Bruno Caruso
Pietro Consagra
il maestro Giambecchina
Totò Bonanno
Disma Tumminello
Gino Baglieri
Michele Carpignano
Maurizio Catalano
Isabella Gobbato
Claudio Amarù
Nicola Samorì
Salvatore Rizzuto
Luigi Allegri Nottari
Gigi Martorelli
Salvatore Scarpitta
Rassegna Nazionale d'Arte Contemporanea.
La kermesse artistica vanta la partecipazione di oltre 60 artisti provenienti dalle regioni d'Italia con circa 200 opere esposte. Tra i partecipanti segnaliamo la presenza di Bruno Caruso, Pietro Consagra, il maestro Giambecchina, Totò Bonanno, Disma Tumminello, Gino Baglieri, Michele Carpignano, Maurizio Catalano, Isabella Gobbato, Claudio Amarù, Nicola Samorì, Salvatore Rizzuto, Luigi Allegri Nottari, Gigi Martorelli, Salvatore Scarpitta.
Promossa dal Comune di Castelvetrano, dall'Assessorato alla Cultura con il patrocinio dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia e della Provincia Regionale di Trapani.
La Direzione Artistica della Rassegna è stata affidata al Maestro Giuseppe Bertolino, artista oramai apprezzato nel panorama dell'arte contemporanea per la specificità del suo linguaggio pittorico e per una forte personalità artistica, riconosciuta in questi anni da giornalisti e critici autorevoli.
Le opere verranno esposte nel centro storico di Castelvetrano all'interno di edifici di grande interesse storico architettonico tra i quali la Chiesa di Sant'Agostino, il Chiostro di San Domenico e la Chiesa del Purgatorio, il tutto sullo sfondo di quello che è considerato il più grande parco archeologico d'Europa, quello, per l'appunto, di Castelvetrano-Selinunte: 270 ettari di Storia, dai templi all'acropoli e alle necropoli. La scelta di ospitare le opere degli artisti in edifici di straordinario pregio storico-architettonico non è casuale: si vuole così recuperare la memoria storica attraverso simboli e vestigia del passato.
Durante il periodo di svolgimento della Rassegna Nazionale d'Arte Contemporanea i luoghi delle esposizioni verranno collegati con il parco archeologico tramite un bus-navetta.
Contemporaneamente allo svolgimento della rassegna verrà inaugurata la prima edizione del "Premio Efebo" (in omaggio alla scultura bronzea (nella foto in basso) risalente al 480 - 470 a.C., rinvenuta nel 1882 in contrada Calera, restaurata nel 1926, trafugata dal Municipio di Castelvetrano nel 1962, ritrovata nel 1968 e ritornata dopo tanti anni presso il museo civico) rivolto ad artisti italiani ed europei e diviso nelle sezioni:
Pittura - Scultura - Videoarte
Le opere degli artisti che partecipano al Premio verranno esposte presso la 'sala esposisizioni' del centro "Informagiovani". Per la sezione "Videoarte", presso la sala multimediale del Museo Civico è prevista la proiezione di documentari su Carlo Scarpa, Mario Botta ed Eugenio Barbieri, con un inedito di Roberta Torre: questa sezione è stata allestita in collaborazione con Laura Trisorio.
A premiare le migliori opere per ogni sezione sarà un'apposita commissione composta dall'Assessore alla Cultura della città , il Professor Francesco Saverio Calcara (Presidente), Giacomo Bonagiuso (scrittore e regista teatrale), Luca Di Martino (giornalista e critico d'arte), Aldo Gerbino (critico d'arte), Gregorio Napoli (critico cinematografico), Isabella Napoli (giornalista), Aurelio Pes (docente universitario e scrittore).
La cerimonia di consegna del Premio Efebo, con il patrocinio dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia e alla presenza del presidente Bent Parodi, è prevista per il 28 febbraio presso il Teatro Selinus alle ore 20; nel corso della cerimonia verrà consegnato il Premio Efebo ai Maestri Giambecchina e Scarpitta. Alla cerimonia prenderà parte il sindaco di
astelvetrano-Selinunte, l'avvocato Giuseppe Bongiorno.
Nell'ambito della rassegna e del Premio si svolgeranno peraltro delle manifestazioni collaterali.
Il 20 febbraio alle ore 17 presso la sala multimediale del Museo Civico verrà inaugurato il convegno dal titolo "In quale direzione potrà o potrebbe orientarsi la pittura del terzo Millennio", a cura del critico Giacomo Bonagiuso. Alle 20 verrà invece ufficialmente inaugurata la rassegna nazionale di arte contemporanea.
