A cento anni dalla nascita, avvenuta il 25 ottobre 1906, la leggenda di Primo Carnera continua. Leggenda perche' l'esistenza, le vicissitudini, l'immagine popolare e le imprese sportive del primo pugile italiano divenuto campione del mondo hanno assunto un aspetto che ha travalicato la realta', divenendo mito e simbolo per intere generazioni.
Il mito del pugile italiano protagonista del Novecento
A cento anni dalla nascita, avvenuta il 25 ottobre 1906, la leggenda di Primo
Carnera continua. Leggenda perche' l'esistenza, le vicissitudini, l'immagine popolare
e le imprese sportive del primo pugile italiano divenuto campione del mondo hanno
assunto un aspetto che ha travalicato la realta', divenendo mito e simbolo per intere
generazioni. Una trasfigurazione partita negli anni Venti, al debutto della
carriera, e arrivata ai giorni nostri.
Con la mostra "La leggenda di Primo Carnera", allestita nello spazio espositivo del
Palazzo della Provincia di Pordenone dal 16 settembre al 3 dicembre, il visitatore
potra' riscoprire la vicenda umana e sportiva di uno dei pochissimi sportivi che sono
entrati di diritto nella storia del secolo Novecento. L'evento e' organizzato dalla
Provincia di Pordenone in collaborazione con esaExpo - supportato da Banca
FriulAdria, Fondazione CRUP, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - e in
collaborazione con la Federazione Pugilistica Italiana, con la Federazione Italiana
Lotta Libera Judo Lotta Karate Arti Marziali.
Carnera (Sequals, Pordenone, 1906-1967) e' stato il gigante, l'uomo piu' forte del
mondo con i suoi 2 metri di statura in una societa' dove l'altezza media non
raggiungeva il metro e settanta.
Carnera e' stato il pugile italiano piu' popolare, perche' ha portato la prima cintura
iridata al nostro Paese (per la seconda si sono dovuti aspettare 23 anni), nella
categoria piu' affascinante: i pesi massimi.
Carnera e' stato uno degli sportivi che piu' ha colpito l'immaginazione insieme a
Coppi, Bartali, Nuvolari, il grande Torino e pochi altri, diventando un evento
emotivo e mediatico che ha superato i confini della boxe, trasformandosi in elemento
di costume, storia sociale, linguaggio ("Mangia che diventi forte come Carnera"
hanno detto le madri per anni ai bambini).
Carnera e' stato strumento di un periodo storico, il Fascismo, nel quale il suo corpo
eccezionale e i suoi trionfi sono divenuti, suo malgrado, trasposizione al popolo
dell'eccezionalita' e dei successi del regime.
Carnera e' stato il simbolo per milioni di emigranti, partiti come lui per combattere
la fame e che nella sua parabola vedevano allo stesso tempo un esempio da seguire e
una forma di riscatto: il "gigante buono" capace di trasformarsi da povero in ricco,
da manovale in campione, da anonimo a idolo.
Carnera e' stato infine il gigante dei valori, non solo sportivi, che sono sempre
stati la bussola della sua intensa esistenza: spirito di sacrificio, famiglia,
onesta', generosita', determinazione a non arrendersi mai, legame con le radici,
convinzione che e' l'istruzione e non la fama a emancipare.
Nel centenario della nascita, la Provincia di Pordenone ed esaExpo propongono un
evento espositivo degno di questa scadenza. Una mostra, curata da Roberto Festi e
Ivan Malfatto, e un catalogo che vogliono affrontare il tema "Carnera" con un taglio
trasversale e assolutamente originale, "accompagnando" la storia della vita del
campione friulano con tutti quegli eventi e quei riferimenti che sono stati parte
integrante della sua epoca.
Questi aspetti vengono ripercorsi nella mostra di Pordenone, che si articola in
sette sezioni: 1) Il friulano Carnera. Emigrazione in Friuli Venezia Giulia fra
Ottocento e Novecento; 2) La montagna Carnera: mito e leggenda dell'uomo gigante; 3)
Carnera e il pugilato. La carriera sportiva; 4) Arte e sport negli anni del
fascismo; 5) La lotta per vivere. Carnera e il catch; 6) Da Sequals a Hollywood.
