La ricerca di Maya Zignone si muove sugli elementi atti a sollecitare la percezione dello spazio, inteso secondo l’accezione seicentesca del vuoto.
Blueinbox
a cura di Luisa Castellini
La ricerca di Maya Zignone si muove, fin dagli esordi, sulla definizione degli elementi atti a sollecitare la percezione dello spazio, inteso secondo l’accezione seicentesca del vuoto. Spazio come luogo saturo di una materia sottilissima -spiritus- la cui esistenza e' motore primario della natura fenomenica.
Le coordinate di quest’universo magmatico ma silenzioso, ove si muovono - incrociano, scontrano e fondono - le forze primigenie che generano la vita in tutte le sue forme, sono riconosciute e segnalate dalla Zignone come segni. Tracciati di vettori energetici, che mutano continuamente equilibrio. Un modus operandi caratterizzato dalla rarefazione e precisazione del segno, in un percorso volto all’eliminazione del superfluo e dell’accidentale, diretto a manifestare il movimento tellurico e incessante che genera lo spazio dell’essere.
La ricerca della Zignone procede gradualmente, con un costante avvicinamento allo spazio come entita' vitale, accessibile ed emozionale.
Dalla rinuncia del colore a favore del corpo asciutto e rigoroso del lapis, con cui individuare il dipanarsi del segno su esili fogli di carta ove restano, a narrare la continua e faticosa messa a punto di equilibri e sintonie, le ombre di innumerevoli cancellature. Alla concretizzazione spaziale di tali segni con un’installazione, ove muoversi, respirare e percepire lo spazio, per approdare al video VI 123. Qui il segno si palesa nella sua completezza, sciogliendosi nel reale, in epifanie metropolitane e in brani di architetture concepite sul sentire dell’uomo.
Con BLUEINBOX la Zignone crea uno spazio ex novo.
Un box, una stanza che si offre allo sguardo per trasparenza -con pareti di plastica- ma che proprio in virtu' di questa caratteristica ne restituisce le coordinate sfalsandole, ingannando i sensi. Un luogo i cui confini sono in balia del movimento di chi, passandovi accanto, ne sfiora per un attimo le pareti deformandole e di quanti, all’interno, col proprio respiro e l’incedere, le fanno vibrare inaspettatamente.
L’accesso a questo prezioso hortus conclusus contemporaneo, e' concesso solo dopo averne percorso le mura esterne: una piccola ma importante conquista, l’aver superato il senso di straniamento provocato dalla struttura. All’interno del box sono sospesi due lunghi neon blu mentre un terzo, privato della sua funzione originaria, giace inerme a mezz’aria, celando del vetro. Il pulsare della luce colorata -il blu induce alla calma e, quindi, ad abbassare la soglia di vigilanza- rende il segno un’onda inarrestabile, che si frange sulle pareti di plastica trasparente. Il colore diventa un’energia palpabile che catapulta, senza preavviso, all’interno dello spazio mentale della Zignone. Lo stesso svelato dai disegni, costruito con l’installazione e reso fluido nel video: uno spazio rigoroso e rarefatto, ove si agitano, in cerca d’equilibrio, le forze archetipe che sottendono il reale.
Il cerchio si chiude: Blueinbox azzera le normali percezioni spaziali e temporali e permette di vivere e lasciarsi attraversare dall’energia. Di iscrivere nuovi codici percettivi ed emozionali partendo da quella che e', a tutti gli effetti, una tabula rasa, che cela al suo interno una videocamera, a documentare la lenta riappropriazione dello spiritus.
Inaugurazione: 8 Aprile 2006 h.18,30
Andrea Ciani
p.zza Scuole Pie 7/8 - Genova