Quattro movimenti. Per l'ultimo movimento l'artista presenta un video del 2005. 'Yellow Associates in Motion' documenta l'arrivo di un veicolo agricolo degli anni '50 nelle strade di Manhattan su cui un gruppo di performer declamavano i nomi degli avvocati newyorkesi letti sulle Pagine Gialle. Nel suo lavoro Xhafa mette in evidenza con ironia le crepe aperte nelle dinamiche urbane, sociali e relazionali.
Quattro movimenti
Il 3 febbraio 2006 ha preso il via il nuovo progetto di Sislej Xhafa. Si tratta di una creazione inedita, espressamente realizzata per gli spazi espositivi di Quarter. La mostra si e' svolta in quattro momenti inaugurativi alternati ogni due settimane: venerdi' 17 marzo si terra' l’ultimo opening, mentre la conclusione dell’esposizione e' il 31 marzo. La mostra, curata da Sergio Risaliti, prevede la realizzazione di un catalogo con testi di Paola Nicita e Yuneikys Villalonga.
17 marzo 2006
quarto movimento:
finale andante con sentimento
Per il quarto e ultimo movimento Sislej Xhafa presenta un video realizzato nel 2005 in occasione della prima Biennale di Performance di New York, curata da Rose Lee Goldberg. Il video, Yellow Associates in Motion, documenta la performance che ha portato un camion, caratteristico del paesaggio rurale americano degli anni Cinquanta, nelle strade di Manhattan. Un gruppo di performer, in piedi sulla piattaforma, legge ad alta voce i nomi degli avvocati newyorkesi incolonnati in elenco sulle Pagine Gialle. Con questa doppia intrusione (il mezzo agricolo in citta' e la propaganda popolare degli studi legali) l’artista copre il divario esistente tra diversi ambiti della societa' contemporanea, tra la sofisticata rappresentazione del potere e l’effettiva funzione civica del diritto. Con quell’ironia che rappresenta una cifra stilistica del suo lavoro, Xhafa mette in evidenza le crepe aperte nelle dinamiche urbane, sociali e relazionali.
L’ultimo appuntamento dei Quattro movimenti chiude una tetralogia dedicata all’esplorazione della contemporaneita' da un punto di vista fortemente critico che ha chiamato in causa il sistema dell’arte e i conflitti della societa' occidentale con tutte le sue stratificazioni culturali, politiche e interrazziali.
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Quattro Movimenti e' stata una mostra in progress che si e' composta seguendo il ritmo delle differenti inaugurazioni. Le opere si sono sommate di volta in volta costruendo un insieme in progress che proprio nell’articolazione del programma ha accumulato diversi e mutevoli significati. In ogni caso la mostra e' stata chiusa ed aperta ad ogni “intervallo".
3 febbraio
primo movimento
Allegro ma non troppo e un poco maestoso
Il giorno 3 febbraio e' stata presentata la prima opera, una nuova scultura in ceramica. Con questa inedita installazione Xhafa vuole soppesare il rapporto tra arte e pubblico, tra opera e mercato, tra liberta' artistica e giochi di potere. Scartando ogni categoria e pregiudizio, ogni facile definizione, lettura, associazione, l’artista rischia tutto per mettere al centro l’arte e la sua inequivocabile poesia. Opera in solitudine, senza nessun sostegno concettuale che la sua stessa immagine, la sua provocante presenza, quest’installazione scivola tra le mani e si offre ora come cosa, ora come gesto, pura e semplice figura o estremo dettaglio. Ecce opera verrebbe voglia di scrivere a questo punto. Ironicamente ma non troppo, l’installazione trasforma lo spazio in modo quasi maestoso. Lo spazio inavvertitamente cambia di peso, di qualita', e un semplice contenitore si trasforma in spazio pubblico, nel luogo democratico per eccellenza, la strada. Quella strada che dalle avanguardie in poi ha sempre rappresentato il punto d’incontro tra l’arte e la vita, tra l’arte e la politica, ovvero il punto di svolta e di ribaltamento del linguaggio artistico, il banco di prova di ogni rivoluzione concettuale o formale. A questa prima mossa ne seguiranno altre in una sequenza periodica che per uno scherzo del calendario assumera' un tratto cabalistico.
