Brunella Longo realizza lavori fotografici perlustrativi di parti del suo stesso corpo. Maura Banfo dal 2004 si dedica a "sweet home": un progetto fotografico, un’installazione scultorea e un video. Un'opera che intende proporre uno spunto di riflessione sul concetto di “casa".
Mostra di fotografia
Venerdi' 6 ottobre 2006 alle ore 19.00, negli spazi della galleria
mimmoscognamiglio arte contemporanea, in via mariano d’ayala 6
napoli, inaugurazione della collettiva di fotografia delle artiste
maura banfo e brunella longo
Nella sua breve ma intensa vicenda, la fotografia ha dato finora
corpo a una grande quantita' di ombre, reali e immaginarie. anche
quando si trattava di restituire l’istante di vita di una persona,
di un paesaggio, di un oggetto, cio' a cui la camera dava lineamenti
non era solo quanto le si parava dinnanzi, ma piuttosto quello che
l’autore aveva dietro i suoi occhi, cioe' nella mente. Anche un
ritratto non e' mai esente dall’influenza - sia pur minima -
dell’idea del fotografo che lo esegue.
Ribadita dunque la valenza concettuale dell’azione fotografica, si
puo' facilmente dedurre che le modalita' possibili di esercitare o
gia' messe in evidenza dai fotografi sono pressoche' infinite. cio'
nonostante, come in ogni altra forma espressiva, e' vivo e acceso il
dibattito tra coloro che concepiscono la fotografia solo secondo un
criterio ritenuto ‘classico’ e coloro che derogano liberamente da
esso, anzi considerano opportuno e necessario fornire alla fotografia
territori sperimentali sempre diversi.
Brunella longo partendo da lavori fotografici perlustrativi di parti
del suo stesso corpo - un’estrema prassi autoconoscitiva di
matrice politica suscitata dal patrimonio liberatorio femminista -
approda alle sponde di una modalita' linguistica che sembra voler
proseguire quell’attitudine autoscopica dei suoi primi lavori. nella
sua attuale ricerca lo sguardo e' prevalentemente rivolto a
un’interiorita' il cui immaginario inaccessibile e pressoche'
insondabile si rende invece manifesto, grazie alle associazioni
morfologiche e agli accorgimenti tecnici posti in essere dall’artista.
Da questo limbo concezionale emergono diverse ‘famiglie’ di
immagini che si suddividono e distinguono nettamente per scelte
compositive. da un lato si osserva l’ambito imusmis costituito da
una varieta' di soggetti prelevati dal mondo naturale vegetale,
minerale, animale, ma anche prendendo in considerazione lo spazio
cosmico; dall’altro si colgono numerose e distinte comunita'
animali, dalle zebre alle tigri, dalle tartarughe alle rane, dissolte
mimeticamente entro un ‘fondo’ dell’immagine predisposto
mediante l’ingrandimento di impronte digitali. cosi', se in un caso
il denominatore comune spaziale e immaginario e' il panopticon di uno
sguardo sferico come la pupilla attorno a cui, dentro cui o
attraverso cui, le ‘nature’ trovano ‘grembo’ e unita'
compositiva, nell’altro il sottile espediente dell’ambiguita'
analogica incanta i sensi che tentano l’atto di riconoscimento
distintivo tra l’immagine dell’entita' animale e le linee
dell’impronta che la longo ha scelto come supporto segnico di
‘sfondo’. ne scaturisce un unico mondo pero': quello di uno
sguardo che inventa dentro di se' la ‘cosa’ da far esistere e che
altrimenti resterebbe pura congettura inespressa.
Maura banfo dal 2004 si dedica al progetto sweet home. un progetto
fotografico. un’installazione scultorea. un video; un progetto che
intende proporre uno spunto di riflessione sul concetto di “casa";
un viaggio reale e metaforico attraverso la ricerca della costruzione
della “casa" ideale: una casa-nido. un nido ogni volta da
riorganizzare, da ridefinire, da riallestire. un luogo da abitare che
si tende a rendere simile a noi stessi indipendentemente dal
territorio in cui si vive.
Il nido e' la proiezione del concetto di casa, l’involucro che in
qualche modo ognuno di noi si porta appresso. il proprio bagaglio. il
bagaglio culturale. anche attraverso la propria memoria.
La casa e' la proiezione di noi stessi, e’ l’essere esterno che
cerca un luogo e decide di abitarlo.
E' quel qualcosa che in qualche modo ci rappresenta, che rappresenta
un nostro specifico modo di vivere. “casa" e' cio’ che tende a
ricrearsi nei luoghi piu' diversi. microstorie teatralizzate che
seguono il viaggiatore come appendice nostalgica di identificazione e
appartenenza ad un gruppo. “casa" puo’ essere un luogo fatto di
piu' luoghi. non e' il luogo o il contesto a fare la casa-nido, ma
siamo noi a renderlo a nostra immagine e somiglianza. martin
heidegger scrive:
"Abitare non vuol dire soltanto ‘essere sulla terra’, ma anche
stare ‘sotto il cielo’ ".
Dal concetto di casa-nido la banfo elabora il suo studio sulla
cicogna bianca: sulla sua migrazione, sulla difesa della propria
casa “nido". la cicogna bianca migra nel periodo estivo verso i
paesi dell’africa, e in primavera verso i paesi del nord europa
(italia, germania, austria…).
Il percorso della migrazione passa attraverso le alpi, la francia, la
spagna, lo stretto di gibilterra per giungere in africa.
Ogni cambio territorio corrisponde anche alla ricerca di un nuovo
rifugio, di un nuovo nido.
Per la cicogna, piu' che per altre specie, la protezione del proprio
nido, e' fatto di primaria importanza in quanto l’abbandono
temporaneo dello stesso significa perdita totale, definitiva e presa
da parte di un'altra compagna.
Inaugurazione: 6 Ottobre 2006, ore 19
Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea
via Mariano d'Ayala 6 - Napoli