchino Falsetti

Testo critico: Le identita' narrate

E’ sicuramente un puro caso che una collettiva riunisca artisti di una sola regione d’Italia: il Veneto.
Sono artisti di diversa eta', che vivono, prevalentemente, nel triangolo d’oro che comprende le province di Rovigo-Treviso-Padova. Triangolo d’oro per tradizioni e per varia cultura,specchio di numerose e significative esperienze in campo letterario ed artistico.

E’ questa diversita' delle storie delle culture locali che agisce e denota parte delle produzioni degli espositori.
Cio' che mi sembra interessante sottolineare e' l’evidente rapporto tra i mezzi artistici utilizzati e le scelte tematiche,la rappresentazione di un oggetto o di un continuum tra arte e percezione. E’ la ricerca tipica del post-moderno italiano.E’ la sottile conflittualita',sempre emergente e non risolta, tra un’immagine ancora di tipo rinascimentale,quale riferimento alla rappresentazione del mondo e le antitesi tra percezione e invenzione, tra realta' ed ideale.

Questo insieme di problematiche e' parte della “moderna" coscienza occidentale e diventa la progettualita' della coincidentia oppositorum e rende libero sia l’approccio creativo che fruitivo. In questa Collettiva sono presenti diverse esperienze artistiche:dalla fotografia alla pittura figurativa,concettuale e materica. Esperienze che traducono le tendenze che, maggiormente, sono oggi valutate come sintesi di un efficace progetto artistico, realizzate con tecniche appropriate e scelte stilistiche di riferimento.

In questi artisti e' presente,in modo particolare, la ricerca di “se'" come congiunzione e proiezione con l’ambiente e con l’universo psicologico della oggettualita' quotidiana. Facciamo un esempio: il nudo della donna nella fotografia e' l’identita' estetica e la memoria del tempo;il nudo della donna nella pittura e' l’identita' psicologica che idealizza una forma creativa. Il " paesaggio" e' un altro privilegiato sogno di ogni artista.
In questo caso il “paesaggio" e' un’assonanza di richiamo alle realta' locali, alla cultura locale, allo spazio visivo di territori che narrano storie fatte di misteri e di legende e dove l’artista coglie la metafora della continuita' della vita, di cio' che parla con gli occhi dell’eterno rinnovarsi.

Siamo di fronte ad una rassegna ricca di proposte che possono suggerire un “concorso" di idee per rilanciare quella pittura minore, fatta di carattere,di personalita', di ambienti, di “verita'", di “originalita'", di forme non artificiali, di fervida e incontaminata immaginazione. Una ricerca-azione della memoria dei luoghi di appartenenza,delle tradizioni che si fanno immagini e rivelano,in modo inequivocabile, il genius loci delle nostre radici e delle nostre identita'.

Identita' narrate, fatte di cose semplici che introducono la disuguaglianza tra vissuto e rappresentato,senza ricorrere a prestiti culturali che,molto spesso, non ci appartengono. E’ la creativita' dei silenzi, delle forme espressive evanescenti, dei tratti accennati, che impongono un nuovo immaginario fatto di simboli e di desideri immutabili nell’articolazione del sistema sociale.

Gli artisti veneti sono interpreti delle stagioni della vita e dei paesaggi, scenari quotidiani che ci offrono le emozioni e la vertigine come fenomeno di confine tra presenza ed assenza, tra parola ed ascolto.
Ascoltare il territorio attraverso le suggestioni delle sue voci e' la lettura ideale per leggere le opere di questi artisti, che tendono ad appropriarsi delle cose , lasciando sospeso lo spossessamento che e' il tentativo di riaffermare il senso dell’arte non solo come interpretazione ma ri-invenzione della propria soggettivita' nello sguardo della realta',apparentemente rigida,immutabile, senza tempo. L’artista ha di fronte,costantemente, il cerchio delle situazioni, dentro cui agisce e deve sentirsi protagonista.

E’ qui che il conflitto aperto tra uomo e natura si fa gioco e diventa una allegoria dell’immaginazione e della liberta' creativa. Si tratta,quindi, di non perdere la consapevolezza che l’artista e' sempre un testimone delle situazioni e degli eventi naturali e sociali ed e' sempre un ricercatore di “verita'",non le verita' dell’arte, ma le verita' che l’artista vuole ricavare dalle cose, dal mondo che osserva.

“L’artista deve sapere in che modo puo' convincere gli altri della verosimiglianza delle sue bugie". Questo sosteneva,senza alcuna esitazione, Picasso, ritenendo che il “destino dell’artista e' dover mentire".
Noi siamo convinti, invece, a distanza di molti anni e con nuove riflessioni culturali, che l’artista deve riconquistare un ruolo sociale dell’arte,evitando le facili disquisizioni sul destino dell’arte e della sua sopravvivenza.

Le influenze teoriche di Nietzsche,di Picasso, di Klee, di Hartung e di Focillon, per citarne alcune, hanno aperto lunghi ed articolati contraddittori,lasciando le ultime generazioni nel vago e nell’incertezza di saper scegliere i propri obiettivi personali e professionali. Gli artisti veneti di questa Collettiva sembrano avere fiducia nell’arte come espressione e comunicazione ed il loro senso di “verita'" e' nel saper dare vita alle ombre delle idee, che nascondono le reali proiezioni dell’occhio quale forma del produrre.
Franchino Falsetti

In Galleria e' a disposizione il catalogo della mostra.

Inaugurazione: 17 dicembre ore 17.30

Galleria d'arte 18
via S.Felice 18 - Bologna

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