Atelier Chambre
Castelfidardo (AN)
Piazzetta Garibaldi, 61
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Massimiliano Orlandoni
dal 4/8/2006 al 10/8/2006
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Massimiliano Orlandoni



 
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4/8/2006

Massimiliano Orlandoni

Atelier Chambre, Castelfidardo (AN)

"Orlandoni ha invece incominciato la carriera da fotografo e la sta proseguendo come pittore; inoltre, pur se anch'egli e' intimamente inserito all'interno del rapporto fotografia-pittura, lo e' nel senso che la qualita' pittorica l'ha calata nella sostanza dell'immagine fotografica" (Armando Ginesi).


comunicato stampa

Personale

"Lo vado dicendo da tempo che i critici dovrebbero riprendere quella sana e santa abitudine che praticavano fino al primo quindicennio successivo alla seconda guerra mondiale, quando ancora andavano in giro per gli atelier degli artisti, alla scoperta, magari, di qualche nuovo talento.

Bisognerebbe ricominciare a farlo un po' ovunque, ma ancor piu' in quelle terre ammantate di ritrosia come Le Marche. A Castelfidardo, per esempio, c'e' un giovane, Massimiliano Orlandoni (ne debbo la conoscenza ad una segnalazione di Antonio Luccarini, che questa passione dell'andare in giro non l'ha perduta), gia' fotografo di notevole caratura, ora pittore, sul quale andrebbe giustamente indirizzata la luce di qualche spot.

Come fotografo ha un passato di tutto rispetto (nonostante l'eta' giovanile): ha esposto, in Italia, dal nord al sud e, nel resto del mondo, dalla Spagna all'Austria, dalla Francia alla Slovacchia, dalla Finlandia al Giappone, agli Emirati Arabi, accanto a nomi molto prestigiosi come Gardin, Giacomelli, Patella, Toscani, tanto per citarne alcuni. E come pittore? Ha una produzione molto interessante e vi diro' il perche'. Ma prima voglio ricordare come, nella sua ricerca fotografica, si avverte in parte (e questo non e' un limite, anzi) l'impronta di Mario Giacomelli di cui Orlandoni si considera un allievo.

Al pari del maestro gioca infatti sul rapporto chiaroscurale forte del bianco e nero (di sapore espressionista); come lui si e' prodotto sia nella pittura che nella fotografia. Con due differenze pero': Giacomelli ha iniziato la frequentazione dei lidi dell'espressivita' visiva come pittore (informale) ed ha continuato con la fotografia di cui e' diventato uno dei protagonisti mondiali; egli e' rimasto, inoltre, legato al dire pittorico, nel senso che le inquadrature del suo obbiettivo e gli siti segnici delle sue fotografie hanno sempre portato con se' un connotato pittorico.

Orlandoni ha invece incominciato la carriera da fotografo e la sta proseguendo come pittore; inoltre, pur se anch'egli e' intimamente inserito all'interno del rapporto fotografia-pittura, lo e' nel senso che la qualita' pittorica l'ha calata nella sostanza dell'immagine fotografica e non gia' nei tagli di inquadratura o nell'universo dei segni. Ma torniamo ad Orlandoni pittore. Perche' e' interessante?

Per i suoi esordi in cui l'informale materico si e' coniugato con quello segnico lambendo soluzioni (anche grazie alla scelta dei materiali delle superfici dipinte) dadaiste alla Kurt Schwitters, fino a pervenire a risultati da "poetica oggettuale" (la pop-art europea e segnatamente italiana, per intenderci)? Si, perche' le coniugazioni si sono verificate su piani qualitativi alti, con un vago sentore di malinconia intridente le immagini, cosi' come si desume anche dall'uso della materia pittorica, dai segni al pigmento (e qui l'analoga con la "sostanza d'immagine" di certe sue foto appare chiara), con una curiosita' ed un gusto per i materiali che mettono a nudo la sua inguaribile propensione alla ricerca e alla scoperta.

Oggi egli si e' avviato intelligentemente lungo i sentieri ancora non del tutto esplorati della contaminazione. Dei generi, intanto, perche' usa sistemi linguistici fotografici e pittorici combinati; degli stili e, oserei dire, delle connotazioni strutturali umane, perche' fonde, riuscendo a raggiungere l'equilibrio della sintesi, la razionalita' con l'emozione, l'elemento geometrico con quello passionale, lo sfaldamento cromatico con la definizione della forma archetipica.

Quasi un paradosso, come paradossale puo' sembrare (ma non lo e') una sua dichiarazione: "Uscire dal remoto conscio per scoprire un futuro apparente", che sembra addirittura un ossimoro. Per questa dimensione a-logica, per questo equilibrio tra le apparentemente contrapposte coordinate cartesiane dell'individuo (ragione e sentimento), egli e' un artista autenico, teso al superamento delle dicotomie ed alla ricomposizione di quell'unicita' in cui consiste l'essere e il sentirsi uomo." (Prof. Armando Ginesi)

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