Espressione pittorica e letteraria in simbiosi. Dall'alienazione dell'uomo trasformatosi in ominide all'incontro con la poesia visiva. Dalla gioia della pittura a quel "Vive" stampato su ogni opera, logo tipografico che diventa leit-motiv per anni. e' l'opera di William Xerra quella esposta alla Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate fino al 6 maggio 2001. A cura di Marco Senaldi.
a cura di Marco Senaldi
Dall'alienazione dell'uomo trasformatosi in ominide all'incontro con la poesia visiva. Dalla gioia della pittura a quel "Vive" stampato su ogni opera, logo tipografico che diventa leit-motiv per anni.
È l'opera di William Xerra quella esposta alla Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate fino al 6 maggio 2001.
Nato a Firenze e giovanissimo trasferitosi a Piacenza, Xerra è un artista che attraversa fasi diversificate nella sua espressione artistica, spostandosi attraverso le diverse tendenze artistiche affermatesi in Italia negli ultimi decenni. Le opere sul tema dell'alienazione umana, dipinti ad acrilico con protagonista un ominide spersonalizzato, sono le prime a presentarsi nella vita artistica di Xerra, alla metà degli anni sessanta: è già in questa prima fase che la parola scritta si pone come elemento fondante dell'opera, attraverso il quale inizia l'allontanamento dell'artista dal puro mezzo pittorico. Tale allontanamento caratterizza quasi tutto il percorso del primo Xerra, quello che si conclude alla fine degli anni settanta nel segno del "Vive", logo tipografico che soprattutto tra il 1975 e il 1980 accompagna tutta l'opera di questo artista particolarissimo.
Il suo incontro con la poesia visiva si colloca verso il 1967, anno in cui Xerra frequenta intellettuali e poeti del "Gruppo '63", che operano tra scrittura e pittura, da Emilio Villa a Corrado Costa, Adriano Spatola, Sebastiano Vassalli, Giorgio Celli, Cesare Greppi, Gianni Sassi, Franco Cavallo, Gregorio Scalise, Antonio Porta, Vincenzo Accame, Arrigo Lora Totino, Lamberto Pignotti, Giuliano della Casa. Questo è anche il periodo in cui Xerra si distingue in campo editoriale, tra i fondatori della rivista "Art Ed" e come collaboratore di "Antologia Geiger", altra testimonianza di quanto sia importante per l'artista la poesia visiva, nonostante la sua sia un'arte diversificata su vari fronti.
All'inizio degli anni settanta, tra happening, performance e video, avvia un sodalizio con Pierre Restany, teorico del Nouveau Réalisme, e inizia il periodo delle "Buste riflettenti". E, restando in tema di immagini che si riflettono, interessante è in questi anni, precisamente nel 1972, l'intervento su lapidi dismesse prelevate direttamente da cimiteri, oggetto, tra l'altro nel 1979 di una mostra alla Galleria d'Arte Contemporanea di Bologna, e dove alla foto del defunto viene appunto sostituito uno specchietto che riflette l'osservatore. Sempre nel '72 vanno menzionati i tre "poemi flipper" eseguiti con il poeta Corrado Costa: si tratta di tre opere ricavate da tre flipper con frasi al posto dei bersagli.
Il secondo periodo di Xerra ha inizio negli anni ottanta: è il periodo del neo-espressionismo e della transavanguardia in Europa: Xerra ritorna ora alla pittura intesa come gioia del segno pittorico, pur non abbandonando l'interesse per la scrittura e la collaborazione con gli autori della poesia visiva.
Il momento è storicamente racchiuso nel ciclo Malinconia.
Alla fine degli anni ottanta Xerra affresca la dimora di un principe arabo a Gedda esegue affreschi anche all'inizio degli anni novanta sui soffitti della villa patrizia Piediprato nelle campagne di Ascoli Piceno.
Negli ultimi anni l'artista si interessa anche al design, progetta suppellettili d'uso e oggetti d'arredamento che spesso richiamano costruzioni già ipotizzate nelle opere su telaio interinale. Alla base delle opere di questi anni recenti è l'insieme dei riferimenti più cari a Xerra: il frammento, la parola, il suono, il segno, l'architettura che sorregge lo spazio vuoto della superficie: "Xerra rende plausibile l'ipotesi che la pittura sia profondamente immortale, come i nostri occhi e come la nostra capacità di vedere" (A.Tagliaferri,1995)
Civica Galleria, d'Arte Moderna Comune di Gallarate, viale Milano 21, 21013 Gallarate (Va), tel. 0331 791266
Sara Magnoli, addetto stampa Comune di Gallarate, telefono 0348 7286133