Galleria Marconi
Cupra Marittima (AP)
c.so Vittorio Emanuele II, 70
0735 778703 FAX
WEB
Marina Bolmini
dal 22/4/2006 al 22/5/2006
lunedi'-sabato dalle 16 alle 20

Segnalato da

Dario Ciferri




 
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22/4/2006

Marina Bolmini

Galleria Marconi, Cupra Marittima (AP)

In "Play with me" l'artista ha fatto entrare nelle sue opere un suo alter ego digitale, identificabile con lei per ben precise caratteristiche ma che ha anche le caratteristiche asessuate di una Barbie.


comunicato stampa

Play with me

Dopo la personale di Peter De Boer, curata da Gloria Gradassi e organizzata in collaborazione con la Galerie De Meerse (Olanda), Domenica 23 Aprile alle 18.00 sara' la volta di Marina Bolmini. “Play with me", questo il titolo della personale, si avvale dei testi critici di Cristina Petrelli e Lucia Giardino.

L’opera di Marina Bolmini, che da sempre propone una rilettura delle iconografie contemporanee, da Walt Disney agli psicofarmaci, ai video-games, mette in contatto il mondo digitale con le arti tradizionali. “Play with me" coniuga la componente ludica, con un pensiero che almeno una volta ci ha sfiorato davanti ad un’opera d’arte, entrarci dentro, cosi' Marina Bolmini, ha fatto entrare un suo alter ego digitale, identificabile con lei per ben precise caratteristiche (tatuaggio, gli zigomi pronunciati, le labbra carnose, i capelli biondi corti), ma che ha anche le caratteristiche asessuate di una Barbie. E' qui scatta il gioco: mettere la bambola nelle diverse opere e vedere cosa succede. Le opere con cui il gioco si sviluppa sono alcune tra le piu' note dell’arte contemporanea e le possiamo dire storicizzate.

“Impersona, di volta in volta, dalle modelle di Vanessa Beecroft a Cindy Sherman nella serie ‘Untiteled film still’ e non solo, facendo un passo indietro, arriva a giocare con la Pop Art, con Warhol e Lichtenstein. […]E’ chiaro come tale meccanismo annulli la referenzialita' verso l’opera d’arte. Ed il riferimento alla Pop Art non e' certo casuale. Non e' stato forse Warhol ad affermare: - Sarebbe magnifico se si usasse piu' spesso la stampa serigrafia, cosi' nessuno potrebbe dire se un quadro e' veramente mio o di qualcun altro -. Cosi' la Bolmini si appropria dell’opera di riferimento e nel riproporla non si preoccupa di modificare uno o piu' aspetti; non e' certo suo interesse riportare l’opera in modo esatto". (Crisitna Petrelli)

“Nelle rivisitazioni di Bolmini l’organicita' e molteplicita' dell’essere - che paradossalmente ne segna l’unicita' - sono completamente svanite. I manichini non tendono alla mimesi di cio' che essi sostituiscono o rappresentano: - Ho trovato una bambola senza capezzoli - esclama l’artista eccitata dalle sue conquiste creative, - mi sembra piu' appropriata per le Beecroft! -. Affermazione chiarificatrice su un’operazione che non e’ di “copiatura", ma di esasperazione delle tensioni dei protagonisti reali, artisti o loro prodotti che siano, ai quali Bolmini da' voce, la sua. E suo e' anche il corpo delle marionette, ma ancora una volta non pedissequamente rappresentato, bensi', standardizzato e ottimizzato per adattarsi armonicamente al mondo digitalizzato intorno a loro". (Lucia Giardino)

Galleria Marconi
C.so Vittorio Emanuele II, 70 - Cupra Marittima (AP)

Orario: lunedi'-sabato dalle 16 alle 20

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