17 febbraio
secondo movimento
Adagio Molto
Il pubblico dovra' percorrere una navata oscura per avvicinarsi ad una foto che ritrae un Cristo dormiente: il volto di un extracomunitario immerso nel sonno. Si tratta, in poche parole, di un moderno contemporaneo quadro al lume di notte che, riferendosi alla tradizione dell’arte occidentale, oggi si confronta con la presenza dell’altro, dell’estraneo o del ‘prossimo’ - in modo non dissimile da quanto faceva Caravaggio quando si soffermava sulla tolleranza e sulla pietas. Il lavoro di Sislej Xhafa, in questo caso, impone il confronto con l’altro, ma richiede il coraggio di osservare “l’uomo" nella sua presenza disarmata.
Xhafa raffigura l’uomo senza piu' difesa, fragile, disarmato nel suo abbandonarsi al riposo. Marguerite Yourcenar, nel Tempo grande scultore, ricorda che mai come quando un uomo dorme e' solo, indifeso e quindi e' veramente umanita'.
Anche il titolo, con leggerezza e sentimentale ironia, invita a procedere nel ‘buio della notte’, adagio molto.
3 marzo
terzo movimento
Scherzo lento e poi mosso
Il terzo movimento ha un preciso riferimento geografico e sociale. L’artista, rinunciando in modo eclatante a qualsiasi dichiarazione di paternita' sul manufatto artistico, presenta sulle pareti della kunsthalle fiorentina una serie di ‘carte’ realizzate nel 2001. Gli autori dei fogli esposti, tutti anonimi, sono i sorveglianti del Centro d’Arte Moderna di Tirana che, durante il turno di lavoro, ingannano il tempo segnando una ‘x’ per ogni Mercedes che corre lungo la strada sotto i loro occhi.
Lo status symbol di un’auto di grande lusso e' un tratto caratteristico della societa' albanese e risponde alla questione sullo scambio ‘culturale’ tra l’Europa occidentale, industrializzata e dotata di forme di governo evolute, e l’Altra Europa, quella dei luoghi comuni, quella che impoverisce il proprio patrimonio antropologico nell’anelito verso gli emblemi del benessere e del potere offerti dalla nostra societa'.
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breve nota critica
Il progetto di Sislej Xhafa, ancora una volta, pone alcuni importanti interrogativi, mettendo in discussione il senso di sacralita' dei luoghi d’arte, la necessita' di riflettere sulle relazioni economiche, l’urgenza dell’incontro come paradigma della nostra contemporaneita'. E ancora pone l’accento sulla forza della malinconia e della leggerezza che caratterizza le opere di Xhafa, cariche di ironia mai cinica, ma che al contrario fa leva sul sentimento. Nel gioco delle parti, alla ricerca di quel ritmo segreto che a ben vedere costituisce il senso profondo dell’armonia delle cose, si trova uno dei punti centrali dell’indagine dell’artista, tra interrogativi e risposte possibili. La mostra a Quarter viene immaginata da Sislej come un’opera circolare, chiudendosi ritorna su se stessa e l’ultima opera sara' presentata nel punto in cui e' iniziato il percorso, nel foyer, luogo di accoglienza del pubblico. L’installazione realizzata all’inzio nella grande sala lascera' comunque un punto interrogativo. Una domanda sul senso dell’arte e quindi sul suo valore e viceversa. Una domanda che si rivolta anche verso la stessa istituzione che l’opera accoglie e presenta al pubblico. Non c’e' una risposta ad una domanda posta in termini sbagliati. Il senso, sembra ripetere l’artista, e' forse l’ultimo problema al mondo, mentre la poesia appare come unica via di fuga dal mondo borghese e dalle sue aspettative. Riemergono temi e attitudini tipiche di Xhafa. La poesia e' la strada da percorrere verso altre ipotesi di fuga, la consapevolezza dello stato delle cose come arma per affrontare una quotidianita' ammantata di incognite, il senso profondo di umanita' che diventa una scialuppa di salvataggio. Lo sguardo sugli altri diviene cosi' un confronto allo specchio, sollevando il velo che ricopre i fatti di una cronaca che si e' scelta di narrare in modo indipendente, senza prestare orecchie a prevedibili sirene ammaliatrici. Xhafa con sfumature concettuali molto complesse e raffinate e una immaginazione mai scontata affronta la realta' quotidiana affidando alla poesia e alla leggerezza il compito piu' difficile, quello di mettere sotto accusa il potere e le sue logiche. E lo fa celebrando l’esistenza umana nel suo quotidiano eroismo, tanto assurdo e inutile quanto spaesante e imprevedibile.
