Centro Culturale Cascina Grande
Rozzano (MI)
via Togliatti
02 89259331 FAX 02 8258972
WEB
Giuseppe Siliberto
dal 2/6/2006 al 17/6/2006
Da lunedi' a sabato ore 9.30-12.30 e 14.30-18.00

Segnalato da

Gianni Maffi



approfondimenti

Giuseppe Siliberto



 
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2/6/2006

Giuseppe Siliberto

Centro Culturale Cascina Grande, Rozzano (MI)

Tra progetto, pensiero ed emozione. Il suo linguaggio artistico attinge alla tradizione della geometrizzazione, la sua pittura si evolve nel tempo con rigore e coscienza dei mezzi ed e' densa di motivazioni etiche.


comunicato stampa

Tra progetto, pensiero ed emozione

In quest'epoca di vaghezze e improvvisazioni, incontrare un artista come Giuseppe Siliberto diventa un'occasione quasi rara. Siamo oramai abituati ad ogni tipo di stravaganza e le facili omologazioni, indirizzate a totale beneficio del mercato e delle sue capziose strutture, alimentano questo clima di incertezza in cui viene premiata la ''novita''' (ma esistono ancora le novita' in arte?) e la spettacolarizzazione, a discapito del serio lavoro di ricerca che ha sempre qualcosa da esprimere e da dire e che, percio' stesso, non ha bisogno di attaccarsi ad alcun effetto speciale per sorprenderci e farci rimanere a bocca aperta per la meraviglia.

Insomma l'arte ''ufficiale'', quella omologata dal sistema dei poteri, sembra diventata quella che, notoriamente, per i mezzi usati (spesso di avanzata natura tecnologica), veniva considerata d'avanguardia. Pertanto viene da chiederci: non sara' l’arte realizzata con mezzi ''tradizionali'' a dover essere considerata, oggi, arte d'avanguardia?

Ma non e' questo il punto. Non sono le mere modalita' operative, non sono le opzioni di tipo tecnico e linguistico a dare il patentino di ''artisticita''' ad un'opera d’arte; la quale vive di tensioni interiori, e' eticamente motivata, rappresenta un pensiero forte ed attiva spunti di riflessione e stati emozionali intensi; essa e' figlia dell’ambiente culturale in cui e' nata prima ancora che della storia personale dell'artista che la ha prodotta; e, in quanto tale, e' elemento della vita, testimonianza esistenziale dell'umano e delle sue peculiarita' (gioia, angoscia o dramma che possano contenere).

L'opera di Siliberto si muove su questo binario, che e' quello su cui ha sempre viaggiato l'Arte (a tal punto la maiuscola m'appare necessaria); un'opera che si evolve nel tempo con grande rigore e coscienza dei mezzi (tecnici, creativi e concettuali) e che si manifesta densa di fermenti ideali e di motivazioni eticamente finalizzati.

Il linguaggio artistico di Siliberto sembra derivare dalla tradizione di quella tendenza alla geometrizzazione che ha avuto in Piero della Francesca il suo piu' grande interprete; una linea passata, nel tempo, attraverso varie fasi ed esperienze e che s'e' definita e consolidata durante il periodo in cui fiorirono le avanguardie storiche.

L'astrazione geometrica delle avanguardie russe e olandesi e' pero' un referente vago, di natura prettamente formale: Siliberto non punta alla realizzazione dell'armonia e della misura come valori a se'; egli mira, al contrario, ad una finalizzazione complessa ove i significati della forma, perfettamente resi, si combinano concretamente con gli elementi propri all'espressione, laddove solidi contenuti e pregnanti concettualita' veicolano i contenuti e danno densita' e consistenza al pensiero.

