Kikuko Nomi
Tsuyoshi Ozawa
Gary Ross Pastrana
Tadasu Takamine
Mircea Cantor
Mizuki Endo
Alessandro Rabottini
Mostra a cura di Mizuki Endo, vincitore della III edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l'Arte che sostiene la ricerca di un giovane curatore under 30 ogni anno. La mostra indaga lo stato attuale dell'arte asiatica attraverso i lavori di Kikuko Nomi, Tsuyoshi Ozawa, Gary Ross Pastrana e Tadasu Takamine. Gli artisti esaminano un'idea di "estetica" alternativa, ripensando e riformulando i modi di concepire il corpo e lo stile di vita. Nella project room Mircea Cantor con Born to be burnt: tre installazioni inedite a cura di Alessandro Rabottini.
A cura di Mizuki Endo
Artisti: Kikuko Nomi, Tsuyoshi Ozawa, Gary Ross Pastrana, Tadasu Takamine
Dal 26 maggio al 16 luglio 2006 la GAMeC presenta la mostra Aesthetics / Dietetics, progetto proposto dal curatore Mizuki Endo, vincitore della III edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte - EnterPrize. Endo, segnalato da Yuko Hasegawa (Chief Curator, MOT Museum of Contemporary Art, Tokio), e' stato premiato lo scorso giugno 2005 da una giuria composta da Bob Nickas (Curatorial Advisor, PS1 Contemporary Art Centre / A MoMA Affiliate, Long Island - New York), Beatrix Ruf (Direttore Kunsthalle, Zurigo) e Giacinto Di Pietrantonio (Direttore GAMeC, Bergamo).
Il premio, presentato per la volta nel 2003 dalla GAMeC con il sostegno della famiglia Bonaldi e nato dalla volonta' di ricordare la passione per l’arte e per il collezionismo di Lorenzo Bonaldi, e' unico nel suo genere, poiche' volto a sostenere la ricerca di un giovane curatore under 30 ed il suo progetto di mostra. Con questo riconoscimento si vuole sottolineare la centralita' e il significato che la figura del curatore ha assunto nel panorama artistico internazionale, oltre a incoraggiare e sostenere il talento di un giovane in un momento estremamente vitale all’interno del suo percorso professionale. Alla GAMeC sono gia' state allestite le mostre Another Zero a cura di November Paynter (2004) e No Manifesto a cura di Andrea Viliani (2005).
In Aesthetics / Dietetics il curatore cerca di articolare lo stato attuale dell’arte asiatica attraverso i lavori di Kikuko Nomi, Tsuyoshi Ozawa, Gary Ross Pastrana e Tadasu Takamine. Coscienti dell’influenza dominante dell’arte moderna occidentale e consapevoli della crescente commercializzazione dell’arte contemporanea sotto l’espansione della globalizzazione economica e del progressivo multiculturalismo della societa', gli artisti contemporanei asiatici ricercano un’idea di “estetica" alternativa, ripensando e riformulando i modi di concepire il corpo e lo stile di vita attraverso i gesti quotidiani. In Aesthetics / Dietetics questa riflessione viene spiegata partendo dal concetto di “dieta", nella sua accezione di “condotta di vita", (diaita) in greco antico che indica una pratica etica che conferisce una veste estetica a tutti i momenti e gesti che compongono la vita dell’uomo.
L’installazione di Kikuko Nomi Nedoko (Bed), rilegge l’atto naturale del dormire trasformando una comune stanza da letto in un qualcosa di profondamente estraneo. L’opera Vegetable Weapon di Tsuyoshi Ozawa suggerisce ulteriori significati ad oggetti familiari, in questo caso verdure, trasformandoli in armi e condividendo il processo di digestione/smaltimento di questo oggetto politicizzato. L’installazione di Gary Ross Pastrana funziona come uno spazio pubblico in cui le possibilita' estetiche delle attivita' quotidiane di ciascuno emergono attraverso l’incontro con i processi di crescita della natura e il movimento di esseri viventi. Il video di Tadasu Takamine, God Bless America, mostra la contemplazione estetica dell’"America" da parte dell’artista e della sua ragazza che per realizzare l’opera hanno vissuto chiusi nello studio dell’artista 18 giorni. Senza utilizzare icone politiche, Takamine indica come le azioni quotidiane possano divenire veicolo di contemplazione estetica.
Accompagna la mostra un catalogo bilingue.
Nato nel 1975 a Sapporo (Giappone) dove vive e lavora, sin dal 2001 Endo ha organizzato diversi eventi d’arte nella citta' di Fukuoka. Ha anche lavorato alla creazione di spazi espositivi alternativi nelle nazioni asiatiche e ha contribuito alla fondazione di spazi in Giappone e Filippine. Il suo approccio curatoriale cerca di mettere in relazione l’attualita' dell’arte con i diversi contesti geografici, culturali e storici dei luoghi nei quali lavora.
La mostra e' realizzata con il sostegno di Japan Foundation e Pola Art Foundation.
---
Mircea Cantor
Born to be burnt
25 maggio - 16 luglio 2006
A cura di Alessandro Rabottini
E' possibile trasformare la realta' anche attraverso gesti minimi e azioni ai limiti della visibilita'? Qual e' lo spazio della partecipazione individuale in una realta' complessa come la nostra? Quali sono le attuali possibilita' dell’arte e i limiti della rappresentazione e della poesia?
