Sala d'arme di Palazzo Vecchio
Firenze
piazza della Signoria
055 2768454

Quasi l'infanzia
dal 18/6/2006 al 14/9/2006
10-13 e 15-20, Mercoledi' e Venerdi' fino alle 23, chiuso Martedi'
055 2768454

Segnalato da

Monica Zanfini




 
calendario eventi  :: 




18/6/2006

Quasi l'infanzia

Sala d'arme di Palazzo Vecchio, Firenze

I bambini e lo sguardo dell'artista. Il progetto di mostra raduna opere di 9 autori, italiani e stranieri, che hanno focalizzato le proprie creazioni sui due poli intorno ai quali oscilla la sensibilita' contemporanea nei confronti dell'infanzia: Innocenza e Violenza. Purezza e dolore. Opere di artisti come Nan Goldin, Ingar Krauss o Maria Marshall, che serrano la propria ricerca sul mondo degli adulti visto dalla parte dei bambini.


comunicato stampa

I bambini e lo sguardo dell’artista

Un progetto di Sergio Risaliti
a cura di Pietro Gagliano' e Sergio Risaliti

“Quasi l’infanzia" e' una mostra voluta e patrocinata dal Comune di Firenze, un progetto espositivo rivolto agli adulti e ai bambini, una finestra di dialogo che si serve dell’arte contemporanea per comunicare con un pubblico vasto e variegato. La mostra e' stata inserita nel quadro degli appuntamenti dell’estate fiorentina 2006 che quest’anno, con la direzione artistica di Mauro Pagani e Daniele Gardenti, e' dedicata a ''L'innocenza dei bambini''.
L’esposizione sara' allestita nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, in uno degli spazi piu' suggestivi della Firenze storica. Tra le pareti medioevali della citta' del mito, quella che attira milioni di turisti e appassionati da tutto il mondo, sfileranno le opere di artisti di rilievo internazionale; la sensibilita' e la cultura artistica contemporanea si confrontano ancora una volta con l’eredita' storica del passato, dal quale vengono mutuati i motivi e le iconografie. La presenza di una kermesse artistica di tale rilievo in un contenitore augusto come Palazzo Vecchio garantisce un successo di pubblico che, sulla base dei flussi rilevati in altre occasioni, contera' fino a 30.000 visitatori nell’arco dei tre mesi estivi.
I bambini sono protagonisti inconsapevoli della rappresentazione e comunicazione contemporanea. Intorno all’immagine dei bambini vengono costruite strategie di marketing, campagne pubblicitarie, malie promozionali. L'iconografia occidentale privilegia gli aspetti piu' seducenti dell'estetica legata all'infanzia: la tenerezza, la sensualita' innocente, il candore. Offrendo in questo modo sia l’immagine di un presente sicuro, dolce, pervaso di amore e responsabilita' che quella di un futuro sano e rassicurante.

All’estremo opposto di questa rappresentazione esiste un’altra situazione, altrettanto reale, del mondo dell’infanzia. Lo stato di emergenza ramificato in tutto il mondo, che conosce la realta' di bambini soldato, bambini che saltano sopra le mine antiuomo, bambini denutriti, malati di AIDS, bambini delle periferie inclini alla violenza, bambini abbandonati, sfruttati e maltrattati. Un’infanzia orfana di amore, un abisso in cui l’umanita' sana stenta a riconoscere la propria colpa e il proprio cinismo. Intorno a questo genocidio si costruisce un universo di gesti e segni, un regime di azioni umanitarie che tentando di rimediare al male separa ancor di piu' le diverse realta', quella dei vinti, degli offesi, dei sacrificati e quella dei benestanti.

Spesso la violenza subita da un bambino diventa oggetto di spettacolo pubblico, di consumo planetario. Al fianco dell’innocenza, o del suo simulacro, che diventa il simbolo di amore disinteressato, integrita' e giustizia, si sgrana come in un affresco medievale la strage degli innocenti. La tragedia dell’infanzia appare nell’epoca della riproducibilita' e della spettacolarizzazione ancor piu' insopportabile del trionfo della morte. Il fiore dell’umanita', reciso all’inizio di primavera, l’infanzia, ''premessa gloriosa e tradita dell'esistenza'' (Pasolini), abbandona la scena e voltando le spalle si ritira nella parola.

Il fanciullo e' anche oggetto e soggetto di “Amore Materno". La rappresentazione del nodo antropologico, mitico, sacro, religioso, esistenziale lega la madre al bambino, e viceversa. Un’iconografia che non ha inizio ne' fine. E che si trasforma da immagine a forma stessa, al di la' della immediata leggibilita' del tema. La storia dell’arte ha fissato l’amore materno in splendide immagini da Giotto a Leonardo, Raffaello, Tintoretto, Parmigianino, fino a Picasso e Henry Moore. L’arte ha sempre rappresentato l’amore materno, cogliendone la centralita' antropologica, sacra, mitica, o le mille sfumature della relazione e del legame in senso religioso, umanistico, psicologico e romantico.

Il progetto di mostra alla Sala d’Arme raduna una selezione di opere di autori internazionali che hanno focalizzato le proprie creazioni sull'uno o sull'altro dei due poli intorno ai quali oscilla la sensibilita' contemporanea nei confronti dell'infanzia: Innocenza e Violenza. Purezza e dolore.
'Quasi l’infanzia' propone il lavoro di protagonisti dell’arte contemporanea, come Nan Goldin, Ingar Krauss o Maria Marshall, che serrano nella propria ricerca, secondo linguaggi personalissimi, infiniti spunti e conflitti, l’odissea dell’infanzia e il mondo degli adulti visto dalla parte dei bambini, un mondo osservato al di la' degli specchi, oltre il quale possiamo leggere il nostro destino di adulti.

LISTA DEGLI ARTISTI
Monica Carocci
Paola de Pietri
Nan Goldin
Ingar Krauss
Maria Marshall
Wang Ningde
Marco Parente
Luca Stoppini

con un video di
Peter Fischli & David Weiss

Immagine: Maria Marshall, still dal video Playground, 2001, edizione di 5

Segreteria e comunicazione esterna: Monica Zanfini tel. 055 452567 monicazanfini@alice.it

Sala d’Arme di Palazzo Vecchio - Firenze
Orario: 10,00-13,00 e 15,00-20,00
Nei giorni di Mercoledi' e Venerdi' la mostra restera' aperta fino alle 23,00
Giorno di chiusura: Martedi'
Biglietti:
Interi 5 euro
Bambini e ragazzi fino ai 14 anni ingresso libero
Per ogni gruppo di 5 persone e' previsto un ingresso omaggio.

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