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Messaggio del Presidente Josep Borrell
dal 22/5/2006 al 22/5/2006

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European Parliament Milano




 
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22/5/2006

Messaggio del Presidente Josep Borrell

Parlamento Europeo, Milano

Commemorazione del ventennale della scomparsa di Altiero Spinelli "quello che poteva apparire e restare come l'utopia di pensatori e filosofi (anche se della statura di Kant) diventava all'inizio di quegli anni '40 il cuore di una strategia politica."


comunicato stampa

Messaggio del Presidente Josep Borrell
Commemorazione del ventennale della scomparsa di Altiero Spinelli
Ventotene 20-21 Maggio 2006


Signor Presidente della Repubblica,
Autorita',
Signore e signori,

in un periodo in cui, a livello mondiale ed europeo, sembra prevalere l’incertezza di fronte alle nuove sfide che la globalizzazione ha portato in materia di sicurezza, di protezione dei diritti e di sviluppo dell'economia e della societa' e' un grande sollievo e fonte di ispirazione potersi riferire a figure positive come quella di Altiero Spinelli.

Un uomo che nei momenti di crisi seppe dare il meglio di se' e cosi', nel pieno di una guerra mondiale, ebbe la lucidita' di scrivere qui a Ventotene un manifesto che esaltava la dignita' della persona e analizzava le condizioni di una pace duratura e che, quarant’anni dopo, in un momento di stasi della Comunita' europea, seppe offrirle con il progetto di trattato sull’Unione una strategia politica che le avrebbe permesso di reggere, di li a qualche anno, l’impatto del crollo del muro di Berlino.

A cosa si deve questa capacita' di anticipare gli eventi e, soprattutto questa determinazione, e proprio in tempo di crisi, a modificare una realta' che la gente comune (o per cosi' dire realista) considera come immutabile?

Forse la vera risposta possono darla solo quelli che l’hanno conosciuto e frequentato per anni e che sono, in buona parte, oggi qui presenti.

Ma anche chi non ha avuto questo privilegio puo’ far risalire questo ottimismo della volonta' alla convinzione di Spinelli che l’istinto di sopraffazione possa essere vinto, non solo a livello individuale, ma anche a livello degli stati, lottando contro la rinascita dei nazionalismi e promuovendo il federalismo.

Cosi', quello che poteva apparire e restare come l’utopia di pensatori e filosofi (anche se della statura di Kant) diventava all'inizio di quegli anni 40 con Spinelli il cuore di una strategia politica.

Questo spiega perche' la "pax europea" scaturita dal suo pensiero e da quello degli altri padri fondatori della Comunita' si sia rivelata cosa ben diversa dal semplice stato di non belligeranza che gli stati europei avevano conosciuto dopo il trattato di Westfalia.
Con la cessione anche se parziale delle sovranita' nazionali, la messa in comune di risorse essenziali e l'accettazione del principio che la propria sicurezza possa dipendere anche dagli ex-nemici e' una vera e propria rivoluzione copernicana che si avvia nel continente europeo.

Creata dal diritto e non dalla forza e creatrice essa stessa di diritto la Comunita' europea e l'Unione hanno nel corso dei decenni modificato le tradizionali relazioni fra stati europei. Certo, la mutazione non e' ancora compiuta e non e' ancora chiaro quale sara' il punto di arrivo ma quello di cui siamo gia' testimoni e' la nascita di un nuovo ordinamento pubblico europeo e, con esso, il progressivo formarsi di una cittadinanza e di un "demos" europeo..

La promozione della cittadinanza europea e della partecipazione popolare e' stata un'altra delle idee guida di Spinelli e degli altri padri del federalismo europeo convinti come erano che i problemi d'Europa si possono risolvere solo con la collaborazione degli europei.

A quasi cinquant’anni dalla firma del Trattato di Roma questo richiamo alla partecipazione popolare appare tanto piu' attuale e necessario ora che i padri fondatori hanno fatto la loro parte, e che gli stati e le burocrazie nazionali hanno spinto al limite estremo l’approccio cosiddetto “funzionalista" alla soluzione dei problemi dell'Unione.

Ma che fare perche' siano gli europei a riappropriarsi del loro destino e delle loro istituzioni? Anche a questa domanda Spinelli seppe dare una risposta straordinariamente moderna con la decisione di promuovere piu' un movimento che un partito politico e di presentare il federalismo piu' come scelta di vita che come strumento per il conseguimento di obbiettivi contingenti.

Secondo molti l’approccio movimentista e' inadeguato per elaborare le risposte che una societa' sempre piu' complessa e globale richiede; a tali riserve si potrebbe obbiettare che nel pensiero di Spinelli la creazione del movimento federalista non era un fine in se' ma lo strumento per dar voce alla domanda di liberta' e giustizia sociale da parte dei cittadini e, al tempo stesso, per mantenere la pressione sulle istituzioni e orientare l'azione delle forze politiche e dei partiti che operano in esse.

Evitare di imporre il proprio pensiero e promuovere in ciascuno la consapevolezza delle proprie qualita' era un’altra delle preoccupazioni di Spinelli tanto che il 14 febbraio dell’84 presento' il progetto di Trattato sull’Unione come il figlio del Parlamento europeo e se stesso come l'ostetrica che ne aveva favorito la nascita.

Certo, probabilmente non tutti i deputati che avevano votato a favore (o si erano dichiarati favorevoli pur astenendosi) si erano resi conto di quanto fosse importante introdurre in quel progetto i diritti di cittadinanza, i diritti fondamentali o il principio di sussidiarieta', tutte nozioni piuttosto inusuali in una Comunita' economica europea le cui crisi maggiori sembravano riguardare la fissazione dei prezzi agricoli o l’adozione del bilancio. Tutti erano pero’ consapevoli della portata rivoluzionaria che avrebbe avuto l’abbandono dell’unanimita' in Consiglio, o la codecisione del Parlamento nell’adozione delle leggi europee...

Ma consapevoli o meno di tutto cio’ erano ben pochi i deputati che si immaginavano che quel progetto di trattato avrebbe, po,i avuto un seguito. Invece pochi mesi dopo lo stesso Presidente Mitterand si rifaceva al progetto del Parlamento europeo e un anno dopo iniziava un vero e proprio seisma che attraverso l’Atto Unico europeo, i trattati di Maastricht, Amsterdam e Nizza ci avrebbe portato alla vigilia della ratifica del Trattato su una Costituzione europea.

I prossimi mesi ci diranno come questa prima fase di riforma costituzionale potra' concludersi. Un fatto e' pero’ gia' sicuro; senza il Progetto Spinelli le modifiche ai Trattati che si sono succedute in questi anni sarebbero state ancor piu' complesse e confuse di quanto non si sono poi rivelate nella realta'.

Spinelli si era augurato che il progetto, ormai non piu' solo suo, ma del Parlamento europeo, una volta nato, potesse anche vivere. A poco piu' di vent' anni di distanza il suo auspicio si e' gia' in gran parte realizzato ed io sono personalmente convinto che la portata innovatrice di quelle 22 pagine sia lontana dall’essersi esaurita e possa essere ancora un utile punto di riferimento anche in questo momento di riflessione sul futuro costituzionale dell'Europa.

Quale che sia la sorte di tutte queste ispirazioni, un insegnamento resta comunque della vita stessa di Altiero Spinelli e che cioe', di fronte alle avversita' e ai tempi di crisi ci si deve fare guidare dai propri valori e non dalle proprie paure.

Vi ringrazio per la vostra attenzione.

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