Afro
Alberto Burri
Nicolas De Stael
Jean Dubuffet
Jean Fautrier
Lucio Fontana
Sam Francis
Hans Hartung
Henri Michaux
Jean Paul Riopelle
Giuseppe Santomaso
Gerard Schneider
Emil Schumacher
Tancredi
Antoni Tapies
Cy Twombly
Emilio Vedova
Wols
Una riconciliazione possibile attraverso l'informale europeo. La mostra documenta una delle correnti d'arte piu' importanti della seconda meta' del '900 e le sue problematiche. Al segno e al colore che interpretano le forme del reale si sostituiscono il gesto e la materia, per raggiungere col minimo di mediazioni la verita' dell’arte. In mostra opere significative di 18 artisti
Una riconciliazione possibile attraverso l'informale europeo
La Galleria Blu apre il 2006 con una mostra che vuole per un verso essere documentaria di una delle correnti dell’arte piu' importanti della seconda meta' del '900 e per altro verso intende porsi di fronte all’arte in modo problematico.
Nell’informale, infatti, si fa palese la contrapposizione tra la verita' e la sua immagine. E forse proprio qui e' possibile dimostrare quanto sia apparente la contraddizione dell’arte che, pur contenendo una verita' eterna, sente costantemente il bisogno di rinnovare i modi attraverso i quali renderla percepibile.
Cosi' puo' essere argomentata quella dimensione del bello che si identifica con l’effetto “sconvolgente" della stessa verita'.
L’informale, nome coniato dal critico francese Michel Tapie' nel 1952 in occasione della mostra “Signifiant de l’informel" (ma forse gia' utilizzato da Dubuffet nel 1946), nasce sul ricongiungimento di due opposti mitologici, ben rappresentati da Apollo e Dioniso.
Apollinea e' la razionalita' con cui questi artisti inizialmente hanno deciso di trovare un nuovo percorso della verita' dell’arte andando oltre le scelte formali proprie della tradizione. L’icona figurativa praticata in termini descrittivi e realistici e' bandita per dare spazio direttamente alle tensioni piu' indicibili ed emotive.
Qui interviene la dimensione dionisiaca per permettere a cio' che non e' razionalizzabile di mostrarsi, con immediatezza e sconvolgimento, nell’opera. Al segno e al colore che interpretano le forme del reale si sostituiscono il gesto e la materia, per raggiungere col minimo di mediazioni la verita' dell’arte.
Quella contrapposizione invocata da quanti rifiutano la liberta' espressiva dell’arte trova proprio nella metafora mitologica gli elementi di una riconciliazione: Apollo divide con il fratellastro Dioniso il proprio santuario, permettendogli cosi' di entrare nell’Olimpo.
Ecco allora affollarsi in mostra, con la propria verve dionisiaca di trasgressione rispetto alla tradizione, Afro, Alberto Burri, Nicolas De Stael, Jean Dubuffet, Jean Fautrier, Lucio Fontana, Sam Francis, Hans Hartung, Henri Michaux, Jean Paul Riopelle, Giuseppe Santomaso,Gerard Schneider, Emil Schumacher, Tancredi, Antoni Ta'pies, Cy Twombly, Emilio Vedova, Wols. Con una serie di opere fondamentali per la comprensione della loro poetica (ecco l’aspetto apollineo) come il sorprendente “Sacco SP1" (1956) di Burri esposto alla Biennale di Venezia nel 1958 (nello stesso anno nella personale alla Galleria Blu) e alla Biennale d’arte di San Paolo del Brasile nel 1959, o “Casse noir et rouge" (1962 ca) di Ta'pies dalle multiple presenze in importanti esposizioni, ultima delle quali quella dedicata al maestro spagnolo dalla Pinacoteca Casa Rusca di Locarno.
In questi lavori, come in quello di Fautrier, gia' appartenuto alla collezione Giuseppe Panza di Biumo, e in tutti gli altri selezionati per l’esposizione, la riconciliazione tra verita' e trasgressione e' manifesta, al di la' delle preclusioni e dei gusti individuali.
Informazioni e richiesta di materiale stampa:
Luigi Cavadini / uessearte, Via Natta 22 Como - tel. 031 269393 fax 031 267265 info@uessearte.it
Immagine: Wols, Tourbillon 1947
Inaugurazione: lunedi' 6 febbraio, ore 21
Galleria Blu
via Senato 18, Milano
da lunedi' a venerdi' 10-12.30 / 15.30-19.00, sabato 15.30-19.00 (chiuso domenica e festivi).