Maria Baldan trasforma elementi naturali in forme astratte. Remo Bianco fu uno dei protagonisti della scena artistica italiana degli anni '40 - '80. Alla ricerca tridimensionale affianco' presto quella piu' propriamente informale.
Opere di Maria Baldan e Remo Bianco
“Oltre il vero oltre l’effimero" recita uno scritto della Baldan ed e proprio
in quest’andar oltre che risiede la cifra della differenza e della similarita
nell’opera dei due artisti. Opera eclettica e poema della materia quella di
Bianco, tensione all’infinito e stupore cosmico l’opera della Baldan.
L’espressione artistica di quest’ultima, piu rarefatta di quella di Bianco,
trasforma elementi naturali in forme astratte perche' la Natura e l’elemento di
ispirazione principe nelle opere della Baldan. I metalli, o meglio gli acciai,
sono strumenti espressivi vivi che parlano attraverso le forme essenziali e
gli archetipi; rompono l’equilibrio tra opera e spazio, rispecchiano
l’ambiente tramite giochi di luce, riflessi e ombre, facendone un elemento di
forte dinamicita e continua evoluzione espressiva ed evocativa. Sorprende
ancora nei suoi lavori la materia dura e asciutta con cui rappresenta immagini
fluide e leggere. Vi e in essi la vocazione dell’artista a rifiutare il caos,
il disordine per andare incontro all’ordine e alla disciplina interiore,
all’armonia cosmica. Dopo approfondite ricerche sugli “spazi - specchi", Maria
Baldan si dedica ai due temi fondamentali della Terra e dell’Acqua, cercando
di rendere nel modo piu concreto, con sassi, vetri e materiali diversi, le
suggestioni materiche di questi elementi. Nonostante la complessita del lavoro
esecutivo, la produzione dell’artista e vasta e mutevole. Instancabile nel
progettare, Maria Baldan e un’artista che nulla concede al caso; nelle sue
opere il rigore e il comune denominatore e anche la caratteristica che la
rende spiritualmente e concettualmente vicino a Lucio Fontana, e in parte, ad
Anselm Kiefer.
Artista poliedrico Remo Bianco, da parte sua, fu uno dei protagonisti della
scena artistica italiana degli anni ‘40 - ‘80. Alla ricerca sui 3D affianco
presto quella piu propriamente informale di impronta fontaniana. Incoraggiato
dallo stesso Fontana e De Pisis l’artista spinse la sua ricerca verso campi
assai diversi: dal new dada all’informale-spaziale, dal figurativo al nucleare
e all’arte elementare. Il suo segno, inoltre, appare suggestionato dall’opera
di Burri e Pollock. Procedendo per gradi: lo spazialismo in lui assume una
dimensione diversa che non contempla l’infinito ma piuttosto la matrice
alchemica della materia. La materia in lui nasconde una speranza, e affabile,
con essa si puo giocare in un intrico magico che permette di scoprire la
composizione chimica dell’amore o la formula dell’eterna giovinezza. Ne sono
un esempio le opere della meta degli anni 50 che esprimono una particolare
vitalita, una vera e propria “gioia di vivere". Sempre dello stesso periodo
sono le opere che piu sembrano risentire dell’influsso di Pollock, quelle che
seguono al suo viaggio a New York. Di fatto l’artista dichiarera che il lavoro
del grande americano non ha influenzato il proprio ma che piuttosto sia
esistita una grande affinita di temperamento. D’altro canto Remo Bianco aveva
interpretato in maniera del tutto originale la lezione di Pollock non
guardando all’infinito e all’illimitato ma rivolgendosi piuttosto al finito
come aveva gia fatto con la propria personale lettura dello spazialismo.
Durante quegli anni Bianco pratica molto la pittura informale, anche se ben
presto si allontanera dalla pittura di gesto e d’azione. Sullo sfondo dei
grovigli di colore nasceranno, poi, quei mosaici di tessere quadrate cui
seguiranno implacabili i famosi tableaux dores e infine l’arte elementare, un
tentativo estremo di chiarezza sperimentato attraverso quell’atteggiamento
ludico che aveva caratterizzato la sua meditazione sulla vita.
