Sono qui. La mostra nasce dal recente soggiorno a Padova dell'artista cubana e consiste in una serie di installazioni, video e disegni. Campos-Pons intende instaurare un dialogo tra l'identita' culturale africana e afro-americana e la tradizione artigianale del nord-Italia, creando una serie di risonanze ed echi tra linguaggi specifici.
Sono qui
a cura di Sergio Risaliti
L'artista cubana Maria Magdalena Campos-Pons sviluppa la sua ricerca
partendo dalle esperienze che hanno segnato la sua vita, in quanto donna
afro-cubana esiliata negli Stati-Uniti. Campos-Pons raggruppa le
testimonianze di varie culture, associando elementi spesso distanti tra
loro, nella produzione del suo lavoro caratterizzato da un forte
sincretismo.
Sono qui nasce dal recente soggiorno padovano dell'artista e consiste in una
serie di installazioni, video e disegni creati appositamente per la sua
seconda mostra personale alla galleria Pack. Con questa mostra Campos-Pons
intende instaurare un dialogo tra l'identita' culturale Africana e
afro-americana e la tradizione artigianale del nord-Italia, creando una
serie di risonanze ed echi tra due linguaggi specifici.
L'artista cubana ha registrato le sue impressioni sulla presenza nera -
spesso percepibile nelle citta' italiane attraverso i venditori ambulanti -
all'interno di una particolare realta' socio-culturale italiana ancora non
del tutto pronta ad integrarla. Collocandosi a una certa distanza dal
racconto storico ufficiale, Campos-Pons dimostra una particolare attenzione
per le micro-storie e le esperienze individuali, raggiungendo in un secondo
tempo una dimensione collettiva afferrabile da tutti. Le opere in mostra, di
forte impatto visivo e emozionale, nascono da legami relazionali fatti e
disfatti e da scorie di memorie assemblate come tessere di un mosaico, la
cui combinazione trasforma l'opera in una cassa di risonanza prismatica e
ricca di articolazioni.
Le composizioni polisemiche dell'artista cubana fanno dialogare codici
culturali e norme sociali diversi in un processo di transculturazione
(secondo il concetto evidenziato dall'antropologo cubano Fernando Ortiz).
Dice l'artista: "le identita' possono essere dolorose, restrittive e
pericolose. La mia idea per una ricerca d'identita' e' quella di avvolgere
l'altro, capirlo, condividere con lui uno spazio di similitudini. Nella
ricerca dell'identita' abbiamo bisogno di segnare delle differenze, ma cio'
che cerchiamo di trovare alla fine sono similitudini [...] Ho passato molto
tempo a pensare al modo in cui i discorsi comuni sull'identita' possono
diventare motivo di esclusione anziche' di dialogo.1"
Tali problematiche, ricorrenti in campo artistico e legate sia agli studi
postcoloniali e all'espansione della cultura globalizzata, sia a questioni
sui generi sessuali, trovano nell'opera di Campos-Pons dei lineamenti vivi e
organici. Lo stabilire un rapporto inter-umano, la necessita' di nutrirsi di
altre esperienze, spingono l'artista a non fermarsi alla sua gia' eterogenea
identita' culturale, ma a cercare confronti in altri tipi di vissuti, spesso
segnati dall'allontanamento dalla propria terra.
1 Conversazione dell'artista con Lynne Bell, Third Text # 43, estate 1998.
Maria Magdalena Campos-Pons ha partecipato a numerose mostre personali e
collettive tra cui ricordiamo: Getting Emotional, ICA Boston, 2005; One
Thousand Ways to Say Goodbye, Henie Onstad Kunstsenter, Oslo, 2003;
Unpacking Europe, Museum Boijmans Van Beunigen, Rotterdam, 2002; 49
Biennale di Venezia (Authentic/Ex-centric: Conceptualism in Contemporary
African Art), 2001; Spoken Softly with Mama, National Gallery of Canada,
1998.
Opening: Mercoledi' 21 giugno dalle 18 alle 22, nell'ambito della manifestazione Start
Galleria Pack
Foro Buonaparte 60 - Milano
Orario: Dal Martedi' al Sabato 13.00 - 19.30