Monica Carocci
Paola de Pietri
Nan Goldin
Ingar Krauss
Maria Marshall
Wang Ningde
Marco Parente
Luca Stoppini
Peter Fischli
David Weiss
Sergio Risaliti
Pietro Gagliano'
I bambini e lo sguardo dell'artista. Il progetto di mostra raduna opere di 9 autori, italiani e stranieri, che hanno focalizzato le proprie creazioni sui due poli intorno ai quali oscilla la sensibilita' contemporanea nei confronti dell'infanzia: Innocenza e Violenza. Purezza e dolore. Opere di artisti come Nan Goldin, Ingar Krauss o Maria Marshall, che serrano la propria ricerca sul mondo degli adulti visto dalla parte dei bambini.
I bambini e lo sguardo dell’artista
Un progetto di Sergio Risaliti
a cura di Pietro Gagliano' e Sergio Risaliti
“Quasi l’infanzia" e' una mostra voluta e patrocinata dal Comune di Firenze, un
progetto espositivo rivolto agli adulti e ai bambini, una finestra di dialogo che si
serve dell’arte contemporanea per comunicare con un pubblico vasto e variegato. La
mostra e' stata inserita nel quadro degli appuntamenti dell’estate fiorentina 2006
che quest’anno, con la direzione artistica di Mauro Pagani e Daniele Gardenti, e'
dedicata a ''L'innocenza dei bambini''.
L’esposizione sara' allestita nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, in uno degli
spazi piu' suggestivi della Firenze storica. Tra le pareti medioevali della citta' del
mito, quella che attira milioni di turisti e appassionati da tutto il mondo,
sfileranno le opere di artisti di rilievo internazionale; la sensibilita' e la
cultura artistica contemporanea si confrontano ancora una volta con l’eredita'
storica del passato, dal quale vengono mutuati i motivi e le iconografie. La
presenza di una kermesse artistica di tale rilievo in un contenitore augusto come
Palazzo Vecchio garantisce un successo di pubblico che, sulla base dei flussi
rilevati in altre occasioni, contera' fino a 30.000 visitatori nell’arco dei tre mesi
estivi.
I bambini sono protagonisti inconsapevoli della rappresentazione e comunicazione
contemporanea. Intorno all’immagine dei bambini vengono costruite strategie di
marketing, campagne pubblicitarie, malie promozionali. L'iconografia occidentale
privilegia gli aspetti piu' seducenti dell'estetica legata all'infanzia: la
tenerezza, la sensualita' innocente, il candore. Offrendo in questo modo sia
l’immagine di un presente sicuro, dolce, pervaso di amore e responsabilita' che
quella di un futuro sano e rassicurante.
All’estremo opposto di questa rappresentazione esiste un’altra situazione,
altrettanto reale, del mondo dell’infanzia. Lo stato di emergenza ramificato in
tutto il mondo, che conosce la realta' di bambini soldato, bambini che saltano sopra
le mine antiuomo, bambini denutriti, malati di AIDS, bambini delle periferie inclini
alla violenza, bambini abbandonati, sfruttati e maltrattati. Un’infanzia orfana di
amore, un abisso in cui l’umanita' sana stenta a riconoscere la propria colpa e il
proprio cinismo. Intorno a questo genocidio si costruisce un universo di gesti e
segni, un regime di azioni umanitarie che tentando di rimediare al male separa ancor
di piu' le diverse realta', quella dei vinti, degli offesi, dei sacrificati e quella
dei benestanti.
Spesso la violenza subita da un bambino diventa oggetto di spettacolo pubblico, di
consumo planetario. Al fianco dell’innocenza, o del suo simulacro, che diventa il
simbolo di amore disinteressato, integrita' e giustizia, si sgrana come in un
affresco medievale la strage degli innocenti. La tragedia dell’infanzia appare
nell’epoca della riproducibilita' e della spettacolarizzazione ancor piu'
insopportabile del trionfo della morte. Il fiore dell’umanita', reciso all’inizio di
primavera, l’infanzia, ''premessa gloriosa e tradita dell'esistenza'' (Pasolini),
abbandona la scena e voltando le spalle si ritira nella parola.
Il fanciullo e' anche oggetto e soggetto di “Amore Materno". La rappresentazione del
nodo antropologico, mitico, sacro, religioso, esistenziale lega la madre al bambino,
e viceversa. Un’iconografia che non ha inizio ne' fine. E che si trasforma da
immagine a forma stessa, al di la' della immediata leggibilita' del tema. La storia
dell’arte ha fissato l’amore materno in splendide immagini da Giotto a Leonardo,
Raffaello, Tintoretto, Parmigianino, fino a Picasso e Henry Moore. L’arte ha sempre
rappresentato l’amore materno, cogliendone la centralita' antropologica, sacra,
mitica, o le mille sfumature della relazione e del legame in senso religioso,
umanistico, psicologico e romantico.
Il progetto di mostra alla Sala d’Arme raduna una selezione di opere di autori
internazionali che hanno focalizzato le proprie creazioni sull'uno o sull'altro dei
due poli intorno ai quali oscilla la sensibilita' contemporanea nei confronti
dell'infanzia: Innocenza e Violenza. Purezza e dolore.
'Quasi l’infanzia' propone il lavoro di protagonisti dell’arte contemporanea, come
Nan Goldin, Ingar Krauss o Maria Marshall, che serrano nella propria ricerca,
secondo linguaggi personalissimi, infiniti spunti e conflitti, l’odissea
dell’infanzia e il mondo degli adulti visto dalla parte dei bambini, un mondo
osservato al di la' degli specchi, oltre il quale possiamo leggere il nostro destino
di adulti.
LISTA DEGLI ARTISTI
Monica Carocci
Paola de Pietri
Nan Goldin
Ingar Krauss
Maria Marshall
Wang Ningde
Marco Parente
Luca Stoppini
con un video di
Peter Fischli & David Weiss
Immagine: Maria Marshall, still dal video Playground, 2001, edizione di 5
Segreteria e comunicazione esterna: Monica Zanfini tel. 055 452567 monicazanfini@alice.it
Sala d’Arme di Palazzo Vecchio - Firenze
Orario: 10,00-13,00 e 15,00-20,00
Nei giorni di Mercoledi' e Venerdi' la mostra restera' aperta fino alle 23,00
Giorno di chiusura: Martedi'
Biglietti:
Interi 5 euro
Bambini e ragazzi fino ai 14 anni ingresso libero
Per ogni gruppo di 5 persone e' previsto un ingresso omaggio.