Oltre 40 opere diverse per tecniche e dimensioni, che rappresentano tutto il suo percorso artistico, con uno o piu' lavori per le diverse serie che ha prodotto negli ultimi dieci anni, tra cui i lavori dedicati al jazz; i 27 pezzi della serie Kanji (antichi ideogrammi giapponesi ispirati da quelli cinesi); le grandi tele (150x100). Il terzo elemento, Il Grido e Il ponte sullo Stretto realizzati in una tecnica mista di asfalto e oro su carta.
Personale
A cura di Cristina Olivieri
Verra' inaugurata venerdi' 13 gennaio, con la personale di Riccardo Pocci, la rassegna Proposte d’arte contemporanea ospitata per il secondo anno nelle sale del Organizzata dall’agenzia Cdcom, patrocinata dal Comune di Livorno e curata da Cristina Olivieri, la rassegna si apre con la mostra di Riccardo Pocci, giovane artista piombinese che con i suoi lavori si e' fatto conoscere in tutto il mondo, esponendo a Buenos Aires cosi' come a Praga, a Granada, Malaga e nelle piu' importanti citta' italiane.
Per Livorno sara' invece la prima occasione di ammirare le opere di questo giovane talento che presenta al cinema Desse' oltre 40 opere diverse per tecniche e dimensioni, che rappresentano tutto il suo percorso artistico ( nell’allestimento realizzato con la collaborazione dell’architetto Mirko Agostini), con uno o piu' lavori per le diverse serie che ha prodotto negli ultimi dieci anni, tra cui i lavori dedicati al jazz, come il grande olio su tela Donald Byrd (250x150), il Sassofonista (220 x 100, inchiostro su carta) e l’acquerello su carta Ella Fitzgerald; i 27 pezzi della serie Kanji (antichi ideogrammi giapponesi ispirati da quelli cinesi); le grandi tele (150x100) Il terzo elemento, Il Grido e Il ponte sullo Stretto realizzati in una tecnica mista di asfalto e oro su carta.
Nel suo lavoro, dalla pittura alla grafica, Riccardo Pocci compie una continua ricerca di soggetti e di materiali. “Le mie sono continue indagini fotografiche - dice l’artista - per poi rielaborare ed interpretare la percezione del reale cercando di accentuarne la carica emotiva, talvolta legandomi in maniera esatta alla realta' fotografica, talvolta prendendo soltanto spunto dal lavoro fotografico per dare piu' spazio al gesto e all’istinto".
Riccardo Pocci sviluppa cosi' un percorso nel soggetto che esamina, partendo da considerazioni generali (che mostrano la globalita' del soggetto) per poi smembrarlo in parti, in pezzi di puzzle.
Se ricostruito, questo puzzle assume un valore diverso da quello che aveva in partenza. Una sorta di racconto visivo personale e diverso per intenzioni e per tecniche, dell’oggetto preso in analisi. Ma il filo conduttore che lega tutta la sua produzione e' quella che l’artista definisce “l´intenzione di esprimere le sconosciute leggi che collegano una cosa all’altra, creando significati nascosti e personali".
“La pittura di Riccardo Pocci - dice il critico Lorenzo Canova - e' giocata su una visione parallela e quasi antitetica, incentrata sull’iconografica metropolitana, dove l’autore sembra pero' sdoppiato in un acquerellista che unisce le raffinatezze calligrafiche alla tradizione secolare del paesaggismo e della pittura “di viaggio", e in un pittore piu' “freddo" che considera e rielabora nella sua produzione la fotografia, l’iperrealismo, la pop art, la “nuova figurazione" europea degli anni Sessanta e Settanta.
Vernissage: venerdi' 13 gennaio, ore 17,30
Cinema Desse'
via dell’Angiolo 19 - Livorno