Rotonda della Besana
Milano
via Enrico Besana, 12
02 875672

Maestri a Milano
dal 5/2/2006 al 25/3/2006
Tutti i giorni dalle 15 alle 18

Segnalato da

Elena Bari




 
calendario eventi  :: 




5/2/2006

Maestri a Milano

Rotonda della Besana, Milano

Gianni Colombo "Il dispositivo nello spazio", l'esposizione concentra l'attenzione sul ruolo fondamentale che l'artista ha dedicato al rapporto tra corpo e percezione all'interno del vasto processo di sperimentazione inaugurato dall'arte cinetica negli anni '50 e '60, a cura di Marco Scotini. Grazia Varisco "Se guardo ascolto lo spazio", sono esposte 40 lavori significativi che nel tempo hanno attraversato diversi percorsi percettivi e che inducono lo spettare a interagire con l'opera; a cura di Jacqueline Ceresoli.


comunicato stampa

Maestri a Milano

Gianni Colombo, Il dispositivo nello spazio, a cura di Marco Scotini

Grazia Varisco, Se guardo ascolto lo spazio, a cura di Jacqueline Ceresoli

Promosse dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e ospitate negli spazi della Rotonda di via Besana, si inaugurano il 6 febbraio 2006 le mostre dedicate a Gianni Colombo e Grazia Varisco, curate rispettivamente da Marco Scotini e da Jacqueline Ceresoli. Le due esposizioni, distinte ma volutamente affiancate, sono una produzione di Palazzo Reale che, nell’ambito della rassegna Maestri a Milano cominciata nel 2003, propone al grande pubblico il lavoro di artisti che hanno contribuito a qualificare il capoluogo lombardo come uno dei piu' importanti centri artistici internazionali.

Gianni Colombo (Milano, 1937 - Melzo, 1993) e Grazia Varisco (Milano, 1937), sono fra i piu' acclamati protagonisti dell’Arte programmata, cosi' battezzata da Bruno Munari. Dopo l’esperienza collettiva all’interno del Gruppo T hanno entrambi proseguito la propria sperimentazione autonomamente. Le mostre, anche se diversamente strutturate, permettono allo spettatore di rilevare analogie e differenze nell’arte di Colombo e Varisco, per la prima volta messi confronto, e vengono presentate in un momento in cui anche altri spazi nazionali e europei ripropongono importanti esposizioni collettive dedicate ad arte ottica e cinetica dal dopoguerra agli anni Settanta.

Gianni Colombo. Il dispositivo dello spazio

La mostra dedicata a Gianni Colombo si presenta come la prima ampia rassegna che Milano dedica all’artista, a tredici anni dalla sua scomparsa. Partendo dal rinnovato interesse verso la figura di Colombo, l’esposizione concentra l’attenzione sul ruolo fondamentale che l’artista ha dedicato al rapporto tra corpo e percezione all’interno del vasto processo di sperimentazione inaugurato dall’arte cinetica negli anni ’50 e ’60. Il percorso privilegia le ricerche condotte da Colombo fino agli anni novanta incentrate sulla progettazione di rigorosi e paradossali ambienti architettonici praticabili. Ambienti che - connotati all’origine luministicamente da flash, proiezioni e lampade di Wood - diventano con gli anni spazi legati a una progettazione, con un diretto impatto fisico di elementi costruttivi che tendono a negare le categorie con cui noi pensiamo lo spazio e attraverso cui noi siamo disciplinati dallo spazio stesso.

Attraverso un itinerario complesso, la mostra pone l’attenzione sugli ambienti di Colombo come dispositivi spaziali, e cioe' come macchine percettive, come congegni programmati per mettere in scena i rapporti che legano il nostro comportamento alle tecniche dello spazio (in senso foucaultiano). Viene cosi' ricostruita per l’occasione una grande “Topoestesia" praticabile degli anni ’70 esposta insieme alle maquettes di piu' di venti ambienti concepiti tra gli anni ’60-‘80 e ai relativi progetti, oltre a percorsi come la nota “Bariestesia" del 1975 e agli oggetti manipolabili delle origini (Rotoplastik, In Out, etc.) dove il corpo dello spettatore e la sua diretta partecipazione divengono il centro attivo dell’opera. Particolare attenzione viene data al rapporto tra il carattere ‘eventuale’ degli spazi di Colombo e il tempo cinematografico attraverso la proiezione di pellicole come “One Week" di Keaton, “Il gabinetto del Dr. Caligari" di Wiene e le serie fotografiche di Muybridge in cui e' piu' evidente la relazione tra la decostruzione della locomozione con il cinema delle origini.

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Grazia Varisco, Se guardo ascolto lo spazio

La sezione della mostra dedicata a Grazia Varisco percorre a ritroso l'itinerario della ricerca dell'artista. Nelle sue opere piu' recenti (Silenzi, 2005) che accolgono il visitatore della rassegna, in quelle degli anni Novanta (OH, 1996 e Fraktur, 1997) e degli anni Ottanta (Gnomoni, 1984-1986 e Duetti, 1989) si riscontra una particolare attenzione al vuoto come un non elemento carico di tensione capace di sollecitare l'esperienza percettiva aperta a possibilita' di mutazioni e progettualita' rinnovata.

Questo allestimento permettera' allo spettatore di seguire la coerenza formale e processuale nell'operare di Grazia Varisco. L’obiettivo e' di mettere a fuoco le sue concatenazioni formali-sequenziali-progressive create in rapporto allo spazio per indagare le possibilita' del movimento nelle sue tensioni formali. Spesso la ricerca di Grazia Varisco muove dalla quotidianita' e si risolve formalmente con la messa in gioco di semplici operazioni come la piega, gia' elaborata in opere degli anni Settanta quali "Extrapagine", "Meridiana " e "Spazi potenziali". L'operazione della piega consente di smentire, alterare e rendere indecifrabile le convenzioni della geometria e di dilatare l'esperienza dello spazio fisico. La mostra si chiude con le opere degli inizi (Tavole magnetiche, 1959-1960 e Schemi luminosi variabili, 1962) legate agli anni dell'esperienza con il Gruppo T, sottolineando un atteggiamento nel fare arte che coinvolge il pubblico e lo rende partecipe dell'opera.

Nel complesso sono esposte quaranta opere significative, provenienti in parte dalla collezione dell'artista e ed in parte da collezionisti privati fatta eccezione per la grande istallazione Gnom-one-two-three-four (1984) proveniente dal Museo d'Arte Contemporanea Villa Croce di Genova. Misurando limiti e possibilita' dello spazio, le opere della Varisco, attraversano diversi percorsi percettivi. Grazie alle complicita' tra forme e materiali inducono lo spettare ad agire da protagonista nell'uso diretto dell'opera.

Cataloghi: Skira editore, Milano

Uffici stampa:
Maria Grazia Vernuccio, Assessorato alla Cultura Comune di Milano, tel. 02 88450292/3, mariagrazia.vernuccio@comune.milano.it

Lucia Crespi, Ufficio Stampa Skira editore, tel. 02 70108230, arte@mavico.it

Inaugurazione: 6 febbraio ore 18.30 - su invito -

Rotonda di via Besana
via Besana 12 - Milano
Orario: 9.30 - 13.00; 14.00 - 17.30 (la biglietteria chiude mezz’ora prima). Chiuso lunedi'
Biglietto d’ingresso: euro 5,00 intero. euro 3,50 ridotto

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Laura Canali
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