La mostra e' suddivisa in due sezioni cronologiche: dal 1913 al 1919 e dal 1932 al 1968. La caratteristica dei dipinti dell'artista non e' tanto la rappresentazione del soggetto, quanto la preoccupazione della costruzione. Il linguaggio, gia' astratto, e' poi spinto in quella direzione fino alle estreme conseguenze.
Opere 1913-1968
a cura di Danna Battaglia Olgiati e Daniel Abadie
Dal 23 marzo al 27 maggio 2006, alla Galleria Fonte d’Abisso di Milano si
terra' la mostra “Alberto Magnelli" che presenta una ventina di oli su tela
di grandi dimensioni realizzati negli anni dieci e a partire dagli anni
trenta e dieci disegni delle stesse epoche.
La mostra, curata da Danna Battaglia Olgiati, si avvale della presentazione
in catalogo di Daniel Abadie, gia' direttore del museo del “Jeu de Paume" di
Parigi, il maggior conoscitore del lavoro di Magnelli.
L’esposizione e' suddivisa in due sezioni cronologiche: dal 1913 al 1919 e
dal 1932 al 1968. La caratteristica delle opere del primo periodo non e'
tanto la rappresentazione del soggetto, quanto la preoccupazione della
costruzione. Il linguaggio, gia' astratto nella sua formulazione a tinte
unite e forti, sara' spinto da Magnelli in quella direzione fino alle estreme
conseguenze.
Negli anni dieci del Novecento, il mondo dell’arte scopre l’astrazione. La
posizione di Magnelli resta tuttavia particolare: da un lato, il pittore
fiorentino si sentiva saldamente ancorato alla grande tradizione artistica
della sua citta'; dall’altro, si apriva con entusiasmo alle Avanguardie e in
particolare ai futuristi, tra cui Carra', Boccioni, Marinetti, Soffici, con i
quali ebbe legami di amicizia. La sua fedelta' al binomio
‘tradizione-innovazione’ non gli consenti' di compenetrarsi totalmente nelle
idee futuriste di rifiuto del passato; inoltre le sue opere mantengono un’
originalita' e un’autonomia anche rispetto alla lezione dei cubisti e a
quella di Delaunay e di Kandinskij.
Le nature morte del 1914, le figure stilizzate del 1916-17 e le esplosioni
liriche del 1918-19 rappresentano splendidamente in questa esposizione un
segnale di continuita': sempre classico, pur nella costante ricerca astratta,
la qualita' specifica dei lavori di Magnelli e' costituita dalla sapiente
stesura del colore.
Il percorso espositivo prosegue a partire dal 1932 con due pitture della
serie delle “pietre", ovvero costruzioni antropomorfe ispirate ai massi di
Carrara, che lo porteranno sempre piu' lontano dagli aspetti figurativi.
Queste opere segnano il passaggio verso un’adesione definitiva all’
astrazione. E proprio i lavori degli anni trenta, degli anni cinquanta, e
degli anni sessanta, rappresentati in questa mostra da opere molto
significative, lo collocano tra i grandi maestri dell’astrattismo in Europa.
Biografia
Alberto Magnelli (Firenze, 1888 - Meudon, Parigi 1971)
Verso il 1911 si avvicina agli intellettuali e agli artisti che fanno capo
alla rivista “La Voce". Con Aldo Palazzeschi nel 1914 si reca a Parigi.
Grazie a questo soggiorno scopre il movimento cubista e frequenta
Apollinaire, Picasso, Max Jacob, Gris, Matisse. Tornato in Italia, fra il
1915 e il 1918 (anno delle “Explosions Lyriques"), realizza alcune serie di
opere astratte. La pittura figurativa del dopoguerra - incentrata sul
paesaggio e su temi di vita contadina - richiama l’originaria passione per i
primitivi toscani. Fra il 1931 - anno in cui si trasferisce definitivamente
a Parigi - e il 1934 realizza la serie di dipinti denominati “Pierres", che
segna un ritorno all’astrazione, incentrata anche in seguito sulla ricerca
di equilibri cromatici e ritmi interni delle forme. Espone le “Pierres"
nella prima personale parigina, da Pierre Loeb.
A Parigi si unisce al gruppo
“Abstraction-Cre'ation"; nella seconda meta' degli anni Trenta espone anche a
Milano alla Galleria del Milione. Nel 1937 espone alla mostra “Origines et
De'veloppement de l’Art International Inde'pendent" al Jeu de Paume, e tiene
la prima personale a New York, alle Boyer Galleries. Nel 1939, alla Galerie
Charpentier, e' presente al “Salon de Re'alite's Nouvelles"; partecipera' anche
alle edizioni del dopoguerra. Durante l’occupazione nazista, Magnelli vive
in Provenza in compagnia della moglie e dei coniugi Arp e Delaunay. Nel 1945
espone tre opere alla mostra “Art Concret", allestita alla Galerie Drouin.
Nella stessa galleria tiene una grande retrospettiva nel 1947. Consacrato
come uno dei grandi maestri dell’astrattismo internazionale, gli verranno
dedicate sale personali alle Biennali di Venezia del 1950 e del 1960.
Catalogo Silvana Editoriale
Inaugurazione: giovedi' 23 marzo ore 18.30
Galleria Fonte d’Abisso
via del Carmine 7 - Milano
Orari: Da martedi' a sabato 10.30-13 e 15.30-19. Chiuso lunedi' e festivi
Ingresso libero