Carnera e il cinema; 7) La forza del mito. Le sezioni tracciano un confine che va
oltre lo specifico legato al pugile e alla sua intensa attivita' agonistica, prima
pugilistica e che vede il suo apice con il titolo mondiale dei pesi massimi
conquistato il 29 giugno 1933 al Garden Bowl di New York contro Jack Sharkey e
successivamente, dal dopoguerra e per quasi 18 anni, nel catch, antesignano
dell'attuale wrestling, una "lotta per la vita" che Carnera affronta con tour
estenuanti sui ring di tutto il mondo per riconquistare quella solidita' economica
che il pugilato e le traversie della guerra gli avevano negato.
In mostra gli oggetti culto della vita sportiva (la cintura mondiale di Carnera, i
guantoni da combattimento, la corda da allenamento, le scarpette, i pantaloncini, ma
anche la maglia azzurra, i palloni, e la mitica Coppa Rimet della nazionale italiana
di Calcio due volte campione del mondo nel 1934 e nel 1938 e il corredo da corsa del
pilota automobilistico Tazio Nuvolari) si accompagnano agli oggetti d'arte classica
provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze raffiguranti scene di
pugilato e alle opere degli artisti del Novecento - con prestiti da importanti musei
e collezioni private (Fortunato Depero, Tullio Crali, Carlo Vitale, Ivano Gambini,
Mino Rosso, Renato di Bosso e il celebre ritratto di Carnera di Giacomo Balla) - che
hanno raffigurato, tra gli anni Venti e gli anni Quaranta, il mito dello sport.
E ancora gli inediti manifesti di boxe provenienti dalla raccolta Salce con i
significativi esempi di Carnera "testimonial" nella nascente pubblicita' commerciale
o quelli della trasvolata atlantica del decennale di Italo Balbo, impresa
concomitante al successo mondiale di Carnera.
Fotografie, video inediti, le brochure e i bozzetti del "Conte di Savoia" e del
"Rex", i transatlantici protagonisti dei molti viaggi del campione friulano tra
Europa e America; il suo manoscritto, una vera e propria autobiografia tracciata
negli anni in cui viaggia nei cinque continenti per i combattimenti di catch; le
strisce originali a fumetti con le sue "avventure" pubblicate dai quotidiani USA e
da lui stesso firmate e quelle piu' recenti, opera di Davide Toffolo, che documentano
con sensibilita' e disincanto la mitica avventura dell'"uomo piu' forte del mondo".
Non da ultimo i molti materiali legati all'attivita' di Carnera nel mondo del cinema
che lo vede coinvolto in 17 pellicole tra il 1933 e il 1959, spesso in ruoli
marginali, ma sempre con l'aura mitica di chi e' stato un protagonista.
La documentazione su Villa Carnera a Sequals, costruita nel 1932, rappresenta il
nodo per ricongiungere l'uomo con le sue radici. Qui torna nel maggio del 1967 il
vecchio pugile che decide il rientro in Italia quando ormai la morte e' vicina. Lo
scrittore Nantas Salvalaggio, che lo ha conosciuto in momenti diversi della sua
vita, lo ricorda nell'introduzione al catalogo (a cura di Roberto Festi, 240 pp. con
320 illustrazioni) che accompagna la mostra. Venti saggi, affidati a esperti delle
varie tematiche, tracciano quella che puo' essere considerata la piu' completa ed
esaustiva trattazione su Primo Carnera e il suo tempo.
"LA LEGGENDA DI PRIMO CARNERA" Pordenone, Palazzo della Provincia (Corso Garibaldi
8), dal 16 settembre al 3 dicembre 2006. Orario: mar. merc. giov. ven. 15.30-19.30,
sab. dom. 10.00-19.00; lunedi' chiuso. Visite al mattino su prenotazione. Ingresso:
euro 5,00 (ridotto euro 3.00). Ridotto scolaresche euro 1,00
Evento organizzato da: Provincia di Pordenone e esaExpomostre in collaborazione con:
Banca FriulAdria, Fondazione CRUP, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. A cura di
Roberto Festi e Ivan Malfatto.
Catalogo: euro 30,00
Opening: 16 settembre 2006
Palazzo della Provincia
Corso Garibaldi 8 - Pordenone
Orario: mar. merc. giov. ven. 15.30-19.30, sab. dom. 10.00-19.00; lunedi' chiuso.