Il 28 febbraio alle 17, sempre preso la sala multimediale del Museo Civico un altro convegno, a cura del critico cinematografico Gregorio Napoli, dal titolo "Uso e abuso del termine arte", con il patrocinio del "Giornale di Sicilia". Alle 20 seguirà un vernissage di monologhi e poesie a cura dell'Associazione Teatro Libero di Castelvetrano presso il Teatro Selinus.
A margine di tutta la kermesse, ma non per questo meno importante, è il concorso "I Colori del Mediterraneo", voluto dal direttore artistico Giuseppe Bertolino nell'intento di coinvolgere maggiormente gli studenti delle scuole elementari e medie di tutta Italia.
Al concorso potranno partecipare gli studenti con disegni, acquerelli e tempere di formato non superiore a cm 24X31, recanti sul retro nome, cognome, classe e istituto scolastico frequentato.
Le opere dovranno pervenire entro e non oltre il 10 febbraio 2000 al seguente recapito: Premio Efebo, sezione I Colori del Mediterraneo, c/o Museo Civico della Città di Castelvetrano-Selinunte, via Garibaldi - 91022 Castelvetrano (TP).
La stessa commissione giudicatrice che assegnerà il Premio Efebo, segnalerà fra tutti i disegni pervenuti, tre opere che saranno esposte e premiate con apposita medaglia (pezzo unico ed esclusivo) nella serata finale del 28 febbraio 2000 presso il Teatro Selinus di Castelvetrano.
"Questa rassegna nazionale d'arte contemporanea - spiega il direttore artistico Giuseppe Bertolino - non ha particolari proclami.
In un momento in cui si parla di globalizzazione e di 'terzomondismo', ho voluto concentrare la mia attenzione sull'arte nazionale, lontano dagli interessi mercantili. Come direttore artistico ho mirato esclusivamente alla qualità degli artisti presenti alla rassegna, e sul curriculum e le opere per gli artisti che invece partecipano al Premio Efebo, pur con innumerevoli difficoltà , e questo perché - per dirla con Giuilio Guberti - le distinzioni tra artisti maggiori e minori, tra moderni e tradizionalisti, tra centrali e periferici, tra metropolitani e paesani si fanno sempre più sottili".
Il direttore artistico sottolinea tuttavia le non poche difficoltà incontrate in questi mesi di lavoro: "Ho cercato la collaborazione di circoli culturali, associazioni e cenacoli da Trento a Cremona, Forlì, Milano, Torino, Faenza, Terni, Roma, Napoli, istituti d'arte e galleria. Se i primi hanno collaborato, le gallerie hanno evitato accuratamente di rispondere ai miei inviti per l'artista X o Y. Ho accettato segnalazioni che ho valutato personalmente e con l'ausilio di una commissione di critici e giornalisti, e questo per creare le condizioni necessarie affinché possa innestarsi un vero e proprio discorso artistico ai massimi livelli, con scambi artistici e culturali tra Nord e Sud".
CENNI STORICI SU CASTELVETRANO
L'origine di Castelvetrano risalirebbe alle antiche popolazioni sicane di Legum e successivamente alle colonie dei cosiddetti veterani selinuntini destinati alla custodia delle derrate (da cui l'antico nome "castrum veteranorum").
L'esistenza della città è documentata però soltanto a partire dal dominio angioino. È nel 1299 che Castelvetrano viene concessa ai Tagliavia futuri principi della città , il cui cognome si muterà nel tempo in Aragona e Pignatelli.
Tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo,Castelvetrano divenne "la capitale" dei possedimenti dei Tagliavia-Aragona, arricchendosi di numerose opere d'arte.
Nel 1522 Carlo V, elevò la città a contea ; nel 1564 Filippo II la eresse a principato.
Nel 1600 si verificarono carestie e pestilenze, mentre la ripresa ebbe luogo nel secondo '700.
Dopo i moti risorgimentali, che coinvolgono al seguito di Garibaldi squadre di volontari, e dopo l'unità d'Italia, il dominio di Castelvetrano passerà per almeno mezzo secolo nelle mani della potente famiglia Saporito.
A loro si dovrà la costruzione del teatro Selinus, e l'avvio di numerose attività industriali.
