No Proper Time Of Day. Nel gioco di trasparenze di questa serie di lavori, proprio come dal testo di Opus 4, traspare solo un verso. Ma le posture di alcuni particolari costringono a presupporre l'esistenza di una quarta dimensione in una sorta di cubismo digitale.
No Proper Time Of Day
a cura di Riccardo Lisi
La fabbrica, a Losone, propone nuovamente un'esposizione personale
che cerca di ampliare lo sguardo su un determinato artista. In questo
caso si tratta di Alessandro Lo Monaco, giovane artista svizzero di
origine italiana, sinceramente ben piu' conosciuto dal mondo dell'arte
al di fuori del Ticino.
Lo Monaco e' un uomo che da anni attraversa intelligentemente vari
campi creativi; tra i suoi interessi rilevante e' quello per le
potenzialita' innovative permesse dalle nuove tecnologie, e non solo
nell'ambito delle arti visive.
No Proper Time Of Day - titolo di questa personale - e' per esempio
tratto dal testo d'un brano musicale di una delle principali band del
pop elettronico del recente passato, gli Art of Noise. Si tratta di
Opus 4 (1988), brano il cui testo e' totalmente non comprensibile,
tranne proprio il verso da cui Lo Monaco ha scelto di trarre il
titolo. L'unico verso intelleggibile, il solo che traspare da una
costruzione sicuramente ambigua: facile e' il parallelo con questi
lavori di pittura digitale.
Cosi' come per le sue precedenti creazioni/creature, in cui una
pelle iperrealista era in realta' totalmente sintetica - ma realizzata
senza uso di scanner o di textures predefinite - anche l'accuratezza
nei particolari di questi spiazzanti veicoli e' totalmente frutto
della fantasia di Lo Monaco. Un paragone tra le figure antropomorfe e
quelle "meccaniche" e' indispensabile per chi sa che la prima opera in
cui egli rappresento' un veicolo - un vecchio furgone Volkswagen cui
era probabilmente assai affezionato - portava il titolo paradossale
Autoritratto.
I suoi antropoidi apparivano portatori di un disagio esistenziale,
forse ancor piu' evidente nell'esser sorpresi dal loro autore in pose
anomale - il monitor del mac a mo' di microscopio elettronico ad
altissima risoluzione. Il sillogismo e' naturale: dunque anche questi
veicoli instillano agli spettatori delle loro immagini congelate una
torma di dubbi da cui qualcosa puo' emergere, come da quel brano
dell'88.
L'artista in questa serie di lavori forse ci agevola grazie a un
gioco di trasparenze, proprio come dal testo di Opus 4 traspare solo
un verso. Ma le posture di alcuni particolari - come le ruote
eterosterzate del maggiolone - ci costringono a presupporre
l'esistenza di una quarta dimensione, almeno, in una sorta di cubismo
digitale che si esprime in forme curvilinee la cui forza estetica e'
connessa anche a una reale qualita' di design. Ma sarebbe un errore
considerare quest'artista come una sorta di fashion victim.
Alessandro Lo Monaco ha sfiorato il mondo della moda alla stessa
stregua di altri ambiti creativi, traendone cio' che poteva tornar
utile alla sua rielaborazione ma senza assolutamente restarne
schiavo. E ridurre la sua arte a "modaiola" o "troppo milanese"
sarebbe sinceramente falso piu' che perfido. Lo dimostra un'intervista
rilasciata al magazine Caffelatte nel 2002, poco dopo l'inizio della
sua attuale fase di ricerca nell'arte digitale.
Cito: "I miei
"manichini", come li chiami tu, son pronti a tutto pur di sfuggire al
loro destino di anonimi manichini. Noi viviamo in un mondo "dopato":
gli stili di vita, di comportamento e di bellezza imposti dai mass
media, da quando mi ricordo, sono vacui e per la maggior parte di noi
irrealizzabili". E sicuramente le "carrozzerie" delle sue creature -
siano aliene maggiorate dallo sguardo troppo fisso o veicoli
iperaccessoriati ma dal percorso destinato a divergere - rispettano
canoni di bellezza imposti, ma decisamente falsi e innaturali.
In contemporanea con la personale a la fabbrica, di questo autore e'
presente un'installazione anche nella collettiva "Kunsthalle?"
organizzata dall'Associazione Interazioni presso l'ex stabile
Tiscanova a Locarno (via Ballerini 3). In quel caso si tratta di una
per nulla velata critica al "nuovo ordine" imposto da un altro mondo
ben noto a Lo Monaco, e cioe' dagli USA.
Anche qui una tematica gia' da
lui affrontata, in particolare nella creatura del "Self Mad e",
tatuatissimo androgino portatore forse di tutte le nevrosi del
"cittadino americano medio". Un insieme impossibile di estremi, e
dunque un paradosso immediatamente divenuto un imprescindibile punto
di riferimento per un artista da non tralasciare nella scena
artistica svizzera, pur muovendosi con modalita' ed obiettivi
assolutamente personali. O meglio: proprio per questo!
vernissage: venerdi' 28 luglio, ore 18.30
La Fabbrica
via Locarno 43 - Losone
dal mercoledi' alla domenica, dalle 16 alle 20.