Geografia Privata 1975-1983. Una ricerca scientifica che ritrae i tratti comuni di un vivere domestico in luoghi e spazi che sono parte dell'immaginario che percorre la "realta'": corridoi, porte, finestre, specchi. Elementi di una quotidianita' individuale portata a realta' oggettiva condivisa. Seppur parli di se' lo sguardo di Castella non mira a fissare luoghi legati a una particolare vicenda privata.
Geografia Privata 1975-1983
In mostra nello spazio di via Circo 1 le immagini della ricerca che Vincenzo Castella ha condotto in quasi un decennio di lavoro e che si intitola Geografia Privata.
Seppur parli di se', dei luoghi della propria vita, paradossalmente lo sguardo di Castella non mira a fissare luoghi legati a una particolare vicenda privata o familiare, quanto ad abbracciare un’intera realta' e accomunarla attraverso archetipi collettivi immediatamente riconoscibili. Una ricerca scientifica, geografica appunto, che ritrae i tratti comuni di un vivere domestico in luoghi e spazi che fanno parte di un immaginario che percorre tutta realta' umana; corridoi, porte, finestre, specchi, elementi di una quotidianita' individuale portata a realta' oggettiva condivisa.
Non si tratta qui di fotografia antropologica, non c’e' l’esigenza di catturare stralci di vita umana significante perche' l’umanita' e' presente pur non essendoci, si sente, sebbene non si veda. E' una fotografia in levare, scultorea piu' che architettonica, che dice piu' di quanto ritragga, che nasconde piu' che mostrare. O, meglio, che basta a se stessa e agli occhi del pubblico perche' e' sintesi e non raconto prolisso di fatti privati.
E' un lavoro che parla di una “memoria senza ricordi" citando le parole di Louis Marain: non cerca di rimandare ad un passato sentimentale fatto di vicende epico-familiari ma semmai ad una biologia universale del vivere quotidiano.
La lezione di Friedlander (traslata dal bianco e nero nell’ambito di un colore denso e non accecante) dei riflessi, delle ombre, delle “visioni attraverso", insomma dei diaframmi ottici che mediano l’esplicito mostrarsi della realta', portano a galla l’operare di un fotografo-fotografo, di un’inte(g)razione perfetta tra uomo e strumento visivo senza alcuna mediazione concettuale o pittorica.
Nella mostra sono raccolte le vintage prints provenienti dalla collezione dell’artista.
Per informazioni: Anna Gavazzi T. 028054071
Immagine: Monte S.Giacomo, Sa 1982
Inaugurazione Mercoledi' 21 Giugno 2006 h.19.00
Le Case D’Arte
Via Circo, 1 20123 Milano
Orari: Martedi'-sabato 15.30-19, la mattina su appuntamento.