nota biografica
Nato a Peja, in Kosova nel 1970, Sislej Xhafa vive a New York. La sua ricerca artistica e' incentrata sulle realta' sociali, economiche e politiche e sulla complessita' della societa' moderna. I lavori di Sislej Xhafa sono minimali, ironici e sovversivi. Adopera vari linguaggi, scultura, performance, fotografia, disegni. Il suo lavoro mira a sfidare gli osservatori a riconoscere i sintomi e le punti deboli della societa' contemporanea globalizzata. Tra le esposizioni e le performance piu' recenti, quelle realizzate presso il Manifesta III, Ljubljana (2000) S.M.A.K. Over the Edges, Gent (2000), Istanbul Biennial, Egofugal, Istanbul (2001), PS1/MOMA, Uniform, New York (2001), Tirana Biennale, Tirana (2001 e 2003), Kunsthalle Bern, Project Room, Bern (2001), Gwangju Biennial, Gwangju (2002), Haifa Museum of Contemporary Art, Haifa, Israele (2003), Palais de Tokyo, Parigi (2003), Magazzino d’Arte Moderna, Twice Upon a Time, Roma (2003), The Renaissance
Society, Chicago, Museum of Contemporary Art, St.Louis, Tate Modern, London, Stedelijk Museum, Amsterdam, North Dakota Museum of Art, Grand Forks, New Video, New Europe (2004), I Bienal de Arte Contempora'neo de Sevilla, Fundacio'n BIACS, Sevilla La alegria de mis suenos (2004), Fundacio' ‘la
Caixa’ la Sala Montcada, Miedo Total, Barcelona (2004), SHUGOARTS, Tokyo Summer Show (2005), GAMeC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea e di Bergamo WAR IS OVER 1945 - 2005 la Liberta' dell’arte (2005), Museum of Contemporary Art KIASMA First We Take Museums (2005), la Biennale di Venezia (1997,1999 e 2005), e Performa05, New York (2005). A Quarter, Sislej Xhafa e' gia' stato presente all’interno della mostra The Gesture. A visual library in progress (2005) .
Sislej Xhafa
Quattro movimenti
3 febbraio
17 febbraio
3 marzo
17 marzo
La Presidente Maria Paoletti
Il Direttore Artistico Sergio Risaliti
invitano il pubblico
Promotori
Comune di Firenze
Assessorato alla Cultura
Assessorato alle Attivita' Produttive e Turismo
Quartiere 3
Con il contributo di
FINDOMESTIC
Natali Multimedia
QUARTER
centroproduzionearte
Viale Giannotti, 81 50126 Firenze
ingresso libero
VARIAZIONE DEGLI ORARI DI APERTURA:
per motivi tecnici la mostra sara' visitabile solo quattro giorni a settimana, dal giovedi' alla domenica, nel consueto orario, dalle 15.30 alle 19.30.