Marco Barucco
Maria Cecilia Camozzi
Adriana Cappelli
Antonietta Campilongo
Antonella Catini
Lorella Cecchini
Antonio Dal Muto
Massimo Franchi
Paola Giacon
Claudio Giulianelli
Pier Maurizio Greco
Marco Mezzacappa
Consuelo Mura
Riccardo Paolucci
Epifanio Spina
Andrea Sterpa
Sandro Taliani
Vania Elettra Tam
Stella Tasca
Enrico Zingaretti
Antonietta Campilongo
Il mistero terreno della femminilita', dote dell’anima che e' “natura ed istinto" di ogni donna. Artisti in mostra: Marco Barucco, Maria Cecilia Camozzi, Adriana Cappelli, Antonietta Campilongo, Antonella Catini, Lorella Cecchini, Antonio Dal Muto, Massimo Franchi, Paola Giacon, etc.
Il mistero terreno della femminilita', dote dell’anima che e' “natura ed istinto" di ogni donna.
Artisti: Marco Barucco, Maria Cecilia Camozzi, Adriana Cappelli, Antonietta Campilongo, Antonella Catini, Lorella Cecchini, Antonio Dal Muto, Massimo Franchi, Paola Giacon, Claudio Giulianelli, Pier Maurizio Greco, Marco Mezzacappa, Consuelo Mura, Riccardo Paolucci, Epifanio Spina, Andrea Sterpa, Sandro Taliani, Vania Elettra Tam, Stella Tasca, Enrico Zingaretti.
C'e' qualcosa che appartiene al carattere profondo di ogni donna, e che fa si' che unisca visioni, luoghi, tempi e mondi diversi? C'e' qualcosa che va al di la' delle culture, dei modi di vita, dei retaggi e dei ruoli che la donna oggi deve indossare, e che invece e' costituente intimo, e' natura segreta dell'essere donna? Certo, gia' un approccio di questo tipo rivela un bisogno di schematizzazione che e' proprio della nostra mentalita' razionalizzante, chiamiamola occidentale. E che forse rischia di banalizzare l’analisi di realta' diverse e di diversa stratificazione storica, culturale, sociale, umana.
Puo' soccorrere allora affidarsi al libero linguaggio dell’arte, che di suo ha la capacita' di comprendere, e non gia' di spiegare, i fenomeni che rappresenta. E si puo' raccogliere la sfida che il tema di questa mostra propone, sfida di sostanza e di metodo, considerando che non il linguaggio, bensi' i linguaggi dell’arte, in questo caso intesi come espressione di differenti esperienze e sensibilita', possono rendere la complessita' e lo spessore insiti nel tema stesso. Mettere in relazione artisti diversi, collegare attraverso un filo conduttore la varieta' delle visioni e delle interpretazioni, serve a noi fruitori per allestire un laboratorio di ricombinazione dei distinti frammenti, per segnare e ricomporre con diseguali paesaggi e con disparate prospettive un panorama che, gia' di suo e per fortuna, non e' inquadrabile da un’unica angolazione.
Il progetto e l’ambizione, ma se si vuole la vocazione propria di una mostra d’arte, e' quella di partire un passo indietro, da una dimensione piu' intima e profonda, da uno spazio sovrastante e dal quale, non sappiamo se sia piu' facile, ma sicuramente ha piu' senso cercare di individuare un tratto comune, un fondo costante, un costituente di base per ogni successiva analisi. Parlare oggi di donna, della sua condizione, rischia facilmente di sconfinare nel territorio dell’abusato e dello stereotipo. Soprattutto, si puo' essere certi di lasciar fuori qualcosa, di addentrarsi in approfondimenti parziali, di doversi dibattere fra le variazioni, i distinguo, le eccezioni. E le accezioni. Di quale donna si parla?
Allora, un passo indietro. Meglio cercare prima di capire “cosa e'" esser donna. Cogliere sguardi, atteggiamenti, modi della donna, proprio nella diversita' delle situazioni rappresentate, e nella pluralita' delle interpretazioni confrontate, puo' aiutare a precisare il segno di quell'eterno femminino che precede e supera ogni esaltazione ed ogni frustrazione, ogni condanna ed ogni riscatto. Nella figurazione degli artisti, dei 20 artisti che qui espongono il loro modo di intendere la femminilita', e' possibile abbandonare per un attimo concetti e preconcetti, lasciarsi guidare solo dalle emergenze di colori, forme, materie per seguire i connotati dell’ “anima" femminile, di quella forza vitale e generatrice, umida, lunare, prepotente, invasiva, coinvolgente, ammaliatrice ed ingenua che appartiene ad ogni donna ai quattro angoli del mondo. E da che mondo e' mondo.
La ''donna animale'' dunque, come ricerca e tentativo d'individuazione di quel sottofondo dell'anima - primordiale, originario, ferino - che e' il mistero stesso della femminilita', con cui l'essere umano, uomo e donna, si relaziona e confronta. Attraverso la dislocazione eterogenea e molto differenziata di elementi e di immagini, di tecniche espressive e di percezioni estetiche, si e' creduto possibile avvicinare sensibilita' a sensibilita', istinto ad istinto, ragione forza e bellezza alla dote creativa e naturale. Si e' creduto possibile parlare di “anima".
- Francesco Giulio Farachi -
Chiesa di S.Francesco
Piazza del Comune - Capranica (VT)