Da quanto detto potrebbe apparire che l'artista abbia fatto una precisa scelta di campo inclinando verso soluzioni astrattive, corroborate magari da simbolismi e metafore visive direttamente suggerite dalle forme (inoggettive o vagamente note) e dai colori (psicologicamente determinanti) per attuare una piena possibilita' trasmissiva e comunicazionale. In realta' le forme di Siliberto, quantunque trasfigurate da una precisa e costante propensione alla geometrizzazione, sono forme della realta' e, dunque, rimangono interamente nel versante storico della figurazione; una figurazione, diciamolo pure, esteticamente sofisticata, ma non per questo carente di densita' espressiva e di qualita' emozionali.

Infatti, nonostante il rigore del metodo, nonostante il controllo con cui vengono articolati gli elementi dell'opera - dalla composizione alla disseminazione cromatica, dal dinamismo ritmico all'organizzazione misurata dello spazio, ecc. -, si puo' parlare, a proposito dell'arte di Siliberto, di una poetica che riesce a toccare le corde della pura emozionalita'.

E' veramente raro incontrare un equilibrio cosi' stabile fra pensiero razionale e dato intuitivo, fra controllo mentale e languore sentimentale. Niente permane della freddezza di tanta ispirazione geometrico-euclidea (o cartesiana), dei riduzionismi ad oltranza verso cui s'era indirizzata la pittura degli epigoni dei Malevich, dei Mondrian o dei van Doesburg. La sua e' una geometria nutrita di equilibri precari (che sottendono una imminente modificazione di stato), di tensioni che si sviluppano sul piano il quale, perdendo la sua bidimensionalita' fisica, diventa spazio psicologico, luogo evocativo.

Le opere di Giuseppe Siliberto contengono la ferma logica della coscienza, la consapevolezza che ogni risultato raggiunto non puo' che essere il frutto di un serio, duro ma affascinante lavoro di riflessione critica e di maturazione ideale. Esse sono in grado di superare la rigidezza dei generi per porsi come “stazioni di transito" verso la transdisciplinarieta': partendo dalla pittura per approdare alla scultura (o viceversa) e pervenire, in ogni caso, alla dimensionalita' architettonica, con tutta la sua propensione ad una spazialita' monumentale.

L'opera dell'artista, sia quella pittoricamente o plasticamente risolta, e' ricca di apporti culturali, perfettamente assimilati, giunti dalle esperienze artistiche piu' significative degli ultimi decenni: il severo criterio progettuale di derivazione costruttivista che si mescola e, anzi, si fonde coi dati della sensibilita' pura; la vastita' di uno spazio (mentale ed emozionale), proiettato talora in una dimensione sovrareale, che si dilata e si compenetra con le profondita' del tempo; i metafisici silenzi che parlano all'anima e alla mente; il segno, sempre controllato, che si amplifica sino a diventare gesto, un gesto (mai automatico) consapevole, mirato, sicuro e saettante, nutrito direttamente dalle pulsioni pervenute, finalmente, allo stato di coscienza.

Negli ultimi lavori, poi, compaiono allusioni a forme note che puntano al cielo e alla luna per alimentare suggestioni fra l’onirico e il sovrareale, in una dimensione in cui si concreta il vuoto come estrema aspirazione (e realizzazione) di sintesi espressiva.

E non dimentichiamo, ancora, quel senso di leggerezza che viene dalla conoscenza del Tao, o anche dall’esercizio (ad alti livelli) delle arti marziali che Siliberto ha sempre praticato come un fattore di autocontrollo e di liberazione di quelle energie segregate nella prigione del corpo.

Siliberto si propone con un atteggiamento dialettico, di continuo confronto con la realta', e tenta, dopo l'analisi, un costante volgimento alla sintesi. Le sue opere, fondate sulla logica del progetto, si inoltrano sui sentieri delle emozioni e, nel loro divenire, ti si rivolgono con intenti propositivi, coinvolgendo la mente mentre ti si attaccano all'anima. Franco Migliaccio

Inaugurazione sabato 3 giugno, ore 17.00

Centro Culturale Cascina Grande
Via Togliatti - Rozzano (MI)
Orario: Da lunedi' a sabato ore 9.30-12.30 e 14.30-18.00
Ingresso libero

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