L'artista realizza, quadri che appaiono vicinissimi alla sensibilita' d’Europa ma che raffigurano immagini calate nella psiche complessa dell’India.
In collaborazione con
Galleria Miniaci, Milano
Ragionano in altro modo quelli dell’altra riva. E' naturale che sia cosi'.
Ragionano in altro modo quelli della riva opposta alla nostra
sull’Adriatico perche' in mezzo a quel mare che sembra un golfo o forse
il prolungamento fluviale dell’estuario del Po, in mezzo a quel mare
passa una linea virtuale di demarcazione che separa il Mediterraneo fra
oriente e occidente, fra latini e tutta una altra serie di segnali. Sono
segnali di Bisanzio, del Medio Oriente o tolemaici, ma sono segnali piu'
lontani ancora. Perche' chi guarda il mare dalle coste dell’Albania vede
come gli etruschi antichi il sole che cala nell’acqua e lo sente sorgere
molto lontano dietro alle spalle, laddove e' sorta quella stirpe alla quale
apparteniamo tutti noi indoeuropei.
Ecco perche' Aghim Muka dipinge,
o meglio realizza, quadri che appaiono vicinissimi alla sensibilita'
d’Europa ma che raffigurano immagini calate nella psiche complessa
dell’India. Ed e' grazie a questa sua funzione da traghettatore che le
immagini inventate non appartengono alla linguistica odierna e dolce
che il cinema e la sua cartellonistica celebrano a Nuova Delhi ma
provengono da una sorta di fonte primordiale, quella atavica della nostra
comune origine.
Fuori e Dentro e' sicuramente una evocazione della sessualita' e del suo
atto sublime, percepiti in una cultura che non ne evita la rappresentazione
negli altorilievi dei templi, anzi ne esalta gioiosamente i ritmi e i
riti, i cicli e i miti. Il patos evoluto delle immagini plastiche ricordate
genera in lui artista una inclinazione automatica alla terza dimensionalita'
morbida.Philippe Daverio
Inaugurazione:Giovedi' 6 Aprile 2006 ore 19
Golden Tulip Aemilia Hotel
Via Zaccherini Alvisi, 16 - Bologna