La prosperità della città come centro agricolo è dovuta principalmente alla coltivazione di vigneti e uliveti e all'esportazione di olive, olio e vino.
L'economia cittadina, dal secondo dopoguerra incentrata sul settore primario con qualche tentativo di sviluppo del metalmeccanico e dell'industria del egno, punta oggi soprattutto sul turismo, come testimoniano i numerosi alberghi e ristoranti di cui il centro si è attrezzato.
Almeno una menzione sommaria meritano gli illustri castelvetranesi, personalità di spicco nel campo della cultura, dell'arte e della politica.
Primo fra tutti Giovanni Gentile, nato a Castelvetrano nel 1875, che affiancò alle attività di filosofo la carriera politica, ricoprendo cariche ufficiali durante il fascismo.
Ancora il musicista rinascimentale Giuseppe Palazzotto e Tagliavia, lo scienziato Domenico Amato, il patriota e scrittore Giuseppe Frosina Cannella, 'astronomo Biagio Militello, fra' Giovanni Pantaleo, eroico volontario dei moti risorgimentali, e lo storico e letterato Virgilio Titone.
I LUOGHI DELL'ESPOSIZIONE:
LA CHIESA DEL PURGATORIO
La Chiesa del Purgatorio fu eretta nel sito di una chiesa piu antica tra il 1642 e il 1664.
All'interno, la decorazione a stucco dell'abside è del 1746, opera dei fratelli castelvetranesi Nicola e Gaspare Curti.
All'altare, la grande tela attribuita a Olivio Sozzi (1690-1765) raffigurante la Trinita', la Vergine e le Anime purganti.
La facciata, eseguita agli inizi del '700, sessant'anni dopo circa l'erezione dell'edificio, fu concepita come elemento decorativo piu della piazza che della chiesa; lo conferma il verticalismo che si volle imprimere alla stessa, erigendola piu stretta di quanto la chiesa non fosse, ravvicinando le porte laterali a quella centrale, accentuando il movimento ascensionale degli elementi architettonici che la compongono.
I1 movimento culmina, in alto e al centro, nel gruppo di Angeli sopra il cornicione reggenti la Croce; gruppo che il sisma del '68 ha diroccato, smorzandone lo slancio, e che occorre ripristinare se si vuole restituire intatto alla chiesa il suo ruolo nel contesto della piazza.
Tra le chiese di San Pietro e del Purgatorio, la piazza Garibaldi tende a restringersi; pertanto la torre campanaria di San Pietro da un lato, la facciata slanciata del Purgatorio dall'altro, fino a qualche tempo fa concorrevano a chiudere scenograficamente gli spazi, così come era accaduto dal lato opposto tra la Madrice e il Palazzo municipale.
Oggi il risultato è meno vistoso (specie perché il campanile di San Pietro non esiste piu), ma il richiamo è palese.
D'altronde, dopo San Pietro, la piazza torna ad ampliarsi in quello che fu denominato in passato largo delle Botteghelle, per restringersi definitivamente laddove inizia via Garibaldi.
Il gioco degli spazi che si restringono e si dilatano è, dunque, ripetuto e gli effetti scenografici che ne seguono riproposti.
LA CHIESA DI SAN DOMENICO
La chiesa di San Domenico fu eretta dai Tagliavia, signori della città , nel 1470. Decorata ad affreschi e stucchi nel presbiterio e nel coro da Antonino erraro da Giuliana nel 1574-'80, essa è opera fondamentale per la storia dell'architettura in Sicilia, e precisamente per il momento di abbreviato assaggio dal tardo-Gotico al Manierismo, al Barocco; la committenza di don Carlo d'Aragona, primo principe di Castelvetrano e, successivamente, residente del Regno, governatore di Milano, viceré di Catalogna, presidente del Consiglio d'Italia, "potrebbe spiegare, oltre il fasto, I'internazionalità dei modi spiegati, che inseriscono I'opera, sinora ingiustamente trascurata, nella migliore decorazione meridionale" (Barricelli).
Spoglia ed austera nel suo assetto originario, con predomino della pietra viva e della linea acuta nelle arcate gotiche, a distanza di un secolo la chiesa di San Domenico muta radicalmente aspetto.
(Altre informazioni su Castelvetrano-Selinunte sono consultabili sul sito)
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COMUNE DI CASTELVETRANO
Assessorato alla Cultura in collaborazione con Omnia Service - Associazione Culturale "Teatro LIbero" con il Patrocinio dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia e della Provincia Regionale di Trapani