Questi sono alcuni degli interrogativi che solleva il lavoro di Mircea Cantor (Romania, 1977; vive e lavora a Parigi) di cui la GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e' orgogliosa di presentare la prima mostra personale che un’istituzione museale italiana dedica all’artista. La mostra e' parte della programmazione di Eldorado, la project room rivolta agli esponenti piu' interessanti delle giovani generazioni internazionali.
Attraverso un linguaggio eterogeneo dal punto di vista delle tecniche e delle tematiche, Cantor tenta un confronto diretto con lo spettatore pur utilizzando spesso strategie elusive e una certa “modestia visiva". Molte delle sue opere, infatti - che con disinvoltura presentano l’uso di video, fotografia, installazione e scultura fino all’azione collettiva e alla pubblicistica - sono caratterizzate da una forte economia dei mezzi espressivi ma da un’altrettanto profonda efficacia comunicativa.
Il suo approccio potrebbe essere ricondotto all’ambito del “concettualismo romantico": la sua analisi del contesto in cui l’arte viene prodotta e distribuita e la consapevolezza della realta' mediatica, politica ed economica in cui essa viene percepita, sono condotte con un rigore formale che non esclude l’emozione, e con una precisione che si accompagna ad un quasi paradossale respiro lirico. La sua e' una forma di poesia distillata con parsimonia e che, nonostante a un primo sguardo appaia refrattaria a qualsiasi narrazione, nondimeno si rivela, nella sua semplicita', efficace.
La mostra personale alla GAMeC e' composta da tre opere inedite che coinvolgono il pubblico e modificano sottilmente la sua percezione dello spazio museale, giocando con le sue aspettative e con le abitudini consolidate del consumo culturale.
All’ingresso della galleria lo spettatore e' accolto da The Neworker (2006) un’opera che suggerisce come il concetto di lavoro evochi infinite possibilita' e potenzialita' di azione per l’uomo ma anche come, allo stesso tempo, esso sia diventato a tal punto centrale per lo sviluppo e l’affermazione del singolo da trasformarsi nello spazio di una nuova forma di religione e di “devozione collettiva". Nel citare implicitamente la famosa rivista The New Yorker, Cantor crea un oggetto che gli spettatori possono prendere e portare con se' come fosse un ambiguo vademecum, e che mette in discussione la retorica sul lavoro come nuova religione laica.
L’intera architettura del museo e' invece letteralmente invasa da Born to be burnt (2006), l’opera che da' anche il titolo alla mostra e che affronta la possibilita' di percepire lo spazio attraverso altri sensi che non siano quello visivo. Anche questo lavoro - che l’artista definisce un suo autoritratto - riflette su come oggi i concetti di spiritualita' e religiosita' siano confluiti in piu' ambiti dell’esperienza quotidiana, dal commercio al consumo culturale, e su come il museo stesso sia diventato lo spazio di un’esperienza estetica sospesa tra ritualita' e intrattenimento.
Energia (2006) e' il terzo lavoro in mostra: un’installazione composta da 33 bottiglie di altrettante marche italiane famose nel mondo, dalle acque minerali ai liquori e ai vini, riempite di latte. Nel sostituire il contenuto di tutte le bottiglie con il primo elemento di nutrizione con cui gli esseri umani vengono a contatto alla nascita, l’artista suggerisce come sia necessario fare ricorso alla dimensione piu' intima e interiore di ciascuno per trovare la forza di trasformare la realta' e agire nel piu' vasto contesto economico e politico di forze globali, oltre che per rinnovare costantemente l’idea stessa di produzione e mantenimento delle forme di energia.
Tutti i lavori in mostra mettono in gioco, con la massima economia dei mezzi espressivi, il concetto stesso di display museale e suggeriscono una via poetica a un possibile rinnovamento etico: se The Neworker ha a che fare con il dono di se' e con la dispersione dell’oggetto attraverso la sua circolazione come dono gratuito, Born to be burnt e Energia ci ricordano la necessita' costante di gesti minimi con cui prendersi cura della realta', nutrirla e arricchirne lo stato di condivisione.
Mircea Cantor ha esposto alla 4 edizione della Biennale di Berlino, al Palais de Tokyo e al Grand Palais di Parigi (tutte nel 2006), al Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, alla Kunsthaus di Basilea, al Museum of Contemporray Art di Chicago e al CCA Wattis di San Francisco (2005), alla Tate Modern di Londra (2004), alla 50 edizione della Biennale di Venezia e all’Ucla Hammer Museum di Los Angeles (2003) e all’ARC Muse'e d’Art Moderne de la Ville de Paris (2001).
Nel 2004, in qualita' di vincitore del Paul Ricard Prize ha esposto in una personale presso il Centre George Pompidou di Parigi. Mircea Cantor e' inoltre co-editor della rivista VERSION magazine (versionmagazine.com).
Immagine: Kikuko Nomi, Nedoko, 2003 Mixed Media (c) Kimiyuki Arikawa
Ufficio stampa
Silvia Dondossola tel. +39 035 399528 e-mail: silvia.dondossola@gamec.it
CLP Relazioni Pubbliche
Via Fontana 21 20122 Milano Tel. 02 433403 Fax 02 4813841 mailto:press1@clponline.it
Inaugurazioni giovedi' 25 maggio 2006
GAMeC
via S. Tomaso, 53 24121 Bergamo
orari: martedi' - domenica 10 - 19, giovedi' 10 - 22, lunedi' chiuso
ingresso: intero: € 4,00 ridotto: € 2,50
alla project room Eldorado ingresso a gratuito