Lapsus. Il nucleo centrale e' composto da un ciclo di trenta opere su tela in forma di rebus, attorno alle quali l’artista orchestra una sorta di sharade scultorea di vaga reminiscenza dada.
Lapsus
Una curiosa e straniante miscela di linguaggi antagonisti attraversa il corpus dei lavori realizzati da Marco Fantini per questa mostra a Vicenza.
Il nucleo centrale e' composto da un ciclo di trenta opere su tela in forma di rebus, attorno alle quali l’artista orchestra una sorta di sharade scultorea di vaga reminiscenza dada. La grammatica di Fantini non sembra fornire una costante estetica sulla quale fondare le basi di una definizione.
I suoi linguaggi si sovrappongono, le tecniche pure. Il piacere ludico per la messa in scena e per il gioco (come gia' emergeva nelle opere concepite per il Teatro India nel 2004), e l’opposta e simultanea tragicita' di taluni suoi segni ricorrenti (i teschi, le anamorfosi, gli spazi claustrofobici) sembrano suggerire la presenza costante di un’ombra, di un terzo incomodo, situabile tra l’opera e il suo artefice.
Tale sensazione traspare con evidente chiarezza nel ciclo di sculture realizzate con l’utilizzo della rifrazione multipla di piu' specchi (Eureka!, D’altare, Asino chi riflette…).
Ma il disegno attraversa e contamina la superficie fisica e linguistica di ogni lavoro; disegno inteso da Fantini come forza contrastante di quella parte di se' che, opera dopo opera deve essere ridimensionata se non addirittura sacrificata. Questa mostra e', per ammissione stessa dell’autore, un esercizio di verita', un “Lapsus", ovvero, “la parola dello straniero che ci abita".
AndreA Arte ContemporaneA
corso Palladio, 165 - Vicenza