Bruno Peinado: 'The Endless Winter' un progetto che prende spunto da un celebre documentario degli anni 60 cult 'per i surfisti che cercano l'onda perfetta', nuove installazioni. Giovanni Ozzola: 'In a Sentimental Mood', grande immagine che si rivela nello spazio buio grazie ad una diffusione di luce regolata sull'andamento del respiro. Cai Guo Qiang: 'Stage', un progetto articolato che si sviluppa all'interno della galleria e nella campagna intorno a San Gimignano. Oggi l'Associazione Continua presenta: Making Space, Taking Place, al Teatro Politeama di Poggibonsi, UMoCA e Aeolian Garden a Colle Val D'Elsa, Teatro dei Varii.
BRUNO PEINADO
“The Endless Winter"
25 marzo - 6 maggio 2006
Per la sua seconda personale negli spazi del cinema teatro di Galleria Continua, Bruno Peinado propone un nuovo nucleo di opere dal titolo 'The Endless Winter'.
Lo scenario in cui opera l'artista francese e' quello del quotidiano: stili di vita, abitudini alimentari, prodotti e sotto prodotti culturali derivati dalla globalizzazione. Peinado, da sempre, si interessa di sottoculture interrogandosi, e interrogandoci, sulla necessita' di una nuova identita' individuale. Identita' che sia sinonimo di conservazione delle diversita' ma anche identita' come fenomeno di imprevedibilita'.
L'opera diventa una sorta di laboratorio sperimentale dove sfuggire all'uniformita' e cercare un nuovo modo di pensare individuale. L'artista attua una specie di mix e remix tra razze, sound, fashion, arte e desideri che da' origine ad una nuova identita' artistica, quella che caratterizza in maniera inconfondibile e assoluta l'opera di Peinado.
'The Endeless Winter' e' un progetto che prende spunto dal celebre documentario degli anni Sessanta dal titolo 'The Endless Summer' un vero e proprio cult 'per i surfisti che cercano l'onda perfetta' e, proprio come un'onda, il progetto invade il piano superiore della galleria con i toni pacati, leggeri e spensierati che solo il creolo Peinado sa regalare.
All'ingresso il primo nucleo di opere, una serie di parallelepipedi installati a muro e per terra dai colori brillanti tipici delle carrozzerie delle auto. Piu' avanti incontriamo le tavole da surf, alcune con un'ascia conficcata nel mezzo, quasi a sottolineare anche il possibile insuccesso, la possibile disfatta nella ricerca dell'onda perfetta. Gia' in questa prima fase del progetto avvisiamo ibridazioni tra pop e minimal americano, tra cultura di strada e cultura ufficiale.
Un'ape Piaggio contiene all'interno del pianale una pianta che -come il surfista in attesa del momento propizio per cavalcare l'onda, nella piu' grande delle sfide in solitaria- aspetta l'attimo per improvvisare una danza liberatoria in assenza di persone. Un gesto intimo, che sottolinea l'esigenza di azioni primordiali da eseguire privatamente, lontano dal gruppo di appartenenza, dal mondo squillante e carico di 'status'; la vera prova individuale, il metro che, applicato, dara' la nostra misura.
I vari elementi del progetto si combinano a sottolineare la convivenza tra gli eccessi di una societa' improntata al consumo -che vede il proprio apice artistico nel pop- e l'esigenza di un gesto intimo, individuale.
Il lavoro di post-produzione attuato da Peinado porta alla nascita di un'area dove le culture sono aperte e disponibili all'accordo e al confronto, lasciandosi mitemente penetrare da contaminazioni esterne senza mai rinunciare, comunque, ad essere se stessi.
Bruno Peinado nasce a Montpellier nel 1970, vive e lavora a Douarnenez in Bretagna.