La straordinaria opera di questi due maestri dell’arte contemporanea, Remo
Bianco e Maria Baldan, sara ospitata nello spazio espositivo della Galleria
Arteforum dal 23 aprile al 21 maggio 2006, all’interno di una mostra
intrigante, di sicuro fascino e di indubbio valore artistico. Come ha avuto
modo di ricordare il critico Giorgio Segato, in occasione della grande mostra
dedicata a Remo Bianco ed organizzata dal Comune di Padova, tenutasi l’estate
2005 al Monte di Pieta, i due artisti furono molto amici. Sembra che ad un
dato momento lui avesse espresso a Maria Baldan la volonta di lavorare insieme
ma che quest’ultima si fosse rifiutata in quanto, sebbene ci fosse nel loro
modo di fare arte certa affinita, vi era in lei una spinta metodica e
nell’altro un’esplosivita vulcanica che li rendeva cosi diversi nella loro
somiglianza da rendere irrealizzabile l’idea di Bianco. Affinita e stima che
in data 28/8/81 durante una visita al Centre National d’Art e de Culture
George Pompidou, faceva scrivere a Remo Bianco a proposito della collezione
del museo “manca solo dell’opera di due grandi maestri contemporanei, Maria e
Remo “ . L’opera “diversamente simile" di due amici legati da grande affinita
elettiva, dunque, sara ora a confronto nella galleria, Arteforum, nuovo spazio
espositivo padovano che intende promuovere e premiare l’arte contemporanea.
Cenni Biografici degli artisti
Maria Baldan nasce a Dolo (Venezia). Dopo il Liceo Classico e la Maturita
artistica si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di
Giuseppe Santomaso. La sua opera contempla ricerche grafiche, composizioni
plastiche e gioielli. Nel 1960 inizia ad esporre.Nel 1961 vince il Primo
Premio per l’incisione “Bevilacqua la Masa", nel 1964 e invitata alla Biennale
di Venezia e nel 1965 alla Quadriennale di Roma. Nel 1968 espone al Museo
d’Arte Moderna a New York e nel 1965 partecipa su invito con altri artisti
italiani ad un viaggio in Russia per i primi scambi culturali con l’Unione
Sovietica.
Nel 1972 Giuseppe Marchiori la segnala nel “Catalogo Bolaffi" n' 3 “. Nel 1976
e invitata alla Biennale d’Arte di Cracovia, nel 1974-76-79 alla Biennale
d’Arte Orafa a Palazzo Strozzi - Firenze, nel 1983 alla Biennale di Baden
Baden. Nel 1988 la Casa Editrice Canova pubblica una monografia sui suoi
gioielli dal titolo “Dal disegno al gioiello" con scritto di Marilla Battilana
e Giuseppe Marchiori. Lo stesso anno realizza una grande opera per il Dream
Village di Malindi (Kenia). Dal 1988 fa parte dell’Associazione Culturale
“Moderata Fonte". Nel 1994 e invitata alla “Vi ^ Biennale Donna" ,Palazzo dei
Diamanti - Ferrara. Nel gennaio del 2002 e stata pubblicata una sua monografia
con testi di Rossana Bossaglia - Edizioni d’Arte Bora. Numerosi viaggi la
riconducono sempre al suo luogo di elezione, Dolo, nella “sua" amata campagna
dove vive e lavora.
Nel 2005 l’arte di Maria Baldan e stata oggetto di una tesi di laurea all’
Universita Veneziana Ca’ Foscari.
Remo Bianco nasce a Dergano (Milano) il 3 giugno 1922. Frequenta la scuola di
disegno di Brera dove nel 1939 conosce Filippo De Pisis col quale manterra uno
stretto rapporto di amicizia fino alla morte del maestro. Grazie a lui conosce
alcuni personaggi come Sironi, Montale, De Sica, Carra e Soffici. Nel 1941 si
arruola in marina e quando nel 1943 la sua nave viene affondata e tratto in
salvo dagli inglesi e internato a Tunisi. Nel 1944 viene congedato e rientra a
Milano dove frequentera gli ambienti dell’Accademia di Brera. Dal 1948 matura
posizioni personali che vanno oltre il primo momento figurativo ed
espressionista con i primi 3D, opere sulla polidimensionalita della pittura.
Durante gli anni ’50 si dedica all’informale e allo spazialismo fontaniano con
una rielaborazione del tutto originale. Nel 1955 si reca a New York per un
viaggio studio. Qui conosce approfonditamente l’action painting e l’opera di
Pollock di cui risentiranno i suoi Collages. Nel 1957 inizia il ciclo dei
famosi Tableaux dores. Nel 1956 data il Manifesto dell’Arte Improntale e
realizza le prime Impronte e Testimonianze. Negli ultimi anni della sua vita (
si spegnera a Milano nel 1988) dedica la sua attenzione all’Arte Sadica,
all’Arte Masochista e all’Arte elementare.
Inaugurazione: Domenica 23 aprile 2006, alle ore 11
Galleria Arteforum
Via Turazza 19 - Padova