Cinquanta opere della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri realizzate tra il 1949 e il 1994
A cura di Maurizio Calvesi e Chiara Sarteanesi
Coordinatore: Rafael Garcia
Apre oggi, al Museo Reina Sofia di Madrid, la mostra dedicata ad ALBERTO
BURRI (Citta' di Castello, 1915 - Nizza 1995) che, fino al 29 maggio,
raccoglie cinquanta opere del maestro umbro, la maggior parte provenienti
dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Citta' di Castello.
Questa accurata selezione di lavori, realizzati tra il 1949 e il 1994,
permettera' al visitatore di osservare la coerenza e la continuita' che hanno
sempre caratterizzato il percorso artistico di Burri all’interno della
corrente dell’informale materico.
L’opera di Alberto Burri, nata in opposizione alle teorie della naturalezza
decorativa dell’astrazione che dominavano l’Europa del dopoguerra, persegui'
interventi radicali sulla materia che lo portarono a elaborare il campo
pittorico in un modo del tutto personale. L’artista sosteneva che il
supporto del quadro e la sua superficie dovessero essere considerati una
cosa sola; per raggiungere il suo scopo, non gli restava che eliminare uno
dei due elementi. I suoi studi sul polimaterico lo portarono ad abbandonare
definitivamente le regole accademiche della pittura e a rompere con il
tradizionale piano bidimensionale.
Il suo lavoro si e' confrontato con artisti come Fautrier, Hartung, Dubufet e
Soulages. La sua arte e' stata anche paragonta a quella di Antoni Ta'pies per
il comune atteggiamento di negazione della struttura formale e per l’uso di
materiale grezzo, fino a quel momento ignorato dal mondo dell’arte ed
escluso da qualsiasi connotazione estetica o plastica.
Abile conoscitore dei materiali, del loro peso, colore, intensita' della
luce, struttura interna, di quanto possono essere lavorati e il loro grado
di resistenza, Burri li utilizza realizzando composizioni grezze, che vanno
dai collages dei primi anni con catrame, pietra pomice e tela, alla serie
dei “Gobbi", in cui modificava la struttura del quadro per introdurre
elementi rigidi tra il telaio e la tela, passando per la sua famosa serie
delle “Combustioni", nella quale manipola la materia con il calore e il
fuoco.
Nell’opera di Burri i materiali sono sempre di scarto, gia' utilizzati in
precedenza. Ma questa materia si mostra per cio' che e', e solo in una seconda
fase, ovvero nell’adattamento che l’osservatore compie dell’opera, raggiunge
il valore che le era stato assegnato.
La sua partecipazione alla collettiva “Younger European Artists" del Solomon
R. Guggenheim nel 1953 provoca un’attenzione a livello internazionale, che
si ripetera' con il riconoscimento ottenuto alla Biennale di San Paolo nel
1959 e il Premio della Critica alla Biennale di Venezia del 1960. A partire
da questo momento, Burri e' stato considerato come uno dei pilastri dell’arte
italiana del XX secolo, insieme ad altri artisti come Lucio Fontana o Piero
Manzoni.
Mostra prodotta dal Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofi'a di Madrid in collaborazione con la Fondazione Palazzo
Albizzini, Collezione Burri (Citta' di Castello, Perugia)
Fondazione Palazzo Albizzini “Collezione Burri", Citta' di Castello (Perugia)
tel. e fax 075/8554649 - tel.075/8559848; info@fondazioneburri.org
http://www.fondazioneburri.org
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Immagine: Alberto Burri, Nero e oro, 1993
Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia
Plaza Santa Isabel, 52 Madrid
Orari: lun-sab, 10-21; dom, 10-14.30; chiuso martedi'.
Ingresso intero: 3 Euro.