Il processo creativo per Peinado si sviluppa attraverso un continuo confronto con la cultura di massa, con i codici-linguaggio che scandiscono il nostro tempo, con gli stereotipi della societa' del consumo. La logica che persegue e' quella della creolizzazione, come strumento per riappropriarsi e 'rileggere' simboli e immagini. Peinado crea installazioni ricche di segni presi in prestito dal vivere quotidiano, dai giornali, dalla musica, dai videogiochi, dalla televisione. Assembla disegni, oggetti, sculture, video e dipinti realizzati su qualsiasi tipo di supporto, creando percorsi imprevisti dove la diversita' e' ricchezza e la possibilita' e' quella di inventarsi un mondo nuovo.
Nonostante la giovane eta' Bruno Peinado annovera nel suo curriculum importanti esposizioni in spazi internazionali. Dalle recenti personali a New York 'Why Style'', Swiss Institute of Contemporary Art (2005) e 'Lo-Revolution' , Parket's Box (2005) a 'Silence is Sexy' presso il Micro Museum di Zurigo (2005), da 'Perpetuum Mobile' al Palais de Tokyo di Parigi (2004) a 'Kombinacao' al Paco des Artes di San Paolo (2004). Tra le molte mostre collettive ricordiamo: 'Sol Systeme', Centre d'Art Contemporian La Passerelle, Brest (2006); 'Bang! Bang!' MIAM, Se'te (2005); 'Just Do it!', Lentos, Kunstmuseum Linz, Austria (2005); 'Biennale San Paulo', Parc Ibirapuera, San Paolo (2004); 'Poetic Justice, Istanbul Biennial', Yerebatan Cistern, Istanbul (2003).
via del Castello 11 dalle ore 18.00 alle 24.00
dal martedi' al sabato 14.00/19.00
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GIOVANNI OZZOLA
“In a Sentimental Mood"
25 marzo - 6 maggio 2006
Giovanni Ozzola si presenta per la prima volta nello spazio di Galleria Continua con un progetto dal titolo “In a Sentimental Mood".
Una immagine di grandi dimensioni si rivela nello spazio buio grazie ad una diffusione di luce regolata sull'andamento del respiro, creando illusorie sensazioni di movimento. La percezione visiva risulta connessa a questa contrazione luminosa. Al centro dell'immagine il soggetto si immerge in un profondo e sentimentale blu e il nostro sguardo si perde, trasportandoci verso nuove prospettive percettive. In questo lavoro Giovanni Ozzola per la prima volta sposta la relazione che abitualmente stabilisce tra luce e opera. Se finora i paesaggi domestici o naturali fissati dall'artista si rivelano attraverso la luce -albe, tramonti, brume, freschi mattini delineavano i profili dell'immagine- adesso e' la luce come elemento che si rivela nell'opera.
Piu' in disparte, un video girato nel deserto del Sinai, in bassa definizione. In queste riprese l'artista ci svela un microcosmo fatto di effetti di luce, di rifrazioni che creano la sensazione della reale esistenza di possibili dimensioni parallele. Percezione ottica, rifrazione, fenomeni naturali, vengono trattati con delicatezza grazie all'attenzione con cui Ozzola pone lo sguardo sul mondo; felice spettatore di un'avventura dove tutto e' da scoprire, dove tutto e' ancora possibile, dove lo sguardo si perde e si dissolve nella visione.
Un incanto dello sguardo che presenta le immagini nella pienezza del loro solo offrirsi allo sguardo.
Giovanni Ozzola, Firenze 1982. Le opere di Ozzola sono segnali di luce che indicano, come un bagliore nella nebbia, la porta d'ingresso verso una nuova percezione, verso nuove visioni possibili. La ricerca e' estremamente complessa e carica di forti tensioni vitali ma la rappresentazione e' semplice, basata sull'analisi dei piccoli eventi, quelli apparentemente trascurabili, frammenti di vita, fenomeni naturali che miracolosamente ogni giorno si ripetono, uguali a se stessi e pur sempre diversi. “A rivelarsi e' dunque la possibilita' di racconto nella consapevolezza leggera che il racconto non ha necessita' e non puo' avere la voce del suo autore. Si tratta di un'affermazione positiva, la cui formulazione si manifesta nel 'momento' dell'opera". (Pier Luigi Tazzi da Looking for adventures, in a blue placet, Gli Ori, 2004).
