"Orlandoni ha invece incominciato la carriera da fotografo e la sta proseguendo come pittore; inoltre, pur se anch'egli e' intimamente inserito all'interno del rapporto fotografia-pittura, lo e' nel senso che la qualita' pittorica l'ha calata nella sostanza dell'immagine fotografica" (Armando Ginesi).
Personale
"Lo vado dicendo da tempo che i critici dovrebbero riprendere quella
sana e santa abitudine che praticavano fino al primo quindicennio
successivo alla seconda guerra mondiale, quando ancora andavano in giro
per gli atelier degli artisti, alla scoperta, magari, di qualche nuovo
talento.
Bisognerebbe ricominciare a farlo un po' ovunque, ma ancor piu'
in quelle terre ammantate di ritrosia come Le Marche. A Castelfidardo,
per esempio, c'e' un giovane, Massimiliano Orlandoni (ne debbo la
conoscenza ad una segnalazione di Antonio Luccarini, che questa
passione dell'andare in giro non l'ha perduta), gia' fotografo di
notevole caratura, ora pittore, sul quale andrebbe giustamente
indirizzata la luce di qualche spot.
Come fotografo ha un passato di
tutto rispetto (nonostante l'eta' giovanile): ha esposto, in Italia, dal
nord al sud e, nel resto del mondo, dalla Spagna all'Austria, dalla
Francia alla Slovacchia, dalla Finlandia al Giappone, agli Emirati
Arabi, accanto a nomi molto prestigiosi come Gardin, Giacomelli,
Patella, Toscani, tanto per citarne alcuni. E come pittore? Ha una
produzione molto interessante e vi diro' il perche'. Ma prima voglio
ricordare come, nella sua ricerca fotografica, si avverte in parte (e
questo non e' un limite, anzi) l'impronta di Mario Giacomelli di cui
Orlandoni si considera un allievo.
Al pari del maestro gioca infatti
sul rapporto chiaroscurale forte del bianco e nero (di sapore
espressionista); come lui si e' prodotto sia nella pittura che nella
fotografia. Con due differenze pero': Giacomelli ha iniziato la
frequentazione dei lidi dell'espressivita' visiva come pittore
(informale) ed ha continuato con la fotografia di cui e' diventato uno
dei protagonisti mondiali; egli e' rimasto, inoltre, legato al dire
pittorico, nel senso che le inquadrature del suo obbiettivo e gli siti
segnici delle sue fotografie hanno sempre portato con se' un connotato
pittorico.
Orlandoni ha invece incominciato la carriera da fotografo e
la sta proseguendo come pittore; inoltre, pur se anch'egli e'
intimamente inserito all'interno del rapporto fotografia-pittura, lo e'
nel senso che la qualita' pittorica l'ha calata nella sostanza
dell'immagine fotografica e non gia' nei tagli di inquadratura o
nell'universo dei segni. Ma torniamo ad Orlandoni pittore. Perche' e'
interessante?
Per i suoi esordi in cui l'informale materico si e'
coniugato con quello segnico lambendo soluzioni (anche grazie alla
scelta dei materiali delle superfici dipinte) dadaiste alla Kurt
Schwitters, fino a pervenire a risultati da "poetica oggettuale" (la
pop-art europea e segnatamente italiana, per intenderci)? Si, perche' le
coniugazioni si sono verificate su piani qualitativi alti, con un vago
sentore di malinconia intridente le immagini, cosi' come si desume anche
dall'uso della materia pittorica, dai segni al pigmento (e qui
l'analoga con la "sostanza d'immagine" di certe sue foto appare
chiara), con una curiosita' ed un gusto per i materiali che mettono a
nudo la sua inguaribile propensione alla ricerca e alla scoperta.
Oggi
egli si e' avviato intelligentemente lungo i sentieri ancora non del
tutto esplorati della contaminazione. Dei generi, intanto, perche' usa
sistemi linguistici fotografici e pittorici combinati; degli stili e,
oserei dire, delle connotazioni strutturali umane, perche' fonde,
riuscendo a raggiungere l'equilibrio della sintesi, la razionalita' con
l'emozione, l'elemento geometrico con quello passionale, lo sfaldamento
cromatico con la definizione della forma archetipica.
Quasi un
paradosso, come paradossale puo' sembrare (ma non lo e') una sua
dichiarazione: "Uscire dal remoto conscio per scoprire un futuro
apparente", che sembra addirittura un ossimoro. Per questa dimensione
a-logica, per questo equilibrio tra le apparentemente contrapposte
coordinate cartesiane dell'individuo (ragione e sentimento), egli e' un
artista autenico, teso al superamento delle dicotomie ed alla
ricomposizione di quell'unicita' in cui consiste l'essere e il sentirsi
uomo." (Prof. Armando Ginesi)
Atelier Chambre
Piazzetta Garibaldi, 61- Castelfidardo (AN)