Fuori luogo. Come nelle atopie di Consagra e nei vuoti di Moore ed anche nel galleggiamento cromatico delle figure di Haring, nell'arte di Zeni irrompe il 'non luogo'. E' questo un punto particolarissimo del percorso di un artista. Punto nel quale, di solito, incorre chi non rinuncia alla ricerca, e dopo avere perlustrato la pienezza delle proprie esperienze (cromatiche, visive, esistenziali) si confronta con il vuoto, l'assenza, la rarefazione del contesto, l'habitat che tende a zero. (Marco Vimercati)
Fuori luogo
Come nelle atopie di Consagra e nei vuoti di Moore ed anche nel galleggiamento cromatico delle figure di Haring, nell'arte di Zeni irrompe il 'non luogo'.
E' questo un punto particolarissimo del percorso di un artista. Punto nel
quale, di solito, incorre chi non rinuncia alla ricerca, e dopo avere
perlustrato la pienezza delle proprie esperienze (cromatiche, visive,
esistenziali) si confronta con il vuoto, l'assenza, la rarefazione del
contesto, l'habitat che tende a zero.
In questa decontestualizzazione dei soggetti, in questo cancellare
l'ambiente circostante c'è qualche cosa di metafisico, c'è l'esperienza
dell'assenza di punti di riferimento, c'è una rilettura della dimensione
umana che sperimenta l'apparente vuoto ontologico del terzo millennio, ossia
l'assenza di domande fondamentali.
E questa assenza, questo isolamento dell'essere umano, scontornato dai suoi
riferimenti esistenziali, viene messa in mostra da Zeni con una copertura
del contesto densa, materica e tradizionale: gesso di Bologna e colla di
coniglio. Una pasta opaca e biologica, sopra il lucido dell'olio. Una
cancellazione artificiosa e volutamente marcata 'a posteriori'. Non uno
sfondo bianco da cui emergono figure, ma un biancosilenzio che chiude la
bocca alle domande. In questo modo Zeni, in questo spostamento verso una
pittura più fondamentale di quanto non fosse la sua nel passato, ci fornisce
le sue tipiche risposte, generalmente silenti, o ironiche, e tuttavia quasi
sempre di alta pregnanza.
Anche in questo caso, dopo un'intervista dove non si riesce ad ottenere
quasi nessuna risposta precisa, proprio sull'uscio del suo studio, Zeni mi
dice: 'il bianco con cui finisco i quadri, in genere è usato come fondo
preparatorio...' come a dire che in questa assenza, in questo isolamento
esistenziale, tutto deve ancora accadere.
Marco Vimercati
A cura di: Salvatore Galliani
Inaugurazione: giovedi 29 marzo, ore 18.30
Studio Ghiglione, piazza San Matteo 6b rosso, 16123 Genova, tel.010.2473530