L'artista, gia' presente in importanti appuntamenti in Italia e all'estero, e' da considerarsi tra le realta' emergenti piu' interessanti di questi ultimi anni. Tra le mostre realizzate ricordiamo: Guardami, Percezione del video, a cura di Lorenzo Fusi, Palazzo delle Papesse, Siena, 2005; in-visibile in-corporeo, a cura di Pier Luigi Tazzi, MAN Museo d'Arte, Nuoro, 2005; Museo Pecci Progetto Collezione, a cura di Daniel Soutif e Samuel-Fuyumi Namioka, project room, Museo Pecci, Prato, 2004; Happiness. A survival guide for art and life, a cura di David Elliott e Pier Luigi Tazzi, Mori Museum, Tokyo, 2003; Via Pal. Il confine delle notti, a cura di Fabio Cavallucci, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Trento, 2002.
via Arco dei Becci 1 dalle ore 18.00 alle 24.00
dal martedi' al sabato 14.00/19.00
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CAI GUO QIANG
“Stage"
25 marzo - 29 aprile 2006
Per la sua prima personale a Galleria Continua Cai Guo Qiang presenta 'Stage', un progetto specifico, estremamente articolato, che si sviluppa in parte all'interno della galleria, piu' precisamente nella platea e in parte sul territorio, nella campagna intorno a San Gimignano.
Cai disegna e costruisce per la mostra un grande palco, una pedana con struttura in ferro molto leggera ed esile ma nel contempo estremamente visibile e luminosa. Una specie di pedana-faro, avvistabile in lontananza e da diversi punti di osservazione, che intende attirare su di se' l'attenzione del mondo contemporaneo per poi spostarla verso una riflessione sulla storia e gli scenari passati. Un omaggio al ricordo, 'Stage' e' la mise en sce'ne del trascorre del tempo e delle grandi trasformazioni sociali. Cosi' Cai Guo Qiang descrive il progetto: ''Looking from the ancient road, the viewer stands between the mountain range and the empty stage, with the towers of civilization as the theatrical backdrop. These two vantage points allow the viewer to choose the focus of the piece and place oneself within the narrative of history, civilization and nature is instantaneously played out on this empty stage within the shifting light of the day, night and season.''
Il palco viene ripreso con una inquadratura fissa, quasi atemporale, che lo proietta in tempo reale, 24 ore su 24, sullo schermo della platea riportando cosi' lo spazio alla funzione originaria: non piu' galleria espositiva ma cinema. Cai pratica una complessa sovrapposizione di frammenti temporali, accompagnandoci in questo modo in un viaggio tra esterno ed interno che attraversa varie dimensioni della storia, dal primo nucleo abitato etrusco alle possenti torri medioevali fino ad oggi. Un viaggio, potremmo dire, anche nella memoria di ogni singolo individuo e nella memoria collettiva. 'Stage' e' un ponte che attraversa il tempo per diventare, in quell'immagine proiettata sul grande schermo della platea, immobile eppure costantemente mutevole, la voce del paesaggio, dell'arte e della storia.
