Figura unica nel panorama italiano del dopoguerra, Fred Buscaglione attraversa come una meteora l’ultimo scorcio dei ‘50 prima di morire in un incidente d’auto nel 1960. Insieme al paroliere Leo Chiosso (tral’altro militare a Merano in tempo di guerra insieme al giovane Bruno Maderna) inventa il singolare personaggio di gangster rubacuori dove fonde ironia autobiografica ad una gustosa inventiva jazzistica.
Figura unica nel panorama italiano del dopoguerra, Fred Buscaglione
attraversa come una meteora l’ultimo scorcio dei ‘50 prima di morire in
un incidente d’auto nel 1960.
Insieme al paroliere Leo Chiosso (tra
l’altro militare a Merano in tempo di guerra insieme al giovane Bruno
Maderna) inventa il singolare personaggio di gangster rubacuori dove
fonde ironia autobiografica ad una gustosa inventiva jazzistica. A
Merano dove si esibì alla fine del '59 artforum propone una affettuosa
rilettura del suo repertorio ad opera di Marcello Fera, Michael Lösch,
Elga Planckensteiner e altri.
Per dare ancora più significato al sapore di revival della serata è
stata scelta la sala del ristorante Sissi., luogo dal fascino
particolare, negli anni 50 ancora sede di imortanti mostre d'arte..
Herta Torggler
artFORUM Gallery
Con
Marcello Fera (voce)
Helga Planckensteiner (sassofoni)
Michl Lösch (Pianoforte)
Paolo Trettel (tromba)
Claudio Ischia (batteria)
Norbert Gianmoena (contrabbasso)
Gli anni Cinquanta, erano passati da una manciata di giorni, quando il 3
febbraio 1960 Fred Buscaglione, a bordo della sua favolosa Thunderbird,
va a schiantarsi contro un camion nel centro di Roma.
Il geniale
cantante e showman, con quella faccia alla Clark Gable, che aveva
trasformato l’Italia canterina in una specie di mondo popolato da
improbabili gangster della Chicago degli anni Trenta, con la sua ironia,
le sue rima baciate, non più con "amore-cuore" bensì con "la notte-che
botte", era al culmine della carriera. Solo dieci giorni prima si era
esibito a Merano e fu anche per questa ragione che la sua tragica
scomparsa colpì profondamente la città .
Prima del concerto meranese,
Fred Buscaglione, non mancò d’andare a fare una visita all’unico negozio
di dischi della città , di quegli anni: la Casa della Musica di Giovanni
Munter. Si fece fotografare e non mancò di autografare i suoi successi
del momento, tra cui "Love in Portofino" e "Guarda che luna".
Buscagliene, cantante, strumentista (ottimo violinista), autore,
diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, mostra presto
interesse anche per il jazz.
La gavetta, tanto per racimolare qualche
spicciolo per gli studi, se la fa nei night-club. E proprio lì nasce la
sua amicizia con Leo Chiosso, che grande parte avrà nel successo di Fred
come autore di molte canzoni. Sarà proprio Leo Chiosso a spingere il
musicista torinese a uscire dalla routine per tentare la carta dei
dischi. Nasce così il personaggio del "duro dal cuore buono", sempre
pronto a sottomettersi al fascino della bionda tutta curve in un abito
in lamè.
Il successo travolgente di "Che bambola!" Strada facendo prende
sempre più corpo, attraverso canzoni che raggiungono sempre il successo,
quell’immagine di personaggio ispirato da pellicole come "Bulli e pupe"
o da trutta una serie di detective americani alla Mike Hammer. Il suo,
non solo in quegli anni, ma anche dopo, resta un genere inimitabile,
unico. E proprio in questa unicità si può cogliere la grandezza del
personaggio e della sua musica venata da un jazz da night-club.
Stemperato dalle sue asprezze. Canzoni e musica che anche riascoltate
oggi, non avvertono il trascorrere del tempo.
Un’icona unica e
irripetibile di un mito che continua a rispelendere di luce propria
senza essere stato mai travolto dalle mode musicali succedutesi decennio
dopo decennio, fino ai giorni nostri.
Gigi Bortoli
Lunedì, 19 marzo 2001, alle ore 21.30
ristorante Sissi, Merano (Bolzano)