Cai Guo Qiang e' indubbiamente da considerarsi uno degli artisti che meglio rappresenta la Cina contemporanea: attento osservatore del presente e, nel contempo, meticoloso studioso storico. Tanto nella scelta dei materiali quanto nei soggetti le sue opere presentano chiari riferimenti alla Cina e alle sue tradizioni millenarie cosi' come evidenziano la ricerca continua di un dialogo e di un punto di contatto con la cultura occidentale. Nato nel 1957 a Quanzhou, nella provincia del Fujian, Cai Guo Qiang studia scenografia presso l'Accademia di Arte Drammatica di Shanghai; nel 1986 si trasferisce a Tokyo, qui inizia la sua carriera d'artista, vi resta circa dieci anni per poi spostarsi a New York. Nel lavoro di Cai Guo Qiang l'opera tende a moltiplicarsi, declinandosi in diversi oggetti e in diversi media espressivi: la performance come evento irripetibile talvolta deflagrante ma comunque delicato ed effimero, il video come documentazione e memoria, i dipinti come interpretazione del reale. Nei disegni dell'artista frequenti si confermano i riferimenti alla cultura tradizionale e alla simbologia (i dragoni, la medicina cinese, il fengshui, la polvere da sparo). Numerose inoltre le collaborazioni artistiche con specialisti di diverse discipline: scienziati, medici, architetti, coreografi e compositori.
Tra le esposizioni realizzate in tutto il mondo ricordiamo: Transparent Monument, The Metropolitan Museum of Art, New York, New York, 2006; Head On, Deutsche Guggenheim, Berlin, Germany, 2006; Inopportune, Mass MoCA, North Adams, 2005; Tornado: Explosion Project for the Festival of China, John F.Kennedy Center for Performing Arts, Washington, D.C., USA, 2005; Light Cycle: Explosion Project for Central Park, Creative Time, New York, 2003; Ye Gong Hao Long: Explosion Project for Tate Modern, Tate Modern, London, 2003; Transient Rainbow, Museum of Modern Art, New York, 2002; Cai Guo-Qiang: An Arbitrary History, Musee d'Art Contemporain, Lyon, 2001; Cultural Melting Bath: Projects for the 20th Century, Queens Museum of Art, New York, 1997; Flying Dragon in the Heavens, Louisiana Museum of Modern Art, Humblebaek. The Everything Is Museum series, e' un lavoro nel quale Cai Guo-Qiang trasforma spazi alternativi in spazi espositivi tra questi DMoCA: Dragon Museum of Contemporary Art, Niigata, Japan; UMoCA: Under Museum of Contemporary Art, Colla di Val d'Elsa, Italia e, di recente, BMoCA: Bunker Museum of Contemporary Art: Cai Quo-Qiang ha inoltre curato il Padiglione cinese alla 51' Biennale di Venezia, 2005. Tra i premi ricordiamo, tra tutti, il prestigioso Leone D'Oro conferitogli alla 48' Biennale di Venezia.
via del Castello 11 dalle ore 18.00 alle 24.00
dal martedi' al sabato 14.00/19.00
Inaugurazioni sabato 25 marzo 2006
Ufficio stampa Silvia Pichini tel. 347 4536136 e-mail press@galleriacontinua.com
Galleria Continua, San Gimignano (SI)
L'Associazione Continua presenta, nell'arco della stessa giornata:
POGGIBONSI
11.30
Teatro Politeama
Presentazione di Fai spazio, prendi posto, un progetto e un volume dedicato
ai cittadini di Poggibonsi
Con
Le autorita' cittadine
Mario Cristiani, Presidente Associazione Arte Continua
Ambra Giorgi, Presidente Commissione Cultura e Turismo Regione Toscana
Achille Bonito Oliva, curatore di Arte all'Arte
James Putnam, curatore di Arte all'Arte
Vincenzo Ruggiero, sociologo
Alla presenza di: Antony Gormley, artista
13.00
Piazza Cavour
Buffet
13.00-15.00
Passeggiata tra le opere permanenti a Poggibonsi
COLLE DI VAL D'ELSA
15.30
Teatro dei Varii, via del Castello, 64
Presentazione di UMoCA ed Aeolian Garden, due opere ed un volume dedicati ai
cittadini di Colle di Val d'Elsa
Con
Il Sindaco e l¹Assessore alla Cultura di Colle di Val d'Elsa
Mario Cristiani, Presidente Associazione Arte Continua
Lu Jun, Direttore Generale Centre for International Cultural Exchange, Beijing
Alla presenza di:
Cai Guo-Qiang, artista
Jennifer Wen Ma, artista